” Sono passati due anni” dall’ultima corsa…. di Primo Sinno e amici, parenti, sportivi e compagni e compagne di una vita continuano a ricordarce tenacia, preparazione, consigli utili e ”carisma” di un impegno che ha percorso e raggiunto tante tappe,partendo da quella fiamma olimpica passata per Matera e diretta alle Olimpiadi di Roma 1960 a quelle che ha infiammato la pista di atletica della ” Rocco Scotellaro”, costituita nel 1963, fino a indicare le tante strade che dalla ”cenerentola dello sport” (l’atletica) ha portato per un breve periodo sui banchi del consiglio comunale. Altri tempi,segnati da un uomo tutto d’un pezzo, al quale la città ha dedicato la pista atletica- è questa la intitolazione esatta- del campo sportivo scolastico di via delle Nazioni Unite che porta il nome di Raffaele Duni. Ricordi tanti, a cominciare dal sindaco Domenico Bernardi, che ha confessato di essere riuscito a percorrere 10 km senza sfiancarsi, seguendo gli utili consigli di Primo. E poi di Antonio Materdomini che ha risposto a una sollecitazione di Pino Liccese per riqualificare un impianto sportivo, che mostra i segni del tempo. Intervento che verrà da un progetto, in attesa di finanziamento per 400.000 euri. E Pino, che ha assicurato i ringraziamenti di Primo dalle piste del Paradiso, insieme a quelle del custode Saverio Ruggieri, ha insistito per cominciare a fare qualcosa adesso. Ma senza soldi non si ”canta ” la Messa, recita un antico detto popolare.
Poi i ricordi -che riportiamo più avanti- del consigliere Pasquale Doria, ex atleta dell’Olimpia Basket dove Primo è stato preparatore atletico, e promotore dell’ordine del giorno con Michele Paterino, approvato all’unanimità in consiglio comunale,per la intitolazione della pista. Ricordi di famiglia, e sugli spalti erano in tanti, dal dottor Carmine Sinno, ex marciatore della ”Rocco Scotellaro, che ha condiviso tante soddisfazione con lo ”zio”. E Sinno ha letto un ricordo di Vincenzo Viti, che ha tracciato il ricordo di un alieno ”cortese e leale” quale fu Primo. Roberto Cifarelli ne ha ricordato il ”carisma” , di trascinatore e con i fatti che gli davano ragione. Intorno ragazzi e ragazze di varie società sportive, dalla Rocco Scotellaro alla Athlos, che oggi avrebbero avuto bisogno di una persona come Primo Sinno. ”Tedoforo” sulle piste di atletica e sulle strade della vita.
IL PERCORSO DELLA INTITOLAZIONE
La proposta di intitolare il Campo Scuola a Primo Sinno è nata da un ordine del giorno dei consiglieri comunali Pasquale Doria e Michele Paterino, approvato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Domenico Bennardi. Nato il 13 luglio del 1939 e scomparso l’8 febbraio del 2022, Sinno è stato un instancabile educatore per diverse generazioni di materani. Nei lunghi anni di attività e dedizione totale allo sport, la sua fama ha superato i confini locali per affermarsi gradualmente in tutta la regione e fino a livello nazionale. Ha insegnato a lungo Educazione fisica nelle scuole cittadine, vivai naturali e fucine di talenti cresciuti con la guida di uno sportivo valente e autorevole, in grado di rafforzare come pochi l’autostima dei suoi allievi che, anche per questa ragione, la gratitudine, non lo potranno mai dimenticare. Il suo esordio come atleta del mezzofondo risale alla seconda metà degli anni ’50, specialità in cui si è cimentato senza risparmiarsi fino al 1966. Molteplici i titoli regionali conquistati nella sua carriera, maturando un riconoscimento di assoluto prestigio nel 1960, quando gli venne assegnato il compito e l’onore di tedoforo alla vigilia delle Olimpiadi di Roma. Portò la fiaccola olimpica per le strade di Matera, un’immagine di compostezza ed eleganza sportiva rimasta impressa a lungo nella memoria della comunità. Intenso è stato il duraturo impegno in veste di tecnico, che ha segnato profondamente la sua vita. Un percorso lunghissimo iniziato a maggio 1966, anno in cui venne inaugurato il Campo scuola ai margini del quartiere popolare di Serra Venerdì. Sin dalla nascita di questo tempio cittadino dello sport, Sinno è stato presente quotidianamente su pista e pedane, allenando in 45 anni migliaia di giovani materani e ragazzi della provincia. Nel novembre 1963 fu tra i fondatori della Polisportiva “Rocco Scotellaro” e dal primo giorno divenne il tecnico del sodalizio.
