Michele Corazza, democristiano che ha fatto la gavetta e lavorato sodo per emergere nel mondo del lavoro, è innamorato come tanti di Matera e scuote la testa per quanto si potrebbe fare e non si riesce a fare, perchè non vengono fuori- per un motivo o per l’altro- figure autorevoli, preparate, che abbiano le idee chiare su disegno e obiettivi per la città. Magari facendo la voce grossa con ”partiti” e movimenti dell’attuale Repubblica che sono decotti e campicchiano sperperando idee, progetti, occasioni che finiscono nell’effimero mondo virtuale dell’autoreferenzialità o degli ”anglicismi” che alzano una cortina di fumo tra gestori della cosa pubblica e i cittadini. E allora occorre pensare già da ora a una guida delle città concreta e credibile. Corazza, di nome e di fatto, come l’armatura che campeggia nei corridoi della sua attività, lancia una sfida per una scadenza che è quasi dietro l’angolo. E traccia l’identikit del candidato o della candidata. E’ fiducioso e auspica che sia la volta buona. Bisogna armarsi di volontà, competenze e di una corazza sul come muoversi sui campi della battaglia politica. Fatevi avanti. Con lui ci siamo fatti una chiacchierata sulle sfide che hanno contrassegnato la sua formazione politica durante la Prima Repubblica, di altro taglio- ovviamente- rispetto ai giovani di Destra e Sinistra. Qualcuno si riconoscerà, altri osserveranno che si poteva fare di più e che c’erano anche altri protagonisti. Bene. E’ già capitato parlando di giovani su altri fronti. E chissà che a furia di riaprire pagine del passato non venga fuori un sindaco autorevole che ”sappia cosa fare”.
“Dopo la stagione degli anni impegnativi e difficili,post 1968 e 1978 – racconta Michele Corazza. Non avevamo un luogo fisso dove incontrarci: dal Fontanino a via Roma o in via XX Settembre oppure davanti al negozio della Singer. Ero segretario del Movimento giovanile dc (1984). Avevo 19 anni e noi facevamo parte di una generazione successiva a quella dell’antagonismo, in relazione al clima di quegli anni. Con noi c’erano Carlo Chiurazzi, Cosimo Latronico, Michele Guerrieri. Segretario provinciale era Piero Quinto. A Matera avevamo Enzo Ianaro segretario cittadino e vice segretario Nunzio Olivieri. E questo perchè c’era una corrispondenza perchè la maggioranza del partito prendeva il 70 per cento e noi, Sinistra di Base, il 30 per cento. Siamo stati favoriti dalla forte tensione, che c’era tra Destra e Sinistra, e questo ha fatto il bene di un neonato e neoconsolidato gruppo dirigente della Democrazia cristiana. Per cui noi vedevamo loro con particolare interesse, perchè li vedevamo ben organizzati a livello giovanile. Perchè dovevano, diciamo così, tenere botta a un partito di governo come la Dc, per quanto fosse ”balena bianca” faceva contare il suo potere sul territorio. E quindi questo come dato fondamentale. Eravamo attivi e organizzammo cose interessanti, anche perchè noi giovani dc eravamo attivi con i Centri Studi.
Noi con il ”Piergiorgio Frassati”, invece i ”Colombiani” come li chiamavano frequentavano più la segreteria di Vincenzo Viti , parlamentare in più legislature, piuttosto che la Libertas e la sede storica della Dc in via Cappelluti. Il partito era utilizzato, tutto sommato, più per gli impegni istituzionali. Comunque c’era una certa effervescenza e voglia di impegnarsi. Noi, per esempio, abbiamo fatto nella nostra sede di via San Biagio, ci ritrovavamo agli incontri tematici del sabato, per i cosiddetti ”pomerigginsieme”. Uno ebbe successo in particolare con Angelo Del Parigi, già giornalista de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno” e oggi medico, poi concludevano con una pizza insieme o altro incontro conviviale. Vivevamo , comunque,,in una situazione di basso profilo, rispetto ai giovani di Destra e maggiormente di Sinistra” . Nel 1988 il salto di qualità di risonanza nazionale.
