E’ bastato uno spunto goliardico del creativo Sergio Laterza, per indurci a saperne di più sul termine dialettale ” Trmon” (trimone) ampiamente descritto con tanto di ricostruzione etimologica sul sito pugliese https://patrimonilinguistici.it/trimone-significato-etimologia/. E nella geografia della diffusione del termine ci sono anche Matera e parte del circondario con il suo ” Trmaun” che continuiamo a sentire con diverse tonalità di accento e in vari contesti, accompagnato da una gestualità che non nasconde dubbi. Anzi. Nulla di offensivo, ma goliardia e ironia vanno a braccetto fino a toccare dicerie, tra il dissacrante e la leggenda. A parlarne , nel sito Patrimoni linguistici, è Michele Ghilardelli. ” Tutto iniziò quando, a metà del Settecento, il celebre compositore Niccolò Piccinni ritornò in visita a Bari, sua città natale- è scritto a riguardo. Ai tempi Piccinni lavorava in Francia, dove aveva avuto un successo prodigioso ed era diventato molto ricco. Per questo usava viaggiare con la servitù, e in modo particolare con un gruppo di cortigiane. Proprio grazie alle graziose fanciulle, pare, alcuni giovani nobili si univano volentieri alle scampagnate del compositore.Tuttavia, in segno di rispetto nei confronti della sua città natale, quella volta Piccinni si mise in viaggio senza cortigiane.Quando comunicò la notizia, i suoi compagni di viaggio gli chiesero: “Ma come facciamo senza donne?”Il compositore prontamente rispose: “Autrement”, che in francese vuol dire ‘in un altro modo’.Pare che alcuni abitanti di Bari presenti alla scena abbiano interpretato autrement come atto autoerotico, trasformandolo nella parola pugliese trmon che noi oggi conosciamo. Con ogni probabilità di tratta di una leggenda, ma era giusto raccontarla perché è di certo la spiegazione etimologica più divertente!” . Se qualcuno vuol metterla in musica si faccia avanti con spartito e strumento…
