Se avete davanti, nei ricordi ”palma d’acciaio”, Bruce Lee, il protagonista di tanti film sul kung fu , scomparso prematuramente a 32 anni, beh…mettetelo per un attimo da parte e recuperate la dimensione dell’equilibrio, della concentrazione e del silenzio. La disciplina del kung fu Shaolin non è solo arte marziale, ma è anche una forma psicofisica di cura del corpo che contribuisce a raggiungere una dimensione di benessere. E oggi ridurre lo stress è importante, magari cominciando a contare fino a 10 – come suggerisce il buon senso- per allentare le tensioni. Matera ha validi interpreti di questa disciplina con i praticanti del centro culturale Shaolin Kung Fu del Maestro Shi Heng Li, il nome cinese del discepolo del tempio Rosario Antezza, che nei giorni scorsi hanno conseguito lusinghieri risultati nei campionati italiani Acsi svoltisi a Salerno. Nel bottino di 30 medaglie due, d’oro, le ha conquistate Alessandro Di Leo, nelle specialità a ”mano nuda” e con ”sciabola”. E con Alessandro, che ci ha segnalato la cosa, non potevamo che approfondire l’argomento, visto che ignoravamo di questa passione, come tanti- del resto- che lo conoscono come cantante e musicista. Per Alessandro l’avvicinamento allo Shaolin è stato un percorso naturale, condiviso con la dimensione spirituale che la pratica sportiva delle arti marziali contiene. ” Il Kung fu- dice Alessandro Di Leo- è visto per certi versi come brutale. L’affiancamento dello Shaolin consente di vivere quella spiritualità , quel senso e quella ricerca di equilibrio che contrassegna la filosofia buddista. Quella dimensione di spiritualità che apprezzo, che consente di controllare le passioni e di rapportarsi meglio e nella maniera giusta con sè stessi e con gli altri”.
Shaolin, ricordiamo, per quanti vorranno approfondire, è un nome che prende origine dal monastero buddista di Shao Lin Szu, il “Tempio della Giovane Foresta” costruito alla fine del quinto secolo sulle pendici del monte Sung, nella provincia cinese di Honan. E il seme si sviluppò da quella grande albero della vita, anima di spiritualità che è l’India, come è nella storia di quel Paese. Ramificandosi,poi, in tutto il continente asiatico fino a raggiungere anche l’Europa attraverso mercanti, esploratori, come Marco Polo, e i primi missionari. Un po’ di storia non guasta, per capire l’uomo in generale e nello specifico quanti praticano lo sport di questa disciplina. Il 6 e 7 aprile sarà a Matera, per uno stage (pronuncia rigorosamente in francese) il maestro Shi Yan Ti, a sua volta maestro del materano Rosario Antezza Shi Heng Li. Un’ altra occasione per conoscere disciplina, insegnamenti e per Alessandro anche per trarre ispirazioni da portare in musica, magari in una canzone o in una raccolta di brani dedicati. Potrebbe chiamarsi ”Shaolin Matera” , che ha una storia millenaria? ” Ci stiamo pensando – aggiunge Alessandro. Una cosa alla volta”. E del resto la ”squadra” è pronta a ”leali” e ”concentrate” sfide internazionali. Un impegno importante, sotto tutti i punti di vista, a cominciare da quello finanziario. Il kung fu shaolin è uno sport povero, fatto di tanti sacrifici personali, a volte snobbato come capita a tutte le piccole discipline sportive.Non sarebbe male se la città, dalle Istituzioni al mondo delle imprese, sostenesse ragazzi e ragazze nella prossime sfide. Del resto porteranno con sè anima e cuore la nostra Matera, come ”ambasciatori” di pace e di lealtà sportiva. Non dimentichiamolo.