“Ricordo – continua Michele- che organizzammo un grande evento sul tema ” La sinistra Dc verso il congresso nazionale ” con i leader nazionali di area e della Dc in generale, con Emilio Colombo,Angelo Sanza, Guido Bodrato, Carlo Fracanzani e altri . C’era gran parte dei ministri. Non c’era Giulio Andreotti, che non ha mai avuto un feeling con Emilio Colombo e con la Basilicata, pur essendo entrambi impegnati sul fronte atlantico di politica estera. Fu una due giorni al cineteatro Duni e fummo particolarmente impegnati, sopratutto perchè la Dc prima di andare al congresso nazionale ragionava molto, si confrontava al suo interno intercettando problemi, proposte. E questo anche in altri partiti. C’era una attività intensa. Si provavano consistenza delle correnti, perchè così era nella Dc, e occorreva prepararsi, studiare anche quello che facevano gli altri: conoscere per confrontarsi e governare. E fu la stagione buona per Matera, che fece emergere a livello comunali alcuni ”puledri di razza” come Enzo Ianaro, Enzo Menzella, Achille Spada e altri”
Una breve parentesi perchè lo spazio per i giovani non era quello chiesto e auspicato . ” Siamo stati molto impegnati – continua l’ex segretario del Movimento giovanile scudocrociato. Sia noi che i giovani colombiani ,eravamo molto d’accordo che il partito soffocava la crescita di giovani energie e alla lunga questo limite è venuto fuori. Senza ricambio generazionale non ci si rinnova, con tutto quello che ne consegue. Non ci davano molte opportunità. Tant’è che allora fece scalpore la nomina del giovane Carlo Chiurazzi alla presidenza della Usl 7 di Montalbano Jonico e perchè quell’ente spettava alla ”Base” ma l’amico e compianto Andrea Cucari, destinato a quel ruolo-incarico, rinunciò. E’ per questa ragione che il senatore Saverio D’Amelio, che all’epoca dialogava con Carlo Chiurazzi, disse a questo punto pigliamo noi e noi prendemmo un posto in più nel comitato di gestione”
E le donne? Lapidario Michele ” Le giovani donne del Movimento giovanile- commenta- diciamo che venivano per noi ragazzi e non per il partito” Dibattito sempre aperto sui motivi di un ridotto impegno in politica delle donne e 40 anni fa era ancora più difficile. Resta un simbolo, quello scudocrociato, che si è affievolito ma che vede,periodicamente, Basilicata compresa,i tentativi di ricostruire la Dc, intorno a un simbolo identitario . Fatica vana, possibile ? ” Non vedo in giro volontà e consistenza di dar vita a un nuovo partito popolare in una società che è cambiata- dice Corazza. Ci sono tentativi ,da una parte illusori e dall’altra che stimolano l’orgoglio di appartenenza a un partito, la Dc, che non esiste più per i motivi che sappiamo”. Ma c’è nostalgia dei partiti, che nella Prima Repubblica erano strutturati ed erano luogo di confronto, proposta, organizzazione. Dopo Tangentopoli, e con la questione morale che ancora tiene banco, sono venuti fuori movimenti, leader con liste individuali che hanno dato vita ad esperienze e parentesi di breve durati, a maggioranza cangianti e con cambi di casacca nella ”coerenza” più assoluta, del potere per il potere.
