La mucca podolica è la regina degli allevamenti di Basilicata e la sua presenza nell’appennino lucano, e non solo, è garanzia di tutela del territorio. L’associazione regionale allevatori ( Ara) ha avviato un percorso per il riconoscimento della Dop a latte e caciocavallo. A confermarlo, a Matera, il presidente dell’Ara Beniamino Fieramosca, nel corso del seminario ”Le nuove strategie sulla sanità animale, dalla conoscenza alla responsabilità”, che ha visto la partecipazione di allevatori, veterinari e amministratori di enti e ministeri. ” La Basilicata-ha detto Fieramosca- è regione capofila in questo percorso, che porterà senz’altro valore aggiunto al settore e all’economia delle aree interne”. Un bel segnale per la zootecnia e per il settore primario. L’Ara segue circa 2500 aziende , tra piccole e grandi. E, accanto a quelli tradizionali ( bovini, ovi caprini, suini, pollame) ci sono anche nuovi allevamenti. “Da qualche anno – aggiunge Fieramosca-seguiamo apicoltura, l’acquacoltura , elicicoltura,che si aggiungono a quelli di struzzi e di bufali, per questi ultimi ci sono allevamenti importanti a Irsina, nel Metapontino e in Val d’Agri”. Una valutazione sulla filiera del latte. ” Mantiene la produzione- aggiunge Il presidente dell’Ara-ma il cruccio è l’assenza sul territorio di strutture sul territorio che valorizzino il prodotto trasformato.Abbiamo centrali importanti per il latte fresco, poi c’è il gruppo della Granarolo che fa un’altra fetta di mercato di latte fresco , il resto finisce nei caseifici per la trasformazione in prodotti freschi” .
E per tutelare e valorizzare questo patrimonio occorre lavorare su prevenzione, informazione e innovazione, per evitare che dalle nostre parti si diffondano malattie come brucellosi, tubercolosi, aviaria rinotrachetie infettiva dei bovini (Ibr) o la diarrea virale bovina delle mucose ( Bvd/Md),anceh a tutela del consumatore-”Non abbiamo casi di brucellosi e tubercolosi in Basilicata, ma attendiamo a breve l’ufficialità-ha commentito il presidente dell’Ara. ”’Le direttive della legge 429/2023 -ha proseguito Fiaramosca- serviranno a discernere meglio questo tipo di malattie , che talvolta ha procurato più di qualche problema sulla brucellosi. Oggi c’è un approccio diverso e quindi una maggiore garanzia per allevatore e consumatore e il fattore importante è nella prevenzione, attraverso la conoscenza il monitoraggio e un rapporto continuo con tutti i soggetti che si occupano di benessere animale ”. In Basilicata la popolazione bovina ammonta a 50.000 capi, 300.000 quelli ovi caprini . Quanto alle aziende hanno subito una contrazione, con la scomparsa delle piccole realtà a causa dei costi di gestione,ma aumenta la concentrazione e i numeri di capi è pressocchè stabile.
