La parola fine sull’eterna questione del riordino del gambling è arrivata il 3 aprile scorso, quando il decreto legislativo recante le norme relative al gioco pubblico italiano è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Una riforma vasta, attesa da anni, che va a toccare punti salienti della filiera del gambling a distanza e che ha come obiettivo quello di riformare il settore, affrontando temi di particolare importanza non solo per gli utenti ma anche per i lavoratori e le imprese. Come anticipato nelle settimane scorse dalla redazione di Gamingreport.it, tra le novità c’è l’abolizione delle skin, ovvero delle modalità di affiliazione che permettevano agli affiliati di avere a disposizione un sito di gioco online per il proprio brand, ma utilizzando la licenza di un altro concessionario. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato ha invece sottolineato che ogni concessionario sarà obbligato a indicare il dominio di primo livello nazionale, quindi ogni stakeholder è chiamato a istituire un proprio sistema di gioco.
Tra le nuove regole adottate dal Governo, c’è anche quella che rende il sistema dei conti gioco il “core business” dei concessionari. Stando sempre a quanto riporta Gaming Report, questo sistema gestisce i conti degli utenti e include sito e app per giocare, comunicando con il sistema centralizzato tramite il Protocollo per l’analisi dei conti gioco. Ogni concessionario avrà un proprio sistema certificato e dovrà presentare autonomamente la piattaforma dei giochi, aumentando la responsabilizzazione degli stakeholder nella gestione e modifica dei conti gioco.
Se i giochi, per l’online, sono fatti adesso l’attenzione si sposta al segmento fisico, che nonostante il predominio del settore digitale ha dato forti segnali di ripresa. Un tasso di crescita continuo, un mercato con una domanda robusta e crescente, che merita quindi un’attenzione particolare. Per questo Armando Iaccarino, Presidente del Centro Studi Astro – Confindustria Sit, ha dettato la linea: “Non si può fare il riordino senza un’analisi della domanda – ha spiegato recentemente ai microfoni di Gioconews.it – e senza la partecipazione degli operatori del settore, non si può fare il riordino se non si abbandona l’approccio emotivo al tema e si deve entrare in un discorso razionale dove non ci sono ‘nemici del popolo”.
Per mettere mano al riordino dell’online, insomma, bisogna coinvolgere i protagonisti di una filiera che ad oggi vale circa 5 miliardi di euro per l’Erario statale. Ma il valore del gambling è anche più nascosto ed è stato sottolineato da tempo da esperti e addetti ai lavori: mantenere una rete di gioco pubblico e controllato sul territorio permette di avere presidi contro la diffusione del gioco illegale, consentendo di individuare forme nuove di illegalità. “Dobbiamo pensare a una rete che diventi il braccio sul territorio del presidio pubblico”, ha continuato il Presidente di Astro. Per questo sarà fondamentale non ripetere l’errore della riforma dell’online, che ha alzato vertiginosamente i prezzi delle concessioni. Il rischio, in questo caso, è di mozzare le gambe a tante piccole e medie imprese che sono fondamentali nella struttura e nel tessuto di ADM. Da qui si deve partire per ragionare di riordino. Il primo tassello di una lunga strada.