”Ritengo che la Dc- continua-in proporzione, tra ruolo occupato e gli avvisi di garanzia ,piuttosto,che le condanne rimediate, sia stata la meno colpita degli altri partiti, perchè tutto sommato c’era una solidarietà spinta dalla politica per mantenere alto il valore dei partiti e delle Istituzioni, contrariamente ad adesso. Quello che è più grave è che prima non si cambiava partito e meno che meno, al nostro interno, corrente. Si era bollati di tradimento e veniva messo alla gogna.Oggi le porte scorrevoli sono la norma. Essere democristiani oggi ,il democristiano moderno ha la consapevolezza di poter stare in qualsiasi partito, se si hanno competenza e preparazione. Per entrare in consiglio comunale ho impiegato 15 anni e mi sembrava di stare in una sezione di partito, che significava cosa dire e cosa fare.Oggi basta chiamarsi, senza nessuna allusione, Montemurro, Cifarelli e altri cognomi diffusi per poter raccogliere il risultato, dopo di chè si va lì senza preparazione e i risultati per la città sono quelli che sono. Il tema impellente è la formazione, la gavetta, il confronto con i successi e gli insuccessi che forgiano quanti vogliano impegnarsi in politica”. E allora il suggerimento ai giovani,ancora pochi, che vogliano cimentarsi? ” Prima di tutto devono partire da un presupposto irrinunciabile : essere preparati . E vivere la città. Condividere, attraverso le forme più disperate, quello che non va, approfondendo le questioni e poi immaginare la soluzione. Prima c’erano società, partiti, consiglio, giunta, sindaco per restare a livello locale. Oggi, con l’abbassamento della qualità c’è l’autoreferenzialità della giunta, come anche degli esecutivi, rispetto alla città e al Paese, Allora il decreto legge del governo che nei 30 giorni va in aula è la dimostrazione plastica di quello che succede ”
E Matera, che negli anni ha perso autonomia – in assenza di una classe dirigente degna di tal nome, aldilà dei comitati di affari che cambiano pelle ma non sostanza e obiettivi? ” Ho l’ambizione di pensare -osserva Corazza- che alle prossime elezioni non ci sarà più il teatrino dell’investitura del candidato sindaco da parte dei partiti, ma servirà avere un leader che prenda in mano il fardello della città e si assuma la responsabilità di programmare, governare. Auspico che accada, naturalmente, e se viene fuori una figura che vuole fare questo avremo risolto tutti i problemi. Una persona che dica ”so’ come risolvere i problemi di Matera” e in che maniera procedere, perchè ha una visione globale sul come e con chi farlo. E vuole sottoscrivere un accordo di questo tipo sono convinto che avremo il miglior sindaco della città” Occorre riprendere l’incipit. Finora abbiamo avuto da una parte, chi ha scelto il candidato sindaco intorno a un caminetto, e dall’altra chi è andato a Roma per decidere avere una investitura.Serve una valore morale di alto livello, autorevolezza riconiusciuta e riconoscibile e che dica, a questo giro, ai partiti perchè un tentativo, una figura femminile, la volta scorsa un tentativo l’aveva fatto ma poi si è fermata, non è andata oltre.. Ho la consapevolezza che se viene fuori una persona che dica le cose dette prima ci siamo”. E qui la domanda è logica se non c’è un Cincinnato pronto a scendere in campo da dove può venire fuori? . Corazza taglia dritto e parla di potenzialità da incoraggiare? Una specie di lavoro pazienza e di ”dinamica ” fiduciosa attesa.
” Basterebbe incoraggiare – aggiunge Corazza- quelle persone che mostrano di avere quei requisiti e ritengo ce ne siano, poche ma ce ne sono. Il momento oggi è topico perchè se aspettiamo ancora una anno e mezzo e arriviamo a sei mesi dalla scadenza della consigliatura faremo gli stessi errori degli ultimi 20 anni.Matera ha bisogno di ritrovarsi nella unitarietà, a patto di essere consapevoli di quanto ci danneggi essere divisi e questo fa il paio con il luogo comune di essere amanti dei forestieri. Un leader della città deve svolgere anche questo lavoro di ricucitura e identitario. A Potenza fanno quadrato, riuscendo a trovare la sintesi indipendentemente se si tratti di centro, destra e sinistra”. Un’analisi impietosa, reale, ma che la dice tutta da dove ripartire…contro la stagione della mediocrità, degli opportunismi e delle ”spighe vacanti”. E il bue, simbolo della città, spazientito, annuisce.
