Nonostante la legge con cui si sono aumentato le spese per i consiglieri regionali di Basilicata, potenzialmente di 455 mila euro l’anno già a decorrere da questo 1 settembre, sia stata approvata con il solo voto della maggioranza di centro destra, è su Viviana Verri, neo consigliera regionale del M5S, che sta pesando la croce mediatica della vicenda. Il “peccato originale” politico commesso è stato quello di aver incredibilmente apposto la propria firma in calce alla proposta di legge accanto a quella di Marcello Pittella e a quella degli altri due componenti l’ufficio di presidenza del consiglio regionale, tutti di centro destra: Maddalena Fazzarri (FdI) e Genuario Aliandro (FI). Come aver messo insieme il diavolo e l’acqua santa nell’immaginario collettivo. Certo, dopo la Verri, insieme ai colleghi della minoranza, non ha votato a favore del provvedimento. Ma come loro si è limitata ad astenersi. Insomma un NI, invece che un chiaro NO. Un chiaro voto contrario che sarebbe stato intellegibile a tutti. Come meravigliarsi del can can che ne sta seguendo? Come meravigliarsi della delusione e delle critiche (lasci stare quelle interessate e strumentali) da parte di chi ha votato per lei e la coalizione di centro sinistra? E’ stato fatto un errore grossolano. E lei in primis ha abboccato, apponendo quella firma, ad una polpetta avvelenata da parte di chi non a caso se ne sta ora in silenzio ad incassare senza pagare pegno. Ma anche dall’opposizione stanno tutti zitti e buoni (a parte quel comunicato unitario). Bisogna dare atto a Viviana Verri (e anche a Piero Lacorazza) di avere il coraggio di metterci la faccia sui social nel tentativo di chiarire per quanto possibile e limitare i danni di questa infelice vicenda. Ecco a seguire, infatti, la nota pubblicata sul proprio profilo social da parte di Viviana Verri con cui ammette di essere incappata in un “errore di valutazione” e che “Certo, avremmo potuto votare contro“, ma nel contempo invita a tenere conto che “astenendomi dal votare il provvedimento, insieme al resto della minoranza, non ho concorso in alcun modo alla sua approvazione e, quindi, ai contestati aumenti di spesa.” E in soldoni “il provvedimento è passato con i voti della maggioranza e non della minoranza, è lì che vanno ricercate le responsabilità politiche.” Ha ragione, la sostanza sta qui! Ed è sicuramente vero quanto ricorda della sua integrità nella gestione del danaro pubblico nella sua precedente esperienza amministrativo/politica. Nessuno ci sembra lo metta in discussione. Sicuramente non chi l’ha votata. Qui in discussione è l’infelice gestione di questa scottante materia approvata. Si parli e si diano risposte chiare e convincenti agli elettori delusi e alla stampa che fa il proprio mestiere con onestà intellettuale, si perda meno tempo con i critici palesemente interessati.
A seguire le riflessioni integrali di Viviana Verri: “Quanti pulpiti impolverati sono stati tirati a lucido per scomunicarmi, quanti tribunali hanno emesso giudizi sommari per condannarmi, ma non ho alcuna difficoltà ad assumermi le mie responsabilità e a dare spiegazioni. L’ho fatto in pubblico, in privato, con chiunque me lo abbia chiesto e abbia scelto di capire anziché sentenziare senza comprendere.
Un errore di valutazione, piccolo o grande che sia, credo lo abbiano commesso tutti nella vita, ma nel merito resta una posizione politica chiara: astenendomi dal votare il provvedimento, insieme al resto della minoranza, non ho concorso in alcun modo alla sua approvazione e, quindi, ai contestati aumenti di spesa.
Certo, avremmo potuto votare contro, (come tutti quelli che, negli anni, hanno professato contrarietà a provvedimenti impopolari, salvo poi fruire indisturbati di eventuali benefici), ma chi pratica la politica sa bene che l’unico voto utile per assentire ad un provvedimento è il voto a favore, e noi non siamo stati certo consenzienti a questo provvedimento.
Che poi si debba alimentare la polemica, fare dietrologia, e’ ormai chiaro, ma un po’ di onestà intellettuale va ripristinata in questa storia, per non cadere nel paradosso di guardare il dito e non la luna: a conti fatti il provvedimento è passato con i voti della maggioranza e non della minoranza, è lì che vanno ricercate le responsabilità politiche.
Per il resto ringrazio quanti, amici con le stesse o con altre idee politiche, mi hanno testimoniato vicinanza per l’orrido tritacarne mediatico in cui, naturalmente, poteva finire solo la cinquestelle perché, a destra e a sinistra, ci sono amici che non possono essere toccati.
Invece attaccare noi non costa nulla: non facciamo favori a nessuno, non abbiamo clientele ne’ editori di parte, per cui ogni articolo contro i grillini è tutto “grasso” che cola.
Ringrazio anche quanti stanno esprimendo implacabili giudizi morali, (quelli si bipartisan), auspicando che la stessa rigorosità la applichino anche a loro stessi e a quanti, quotidianamente, tengono comportamenti che non collimano con gli ideali del Movimento Cinque Stelle.
Perché sono i comportamenti che contano e chi mi conosce sa che non ho MAI nella mia vita approfittato delle cariche pubbliche che ho ricoperto per procurare vantaggi a me o a chi mi sta intorno, non ho MAI approfittato di alcun contesto sociale in cui sono inserita per accaparrarmi voti, non ho MAI utilizzato i soldi dei cittadini per pagarmi viaggi, rimborsi o acquisire privilegi di sorta, ho amministrato la cosa pubblica con rispetto ed attenzione, in primis, alla gestione economica, non sono MAI andata a contrattare dal personaggio influente di turno posizioni personali utilizzando il simbolo che rappresento e intendo fermamente restare coerente a questo modo di essere.
Chi oggi continua ad avvelenare i pozzi può guardarsi allo specchio e dire lo stesso?
Perciò, come si dice, accetto le prediche ma osservo bene i pulpiti da cui provengono.”
Più soldi (455mila euro) per i consiglieri regionali lucani e nessuno ha detto NO!

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