L’omaggio di Pasquale Doria
Bisogna avere dalla propria il calcolo delle probabilità, ma è vero, chi trova un buon maestro trova un grande tesoro. Vale, a questo proposito, il vecchio adagio attribuito alla cultura ellenistica, secondo cui l’insegnante mediocre ripete a memoria, il bravo insegnante spiega, l’insegnante eccellente dimostra. Ma è il maestro che ispira.
Primo Sinno ci ha lasciato l’8 febbraio del 2022, circondato dall’affetto dei suoi cari e di tantissimi amici. Ci eravamo visti per l’ultima volta in occasione del suo ottantunesimo compleanno. Ho conservato qualche appunto, che ripropongo con lo stesso spirito. Non intendevo, però, fare il cronista e neppure per un attimo ho cercato di scavare nella miniera di testimonianze di cui era lucido depositario. Impossibile sorvolare, tuttavia, sul rigoroso preparatore atletico che ho conosciuto da ragazzo. Gli esercizi andavano eseguiti bene. Non era indulgente, meglio non farsi travolgere da quella forza della natura che esigeva non solo il suo personale rispetto, ma una vera e propria presa di coscienza, un’assunzione di responsabilità. Non gli bastava la prova muscolare, sopra ogni cosa veniva la maturazione, la consapevolezza di chi era lì a fare preparazione atletica e, poi, lui non aveva tempo da perdere con giovincelli con la testa tra le nuvole. Lezioni di vita chiare ed esemplari. Linguaggio schietto e impossibile da fraintendere. Chi non ci stava doveva prendere la via degli spogliatoi. Punto e basta.
C’è un’altra storia, tuttavia, l’ho apprezzata molti anni dopo. Fuori dall’ambiente sportivo, quando ho conosciuto una persona differente e molto più propensa al dialogo. Un confronto spesso arricchito da saggi consigli, sempre propedeutici a un impegno militante, nel senso che i suoi erano punti di vista vissuti, utili a affrontare con un minimo di corazza in più le inevitabili bordate della vita, quelle fuori dalle piste di atletica e dai palazzetti dello sport.
L’insegnamento principe era la dignità, direzione che Primo Sinno ha saputo indicare con decisione a tanti materani, specialmente a quelli del vicino quartiere al Campo scuola, a Serra Venerdì. Un salto ben fatto non era un encomiabile gesto atletico, ma molto di più. Significava abbandonare un’antica subalternità, seguendo la luce di un altro straordinario faro e le sue parole, quelle che ripetevano l’urgenza di entrare nella storia “con i panni e le scarpe e le facce che avevamo”. Doveva farsi giorno, non poteva essere più diversamente, e poteva accadere anche su una pista di atletica dove, mai prima di allora, la regina di tutte le discipline sportive riuscì a mietere tanti allori. Quella nobilissima società sportiva si chiama non a caso Rocco Scotellaro. In quei tempi, tutto ci parlava di Maestri, capaci specialmente d’ispirare e di osare, per diventare persone mature e autonome, soprattutto responsabili e umane.
Grazie Primo, ti ricorderemo per sempre giovane alfiere con quella fiaccola olimpica in alto che brucia fieramente nel vento della libertà. La nostra marcia comune, intanto, non si è fermata, continua.
IL RICORDO DI CARMINE SINNO
che ha letto ,a sua volta, un ricordo del’ex parlamentare dc Vincenzo Viti, alla scomparsa del grande atleta, tedoforo per la fiamma olimpica – in transito da Matera- per le Olimpiadi di Roma
Primo Sinno, l’eroe omerico della nostra infanzia nella vita di noi giovani con la semplicità e la innocenza dei semidei. Una esistenza vota alla operatività e al sacrificio della competizione sportiva.Appariva ed era estraneo alle posture e goffaggini della nostra meridionalità.Portava una ascendenza razziale di altri mondi,quasi finnica. Un Alieno Cortese e Leale che lascia fra noi la nostalgia di un tempo che se ne è andato.E non lascia tracce se non rimpianti (Vincenzo Viti)
