mercoledì, 11 Settembre , 2024
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Sanità. Quel referendum è legale e il ‘’Comitato’’ ricorre in Tribunale

Sul diritto alla Cura e al ruolo della Sanità pubblica proprio non si arretra e nemmeno si può far finta di nulla, rigettando- tout court- senza rispettare i diversi adempimenti la legittima richiesta di referendum presentato alla Regione Lombardia dal comitato promotore. E così le diverse anime di quella lotta, supportata da petizioni, proteste di piazza, incontri e ascolto della gente sui tanti disservizi segnalate, hanno depositato il ricorso in Tribunale per i tanti aspetti legati alle inadempienze ravvisate e denunciate nel comportamento della Regione. E quell’atto può essere utile in altre regioni, dove la Sanità Pubblica- nonostante gli annunci fatti dai governi Conti e Draghi, con il ministro della Salute Roberto Speranza, e ora ma con sfumature diverse dal governo Meloni con il ministro Orazio Schillaci . Dalla Lombardi alla Basilicata, dal Lazio alla Calabria c’è uno strano strabismo verso la sanità pubblica e né valgono gli annunci di un ampliamento del numero chiuso a medicina. Senza investimenti nella sanità pubblica assisteremo a un esodo di professionalità verso i privati o, come sta accadendo all’estero. Ma forse i ricorsi andranno presentati anche alla Corte Costituzionali, visto che il diritto alla Cura è sancito della ‘’Carta’’ costituzionale….

Comitato Promotore del Referendum sulla sanità in regione Lombardia
Referendum sanità, depositato il ricorso al Tribunale di Milano
Depositato il ricorso al Tribunale ordinario di Milano contro la bocciatura del Referendum sanità lombarda. Il Comitato Promotore: “Con il rigetto della proposta referendaria da parte dell’Ufficio di presidenza e della maggioranza di centro destra in Consiglio regionale, è stato leso un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione”

Milano, 31 ottobre 2023 – E’ stato depositato ieri presso il Tribunale ordinario di Milano il ricorso contro la bocciatura, da parte della maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale, della proposta di Referendum sulla sanità lombarda.

“Valutate le particolarità della vicenda, abbiamo deciso di presentare ricorso al Tribunale ordinario e non al TAR, poiché il rigetto dell’ammissibilità dei quesiti referendari investe diversi profili. Non si tratta infatti di una questione puramente amministrativa: la scelta fatta dalla maggioranza in Regione ha leso, di fatto, un diritto democratico, promosso e tutelato dalla Costituzione e cioè il diritto all’esercizio dello strumento referendario”, come spiegano i rappresentanti del Comitato Promotore Referendum Sanità Lombarda Marco Caldiroli – Medicina Democratica, Federica Trapletti – CGIL, Vittorio Agnoletto – Osservatorio Salute, Massimo Cortesi – ARCI, Andrea Villa – Acli:

” La Regione Lombardia – prosegue il Comitato – non ha rispettato la stessa legge regionale sui referendum, nel momento in cui non ha previsto un confronto tra l’Ufficio di Presidenza e i Promotori dei Referendum, prima di ogni deliberazione a riguardo. La mancata attuazione di adempimenti che la stessa Regione doveva attuare ha reso possibile la bocciatura politica dei quesiti proposti”.

I principali rilievi del ricorso al Tribunale ordinario riguardano i seguenti 3 punti:

1) il diniego, prima di qualunque decisione, del confronto tra il Comitato Promotore Referendum e l’Ufficio di Presidenza, per la valutazione di eventuali criticità nei quesiti, come previsto dalla legge regionale sui referendum n. 34 del 1983;

2) l’impossibilità di rispettare pienamente uno dei criteri di ammissibilità, abrogazione di commi interi e non parziali, in quanto – data la modalità di scrittura della legge sanitaria (per cui si pone anche una questione di legittimità costituzionale della Legge regionale su referendum) – vi era l’impossibilità di rispettare contestualmente il criterio della chiarezza, univocità e compatibilità degli effetti sulla normativa, risultante dalla abrogazione;

3) la mancata nomina della prescritta Commissione Garante dello Statuto, un ulteriore vulnus alla democrazia, in quanto sull’ammissibilità del referendum abrogativo «decide la Commissione garante dello Statuto» (art. 50, co. 3, dello Statuto della Regione) ossia un «organo regionale autonomo e indipendente di valutazione della conformità dell’attività regionale allo Statuto (così l’art. 59, co. 1, dello Statuto della Regione). Ma questo organo, fondamentale presidio a garanzia dei diritti diritti dei cittadini/e rispetto alle istituzioni regionali,qualunque sia la maggioranza di governo, non è mai stato istituito.Nel ringraziare gli avvocati che hanno redatto il testo del ricorso, i prof. avv. Vittorio Angiolini, prof. avv. Alberto Fossati, e l’avv. Francesco Trebeschi, il Comitato, con il sostegno delle associazioni, dei comitati e dei gruppi politici, annuncia il proseguimento della mobilitazione per il diritto alla salute e un servizio sanitario efficiente, di cui la manifestazione del 21 ottobre è stata tappa fondamentale.

Per info:

Angela Amarante cell. 340 5633034 ufficio stampa CGIL Lombardia;

Carmìna Conte cell. 393 137 7616, ufficio stampa Medicina Democratica;

Edoardo Caprino cell. 339 5933457 ufficio stampa SPI CGIL Lombardia

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