martedì, 29 Aprile , 2025
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Brindisi Montagna: presentato il libro Lasciami Volare

Tra lacrime e commozione si è concluso ieri sera, presso il centro polifunzionale di Brindisi Montagna, l’incontro con Gianpietro Ghidini autore del libro “Lasciami Volare”.

Oltre duecentocinquanta tra insegnanti, genitori e studenti hanno ascoltato per quasi tre ore i racconti e i consigli di papà Gianpietro segnato dalla prematura perdita del figlio sedicenne Emanuele che due anni fa si è suicidato, al rientro da una festa dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti, lanciandosi nel fiume Chiese, a Gavardo suo paese.

Ha raccontato tutta la storia della sua vita fino al giorno in cui suo figlio ha deciso di non chiedere aiuto: “Dopo dieci anni di fidanzamento, tre figli sani ed una moglie fantastica – racconta papà Gianpietro – andai via di casa senza una precisa motivazione. Per mio figlio Emanuele si aprì un periodo di sofferenza ed iniziò a frequentare cattive compagnie. Il 23 novembre 2013 è stato il giorno in cui l’ho incontrato l’ultima volta e capii subito, dai suoi occhi, che qualcosa non andava così lo invitai ad aprirsi con me raccontandomi i suoi problemi. Quel dialogo non è mai avvenuto perchè quella stessa sera io dovetti andar via oberato di lavoro mentre Emanuele fu invitato ad una festa privata organizzata da amici maggiorenni. Durante il party mio figlio assunse sostanze stupefacenti ed al rientro a casa decise di compiere il folle gesto affogando per sempre i suoi dolori nel fiume. Quando dopo dieci ore di ricerche fu rinvenuto il suo corpo nudo nelle acque del Chiese lo strinsi forte a me e solo in quel momento sentii la sua forza e la sua energia invadere il mio corpo”.

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Da questa tragedia è nata la fondazione “Ema.pesciolinorosso

per lo sviluppo di progetti innovativi che impiega giovani in cerca di occupazione al fine di salvarli dall’imboccare scorciatoie poco raccomandabili che nei momenti di difficoltà possono apparire come l’unica via d’uscita.

Il padre affranto ha mostrato poi il tatuaggio ritraente il logo della fondazione, appunto un pesciolino rosso, tatuato sul braccio ed ha spiegato il perchè di questo nome: “Un giorno d’estate Emanuele aveva sei anni e venne a casa sconvolto dicendomi che dovevamo assolutamente aiutare un pesciolino rosso agonizzante nello stagno ormai secco. Io lo invitai a trasferire il pesciolino nell’acqua fresca del fiume situato a 150 mt dallo stagno e così fece. Appena lo liberammo il pesciolino rosso rinvenì subito ed iniziò a sguizzare felice nell’acqua ma non facemmo in tempo a gioire che un’anatra lo divorò come un bocconcino appetitoso. Non immaginate lo sconforto del mio piccolo Emanuele! Dopo 10 anni mio figlio si è lanciato proprio in quel punto ed è per questo che ho voluto chiamare così la fondazione in suo ricordo”.

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Lasciami volare” nato proprio dalla triste storia di Emanuele è un libro doppio dove da un lato c’è un dialogo per i genitori scritto da esperti ed educatori che vorrebbero parlare ai ragazzi e dall’altro lato un dialogo per i figli tratto da riflessioni di figli che parlano ai genitori.  “Hope Speranza”, l’altro volume è un lavoro che l’autore ha iniziato a scrivere proprio col figlio Emanuele ma che ha dovuto ultimare da solo, che parla di un viaggio nel tempo per ritrovare se stessi.

Papà Gianpietro ha cercato in tutti i modi, mediante la proiezione di video, canzoni e racconti, di fare arrivare all’intera platea un messaggio molto forte: “Non abbiate mai fretta, sappiate aspettare e mantenete sempre viva la vostra aura evitando le dipendenze come le droghe, l’alcol, il gioco d’azzardo e la pornografia. Fate sport, leggete almeno un libro a settimana perchè solo la preparazione e la conoscenza vi aiuteranno a sviluppare un vostro pensiero critico evitandovi di diventare pecoroni. Ricordatevi che nella vita si può sempre sbagliare ma un figlio deve sempre aggrapparsi ai propri genitori che sono gli unici guerrieri”.

L’intervento di Don Roberto, un prete romano ha coinvolto alcuni giovani del pubblico in un gioco apparentemente banale atto a sottolineare il significato dell’amicizia, quella vera.

Enza Martoccia
Enza Martoccia
30 anni, giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione presso l'UNIBAS di Basilicata. Collabora con “La Gazzetta del Mezzogiorno” dal 2002 e con il periodico locale “Al Parco Lucano”. Ha pubblicato diversi pezzi anche su riviste di settore come: “Il Cuoco”, “The page of life style” e “Inciucio”.Autrice di “La Svolta” Neverland Edizioni, un libro di saggistica . Autrice di un documentario intitolato: “Le arti magiche nelle Dolomiti Lucane”. Attualmente gestisce la EN.I.MAR Promotion sas, un laboratorio di grafica pubblicitaria, da lei fondato nel 2008, impiegata presso la NeMea Sistemi dal 2012, un'azienda sanremese esperta nel settore informatico. Addetto stampa presso il Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e per la Pro loco "Olea" di Oliveto Lucano.
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