Dopo l’uscita ingloriosa dell’Italia in questi Europei 2024, chi non è un grande patito di calcio ma lo segue per vedere del bel gioco, ha dovuto guardicchiare le altre partite per trovare motivazioni per seguire fino in fondo il torneo. Non che sia emerso gran che in un mondo del calcio sempre più drogato dall’unico motore che sembra muovere il mondo “i soldi” e sempre meno abitato dalle passioni che hanno fatto grande questo sport. Ma quando l’imbuto verso la finale si è ristretto qualcosa in più si è visto in campo, sino alla partita di questa sera che ha sancito almeno una cosa: ha vinto chi ha fatto meglio e con costanza! Chi è arrivato in finale vincendole tutte le sette partite di questi europei (la sua striscia di vittorie più lunga nella competizione, dalla stagione 1992) e con una batteria di giovani talenti che è davvero una delizia vedere giocare….e realizzare. E così la Spagna si aggiudica per la quarta volta nella sua storia il titolo di campione d’Europa….mentre l’Inghilterra rimane l’eterna sconfitta. E’ indiscutibile: ha vinto la squadra più forte! E così con il suo bel gioco la Spagna, dopo aver conquistato un anno fa la Nations League fa il bis sul palcoscenico di Euro 2024, succedendo all’Italia nell’albo d’oro e stabilendo il record assoluto a cui accennavamo prima, quello di aver messo in bacheca per quattro volte il titolo continentale. Ennesimo brutto esito, invece, per coloro che hanno inventato il calcio e che tornano a casa ancora a mani vuote, come oramai è prassi per loro maledetta, dal lontano 1966. Tre anni fa avevano perso in casa con l’Italia ai rigori ed ora a Berlino soccombono invece per un gol di Oyarzabal (entrato poco prima al posto di Morata) a 4 minuti dalla fine. Insomma, alla fine è stata la vittoria del talento, dell’organizzazione di gioco e della tecnica, di una Spagna convertita -sembra- ad una calcio più verticale esaltato dalle sue due giovani frecce: Lamine Yamal e Nico Williams. E alla fine si chiude con un 2-1 meritatissimo e la Spagna vince gli Europei. Ultima considerazione da amante del bel calcio. Fermo restando le vigenti regole in base a cui le squadre di club nei campionati nazionali possono avere squadre composte interamente da calciatori stranieri, ha ancora senso fare svolgere questi tornei (Europei, Mondiali…) in cui devono scendere in campo le nazionali? In questo modo è davvero difficile avere nazionali competitive, tranne in alcuni casi. Non certo quello dell’Italia, come abbiamo visto, in cui si è dovuto allestire una compagine con reparti assolutamente non competitivi già in partenza. Non sarebbe utile una norma che, pur lasciando la libertà ai club di acquistare chi si vuole, in campo stabilisse che debbano scendere un numero minimo di calciatori (6/7) della propria nazione? E non sarebbe, altresì, utile un obbligo a curare i vivai? Ma sappiamo che questo il business system del calcio non lo consentirà mai. In nome dello slogan: tanti, maledetti e subito, i soldi!

Iscritto all’albo dei giornalisti della Basilicata.