Con l’arrivo del mese di aprile è ufficialmente entrato in vigore il nuovo decreto trimestrale del Ministero dell’Economia sui tassi di interesse applicati a prestiti e finanziamenti.
Il provvedimento, pubblicato a fine marzo, stabilisce i tassi soglia per il secondo trimestre dell’anno, oltre i quali un finanziamento può essere considerato usurario ai sensi della legge 108/1996.
Si tratta di un aggiornamento atteso, che fornisce non solo un quadro normativo per banche e finanziarie, ma anche un riferimento utile per chi sta valutando la possibilità di richiedere un prestito.
Cosa dice il nuovo decreto
Secondo quanto riportato nel decreto firmato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, i nuovi tassi effettivi globali medi (TEGM), rilevati dalla Banca d’Italia per il periodo ottobre-dicembre 2024, sono stati aggiornati in base alle variazioni del tasso di rifinanziamento dell’Eurosistema e valgono per il periodo 1° aprile – 30 giugno 2025.
I tassi sono distinti per categoria e importo, ma uno dei dati più importanti riguarda proprio il credito personale, una delle forme di finanziamento più richieste dai consumatori: il tasso medio annuo è fissato al 10,90%, mentre il tasso soglia – ovvero il limite oltre il quale scatta l’usura – è pari al 17,625%.
Per i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, il tasso soglia è di poco inferiore, al 16,95%, mentre per il credito revolving si tocca una delle soglie più elevate: 23,20%.
Anche i finanziamenti con utilizzo di carte di credito rateali superano l’11% di tasso medio, segno di un costo del denaro ancora piuttosto alto su queste formule flessibili.
Cosa significa “tasso soglia” e perché è importante
Il tasso soglia non è un limite “consigliato”, ma un vero e proprio confine legale: qualunque contratto che superi, nella pratica, questo valore è considerato illegittimo. Per questo motivo è importante conoscere i tassi medi ufficiali e verificare che l’offerta ricevuta da una banca o una finanziaria rientri nei parametri legali.
Nel caso dei prestiti personali, spesso utilizzati per affrontare spese mediche, familiari o legate alla mobilità, la trasparenza è essenziale. Il TAEG, ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale, deve includere tutte le spese: non solo l’interesse puro, ma anche commissioni, assicurazioni obbligatorie e costi accessori.
Il decreto, quindi, non indica un’emergenza credito, né segnala situazioni fuori controllo. Al contrario, si inserisce nel consueto aggiornamento trimestrale previsto dalla legge, ed è uno strumento di trasparenza e tutela per i consumatori. Ma considerando l’attuale situazione dei tassi, relativamente alti rispetto a qualche anno fa, è ancora più importante leggere bene i contratti e scegliere con prudenza.
Come valutare un prestito: occhio a TAN, TAEG e tipo di prodotto
Oltre al rispetto dei limiti legali, chi sta valutando un finanziamento dovrebbe porre attenzione ad altri aspetti pratici.
Il primo della lista è la durata in base all’importo: i prestiti più brevi, infatti, tendono ad avere rate più alte ma interessi totali inferiori. Conta anche la finalità, perché i prestiti finalizzati (es. per auto o elettrodomestici) possono avere tassi più contenuti rispetto a quelli non finalizzati.
A seguire, bisogna valutare con attenzione anche il tipo di contratto. Esistono tante formule, come la cessione del quinto o il credito revolving, le quali possono sembrare effettivamente comode, ma non certo economiche.
Per finire si devono controllare i costi tra tassi variabili e fissi, anche se per i prestiti al consumo è quasi sempre ovvia quest’ultima modalità.
Nell’ottica di valutare al meglio la soluzione più adeguata alle proprie esigenze, diventano fondamentali siti di comparazione dedicati, come Facile.it, che permettono di confrontare vari preventivi di prestiti e quindi orientarsi nella scelta di quello più adatto a sé, evitando sorprese e considerando con precisione i costi effettivi reali.
