Una storia che non ti aspetti segnata da sacrifici, impegni, tratte da pagine del calcio lucano che appartiene agli annali di campionati, sfide, dove la passione consentiva di portare a casa soddisfazioni e qualche boccone amaro. Ma ci sta quando si conoscono limiti e si scende in campo con lealtà, spendendo tutte le energie che si hanno in corpo. Come ha fatto Giuseppe Turturiello, medico veterinario in pensione, originario di Balvano (Potenza) e materano di adozione, con un passato di portiere e con la fama di ”para rigori”. E la sua storia comincia, naturalmente dalla gavetta, con le prime parate fatte nelle partitelle con amici su campetti di periferia. ”Ho cominciato l’attività calcistica a 14 anni -ricorda Giuseppe Turturiello- negli allievi del Potenza dove fui portato da un amico a fare un provino nel 1967 e lì sono rimasto facendo tutti la trafila negli allievi, Berretti, Juniores fino a essere spesso convocato per la squadra maggiore, in serie C, l’anno dopo la retrocessione dei rossoblu dalla B. L’esordio in C nel 1971 a Cava dei Terreni( Salerno) contro la Cavese , durante la partita. Eravamo sull’1 a 1 ed entrai al posto di Emmerich Tarabocchia, un portiere che veniva dal Genoa. Alla fine pareggiammo e difesi quel risultato.L’anno successivo fui convocato sempre con il Potenza per il ritiro e con tutta probabilità avrei giocato tutto il campionato, ma ebbi un problema di screpolazione , alle mani, e non potei andare in ritiro. La società mi mandò a Roma per una visita dermatologica e venne fuori che avevo la psoriasi e questo mi condizionò per la carriera professionale e sportiva” . Turturiello aveva 18 anni e doveva iscriversi alla facoltà di medicina Veterinaria, presso l’Università di Napoli, ma con il cuore che batteva anche per campi di gioco. “La passione – continua- per il calcio c’era tutta ma la mia aspirazione era quella di non stare a Potenza, perchè non mi trovavo bene come ambiente, e fui preso dal Rionero che militava in Promozione. Vincemmo quel campionato e salimmo in Quarta serie ( la D) come si diceva allora. Presi pochi goals, anche perchè avevo una strategia tutta mia nel parare i rigori e nel capire ogni piccolo segno di quelli che erano chiamati a batterli. Un anno nell’Avigliano, dove giocai successivamente, parai ben 8 rigori su 10 e abbiamo vinto il campionato con un punto di vantaggio sulla inseguitrice. Con la squadra aviglianese abbiamo vinto 4 volte il campionato di Promozione e ho disputato con loro due volte la Quarta serie. L’impegno universitario,però, mi impediva di fare gli allenamenti necessari. Tutti i venerdì partivo per allenarmi e domenica giocavo, cosa che potevo fare in Promozione ma non in quarta serie , per l’impegno che comportava. Ero io stesso che consigliavo la società di prendere un altro portiere”
Turturiello, studente – portiere in trasferta, ricorda con piacere gli allenatori che gli hanno dato fiducia, quando il calcio era un’altra cosa e squadra e società erano una famiglia o quasi.” Al Rionero – ricorda Turturiello- c’era Luciano Masiero l’ex grande portiere del Potenza che, ricordo, voleva acquistarlo la Juventus, che lo aveva seguito durante il campionato di serie B. Ad Avigliano abbiamo avuto Gaddi, che veniva dal Potenza, ma era cresciuto nel Milan, poi Sergio Quaiattini, Enzo Triani” . Il portierone si laurea e la sua fama di portiere saracinesca approda anche nella Città dei Sassi, dove porterà avanti la carriera professionale come dirigente del settore veterinario nell’Azienda sanitaria locale, fino alla pensione. ” Dopo la laurea ho continuato a giocare- racconta Turturiello- nel Pro Matera, guidato dal presidente Palmieri, e abbiamo rischiato di vincere il campionato di Promozione. Poi, e sempre da titolare, ho