“Se non si rivedono i criteri di ripartizione dei fondi alle Università, studiati e adottatati con una logica ben precisa che ha sottratto risorse sopratutto a quelle del Mezzogiorno, i piccoli atenei rischiano di chiudere i battenti nei prossimi 4-5 anni. E quella di Basilicata nonostante abbia superato abbondantemente i 5000 iscritti non ha risorse a sufficienza,anzi ha subito tagli di fondi del 20 per cento”.
L’ex rettore dell’ateneo lucano fino al 2014, Mauro Fiorentino, non ha dubbi e nè tantomeno peli sulla lingua, sintetizzando lo studio condensato nel l volume “La Questione Meridionale dell’Università, 5000 lire io, 5000 lire Patrizia e nu milione e due tu” (Editoriale Scientifica – Napoli) che ha presentato a Matera davanti a studenti, amministratori locali e docenti.” Se non si cambia rotta -ha detto Fiorentino- il futuro per i piccoli atenei sarà nero. Il passaggio dalla fase solidale a una competitiva, ha segnato la sconfitta delle realtà del Mezzogiorno.
Senza risorse adeguate l’attività didattica e la ricerca sono a rischio e i territori si impoveriscono, con i giovani che vanno altrove. Come fa l’economia di un Paese a essere competitiva se non fa ricerca? Il Sud ha potenzialità enormi, ma non può sfruttarle perchè il disegno di riforme è stato incentrato su altre logiche di accentramento della spesa e della competitività. Vanno cambiate e subito le regole di ripartizione dei finanziamenti. Spero che qualcuno si ravveda”. E uno spiraglio l’ha aperto il viceministro all’Interno Filippo Bubbico. ” Va corretta questa architettura – ha detto Bubbico.
Ci sono le condizioni per farlo e per armonizzare le legittime esigenze delle realtà universitarie italiane e di quelle del Sud che hanno peculiarità da tutelare”. L’Ateneo di Basilicata è tra questi e se negli ultimi non fosse intervenuta la Regione avrebbe chiuso da tempo, nonostante la razionalizzazione della spesa e delle diverse capacità di attrazione e problematiche delle sedi di Potenza e Matera, alle prese con i cantieri del Campus che dovrebbero essere pronti tra il 2016 e il 2017.
Il libro di Fiorentino passa al setaccio15 anni di storia politica dell’Università italiana per analizzare -riporta una nota -con amara ironia ma con estremo rigore metodologico, come un groviglio d’interventi normativi e regolamentari – ispirati da un vento proveniente da Nord – abbia creato le condizioni per un inevitabile declino degli Atenei del Mezzogiorno.
Il volume – con la prefazione di Adriano Giannola, presidente Svimez – porta nel sottotitolo un’ironica citazione di “Scusate il ritardo”, uno dei film più belli di Massimo Troisi: il protagonista Vincenzo, infatti, fa pagare al fratello, praticamente per intero, il televisore da regalare a mammà (con l’ormai celebre frase “5.000 lire io, 5.000 lire Patrizia e nu milione e due tu”). Oltre a essere un omaggio al popolare attore napoletano, Fiorentino utilizza una brillante metafora per spiegare che “il Nord – è scritto nella sinossi – si è organizzato un bel regalo, cioè un’università più grande e più bella, che ha fatto pagare quasi totalmente al Sud”, dimostrando quindi che nella recente storia universitaria italiana è stato rovesciato il principio di fraternità-equità che è alla base della sana e umana relazione ricco-povero che Troisi aveva magistralmente interpretato”.
I tecnicismi connessi con i numerosi decreti ministeriali, spiega l’autore, che determinano le regole per il finanziamento delle università stanno sottraendo al Mezzogiorno sempre più risorse e stanno di fatto delocalizzando ampie fette dei servizi universitari dal Sud verso il Nord. Essi, inoltre, stanno creando le condizioni per una conseguente dismissione di alcune istituzioni universitarie meridionali.
I tagli economici alle università statali, tra il 2008 e il 2014 hanno gravato – ha evidenziato Fiorentino – per oltre il 50% sul Mezzogiorno (circa 250 milioni di euro l’anno nel confronto tra il 2014 e il 2008) e in misura irrisoria al Nord (poco più di 25 milioni annui), mentre già nella precedente fase di crescita dei finanziamenti al Sud erano state elargite somme aggiuntive nettamente inferiori rispetto al Centro e al Nord (nel confronto tra il 2009 e il 2001, circa 250 milioni di euro l’anno in più ai primi, contro i circa 500 milioni per ciascuno dei secondi).
Il finanziamento delle università meridionali, quindi, è oggi pari a quello del 2001, mentre al Settentrione, pur nel bel mezzo della ben nota crisi economica nazionale, arrivano, rispetto allo stesso anno, quasi 500 milioni l’anno in più. Sia l’autore sia Giannola (presente ai due appuntamenti di Napoli e Roma) sottolineano infine l’urgenza “di una tempestiva vigilanza da parte di un Parlamento finora colpevolmente disattento, al fine di porre immediato rimedio alle gravi iniquità che stanno determinando una nuova emigrazione forzata che rischia di indurre ulteriori penalizzazioni, se non un irreversibile declino, delle regioni del MezzogiornoAlla presentazione di Matera, moderata dal vicedirettore dei Tgr della Rai, Renato Cantore,hanno partecipato la Rettrice dell’Unibas, Aurelia Sole, il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, il docente di Economia internazionale (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”), Gianfranco Viesti, il Presidente Svimez, Adriano Giannola, il Viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico e il direttore Dicem (Università degli Studi della Basilicata), Ferdinando Mirizzi.
La presentazione di Potenza, fissata per venerdi’ 19 febbraio, sarà invece moderata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Basilicata, Mimmo Sammartino: accanto alla Rettrice Unibas e a Giannola, parteciperanno Aldo Corcella, professore di Filologia Classica (Università degli Studi della Basilicata), Roberto Speranza, deputato Pd, Raffaele Liberali, assessore alle politiche di sviluppo, lavoro, formazione e ricerca della Regione Basilicata, e Fabrizio Caccavale, prorettore alla Valutazione dell’Università degli Studi della Basilica.
