E se lo dice un medico, come Giovanni Vizzielo, che conosce le dinamiche ospedaliere del servizio sanitario pubblico, sacrificato negli anni con il depotenziamento, il taglio di risorse e ”percorsi” che hanno facilitato la sanità privata, nonostante gli annunci fatti dopo la pandemia dall’ex ministro della Salute Roberto Speranza, durante i governi Conte, e una situazione diventata insostenibile con il governo guidato da Giorgia Meloni, c’è da crederci. Mantenere in servizio, auspicando la piena efficienza fisica e psichica, i medici fino a 72 anni è giudicata una scelta sbagliata dall’esponente regionale di Basilicata Oltre, che ricorda il quadro a tinte fosche della sanità pubblica, dove i problemi organizzativi e gestionali sono peggiorati. Al Sud, in Basilicata, a Matera è ancora peggio dove l’accentramento di funzioni e di gestione, nell’azienda ospedaliera regionale, ha depauperato il territorio favorendo la migrazione sanitaria. E nè ci sono prospettive che con il Pnrr salute le cose cambieranno, visto che il vero nodo è rappresentato dagli organici. Nè tantomeno verranno apporti sensibili dalla facolta di medicina, a numero chiuso, che non era la priorità della sanità regionale . Il diritto alla cura si garantisce con interventi concreti, offrendo ai giovani medici le stesse opportunità di retribuzione , servizi e attrezzature del settore privato. Ma dalla Lombardia alla Basilicata le scelte dei governi stanno andando in altre direzioni…
LA NOTA DEL CONSIGLIERE VIZZIELLO
Medici in corsia fino a 72 anni, consigliere regionale Vizziello (Basilicata Oltre): scelta sbagliata del Governo che non risolve il problema delle carenze. Di seguito la nota integrale.
“La scelta del Governo Meloni di permettere ai medici di rimanere in servizio sino al 72°anno di età è profondamente sbagliata tanto sotto il profilo della produttività del lavoro svolto ad una età così avanzata e in un settore, quello sanitario, caratterizzato dagravi problemi organizzativi e da turni massacranti, quanto sotto il profilo della risposta al problema della carenza dei medici, dal momento che la platea dei potenziali beneficiari è costituita da poco più di mille soggetti”.
E’ quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale Giovanni Vizziello che così commenta la norma del decreto Milleproroghe che consente ai dirigenti medici, su base volontaria, di andare in pensione a 72 anni.
“Ancora una volta”- spiega Vizziello-“ per risolvere il problema della carenza dei medici si rinuncia a percorrere la strada maestra, vale a dire mettere mano al tetto di spesa per il personale del servizio sanitario che da anni impedisce investimenti atti a riqualificare l’offerta sanitaria, preferendo scorciatoie, quale quella di aumentare l’età pensionabile dei dirigenti medici a 72 anni eche non tengono conto di quanto sia oggi gravoso lavorare in reparti caratterizzati da gravi deficit di organico”.
“I Direttori di ospedali e aziende sanitarie fanno i salti mortali per assicurare a medici ed infermieri le 11 ore di riposo giornaliero tra un turno e l’altro previste dalla legge 161 sull’orario di lavoro, perché mancano 30 mila medici e 60 mila infermieri”aggiunge Vizziello-“ e la soluzione offerta dal Governo a tali carenze di personale si fonda su circa mille ultra settantenni ai quali si chiede un ulteriore sforzo lavorativo che potrebbe avere implicazioni per la salute fisica e psichica degli stessi”.
“Solo nuove assunzioni e un congruo allargamento degli organici del comparto sanitario possono garantire qualità e sicurezza delle cure” -conclude Vizziello- “e solo chi è in grado di realizzare questi investimenti potrà dirsi, realmente, dalla parte dei pazienti e dei dirigenti medici e sanitari”
