Senza fatti nuovi, se non si fa avanti nessuno e non si va dal notaio per fare la società, non si ha voglia di tirar fuori 300.000 euro di fidejussione per l’iscrizione e altri 500-600 milioni per la squadra e una gestione triennale, la serie D la vedremo con il binocolo…A meno che non si decida di partire dal basso, dall’inferno della Promozione e rivolgersi alla Madonna della Bruna per ridurre i tempi di attesa in Purgatorio. Siamo concreti, anche se la speranza è l’ultima a morire. Nel frattempo si potrebbe provare a rifare un altro giro tra gli imprenditori, stranamente in silenzio come ha detto il sindaco nonostante il ”brand” Matera 2019 sta tirando altrove. Ma è inutile girarci intorno senza ”cultura” di impresa sportiva non si fa da nessuna parte e poi, se facciamo un passo indietro, quella maglia ” 2019” indossata a bordo campo lo scorso anno ha portato male. Ricordate c’era anche l’ex arbitro Paparesta. E allora? Il tempo del 31 luglio per la Federazione calcio non è perentorio e ci sarebbe tempo anche ad agosto, con la possibilità di ripescaggio dopo la scrematura della squadre inadempiente. Ma le condizioni non cambiano: soldi sul bancone…Finora non si è mosso nulla per iscrivere entro fine luglio il Matera al campionato di calcio di serie D. La manifestazione di interesse promossa dal Comune e conclusasi il 14 giugno con una sola proposta, che riguardava lo Stadio ” Franco Salerno-XXI Settembre” ma non progetto, squadra e società- da quanto hanno riferito il sindaco Raffaele De Ruggieri e l’assessore allo sport Giuseppe Tragni nel corso della conferenza stampa per fare il punto sullo stato dell’arte e alla quale ha partecipato anche Franco Dell’Acqua dello staff del sindaco, che sta seguendo anche questa storia . Qualche disponibiltà del tipo “sono disposto a contribuire”, ma non si è approdato a nulla. Sono circolati i nomi degli imprenditori Nicola Benedetto, Michele Maggi e l’iniziativa lodevole di ‘azionariato” del progetto Matera 1933 di Giuseppe Fragasso, ma nulla. Incontri, tavoli e finanche un viaggio nella Capitale con un grande nome di imprenditori alla guida di una società sportiva ( radio tifo dice dai colori bianco azzurri), quest’ultimo stra impegnato in altre realtà ma disponibile a un supporto ”tecnico finanziario” ma a patto che a Matera ci siano uno o più imprenditori motivati…Nulla da fare e del resto non siamo nel ”semestre bianco” da campagna elettorale dove le motivazioni per apparire vengono fuori per ingraziarsi il voto della tifoseria locale. Sindaco e assessore, ed è l’unico nome che hanno fatto a tutela della privacy…, è stato quello del vicepresidente della Uefa il materano Michele Uva che ha dato utili consigli. Del resto il calcio punta su trasparenza, legalità, programmazione e passione per questo sport. La stessa esperienza del Pordenone, partito dalla Promozione e approdato in serie B, conferma cosa fare per evitare errori. A Foggia al Comune sono venute fuori sei manifestazioni di interesse. A Matera zero. E allora ultimi quindici giorni e passa a sollecitare come ha ricordato Tragni ”qualcuno” che è rimasto a casa e non si è fatto avanti. Pallone sgonfio. Ma occore fare qualcosa, vedere se la strategia adottata sia stata quella giusta, anche per fare il tam tam nel reale e nel virtuale, nei social con l’hashtag #salviamomateracalcio. A Bari la cosa ha funzionato. Forse si fa ancora in tempo. Ma piedi per terra: senza soldi, uomini motivati e progetto triennale non si va da nessuna parte. Altrimenti si cominci dalla Promozione…per far rotolare il pallone.