giocato a Ferrandina e nel Pisticci ,dove nel 1986 ho chiuso la carriera” . E a questo punto i ricordi si rincorrono tra bilanci, con episodi da ricordare piacevolmente e altri un po’ meno. ” Un ricordo piacevole fu quando con l’Avigliano giocammo a Pietragalla – rammenta il portierone.Era il 90° ed eravamo sul punteggio di 2 a 1 . L’arbito concesse il rigore alla squadra di casa. Ma io feci fino in fondo il mio dovere. Parai il rigore e scappai subito negli spogliatoi , per farmI la doccia, perchè la giornata era stata piovosa ed ero ricoperto di fango. Accadde che Il mio presidente ,nella foga di ringraziarmi per aver difeso la vittoria, mi venne ad abbracciare sotto la doccia…non accorgendosi che io ero nudo e lui vestito. Fece la doccia anche lui. L’episodio brutto fu a Venosa, sempre in Promozione, e con l’Avigliano, dove ci fu una ‘inspiegabile ‘invasione di campo a 15 minuti dall’inizio della partita. Eravamo sullo zero a zero…Alla invasione parteciparono oltre ai tifosi anche i vigili urbani, che avevano delle mazze di legno. e inveivano contro di noi. Dovevano tutelarci e invece partecipavano alla protesta. Fu una cosa molto brutta”
Ricordi di un portiere del passato, che ha dato tanto in campo e fuori dove ha giocato. Una carriera fatta di sacrifici e di tanta passione e in un ruolo difficile, ma che riserva anche soddisfazioni come quello del portiere. Oggi, invece, quel ruolo dalla serie A, a seguire nelle serie minori,è ricoperto spesso da calciatori stranieri. Perchè? Pochi gli italiani eredi di Zoff, Zenga, Buffon, Donnarumma per citarne alcuni. ” Il motivo -osserva Turturiello- è nel non riuscire a fare avvicinare i ragazzini al calcio, in base alla predisposizione che hanno. Spesso sono i genitori che dicono ai figli cosa devono fare . Il goal piace a tutti e naturalmente si spinge per farli giocare in attacco. Bisognerebbe far sì, invece, che ogni genitore valuti la propensione dei figli a giocare in questo o quel ruolo. Ho un figlio maschio, gli ho fatto disputare una partita e ho notato che il calcio non era per lui e ora pratica bene un altro sport, la pallavolo. Bisogna essere obiettivi e non rincorrere cose che non esistono. Un tempo c’era il vivaio della strada, dei campetti, degli osservatori, che consentivano di divertirsi e di fare esperienza e di far giocare nel ruolo giusto”. Altri tempi. Turturiello continua a seguire il calcio e, naturalmente, con le imprese, i sogni e i sacrifici delle squadre lucane. Il suo cuore era e resta rossolblu, pur vivendo a Matera, che segue comunque.
” La sorpresa è il Picerno – commenta l’ex portiere. Una squadra di un piccolo centro, ospitale, e con la passione di un zio d’America, che continua e fa bene, un bel sogno. Auguro al Picerno tanta fortuna. Se lo merita. Auspico che facciano bene anche gli altri , dalla D alla C. Quanto al Potenza ritengo che è un po’ l’ambiente che penalizza anche l’aggregazione dello spogliatoio . Almeno, quando c’ero io, era così. Però in genere ci sono differenze tra grandi e piccoli centri. Ricordo ad Avigliano . Al centro dell’attenzione c’era la persona più che l’atleta e questo fa molto per il senso di appartenenza a una comunità, prima di tutto, a una società e a una squadra”. E’ il segreto del successo, delle piccole e grandi imprese, di quanti come Giuseppe Turturiello hanno lavorato con serietà , ricevendo stima e soddisfazioni. Prima uomini per essere bravi calciatori in campo. Un piccolo ma prezioso consiglio per i giovani che vorranno impegnarsi nel calcio, cominciando con il difendere la porta di una piccola squadra.
DALL’ALBUM DEL PORTIERE…
AVIGLIANO CAMPIONATO 1974-1975
AVIGLIANO CAMPIONATO SERIE d 1975-1976
CAMPIONATO 177-1978 CAMPIONI REGIONALI
CON IL FERRANDINA NEL 1985