giovedì, 3 Ottobre , 2024
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Vespe: che lo dico a fare? Alle elezioni regionali la Chiesa si svegli…

… e magari con un intervento di Papa Francesco, per questa e e altre situazioni, che meritano un ritiro spirituale al santuario di Viggiano, in val d’Agri, luogo che ospita la ”Madonna nera” protettrice della Basilicata. E qui l’astronomo della costellazione del Santo Spirito ausiliatore interviene alla maniera sua. Cattolico, democristiano, popolare sturziano, ma con tanta voglia di fare politica che, quando legge e sente di candidature alle regionali con ”indifferente” approvazione ecclesiastica e con un pd, da sempre ”nè carne e nè presce” pronto a ricevere la ciambella di salvataggio con un candidato, potenzialmente trasversale, che va bene per tutti, e allora Franco Vespe ronza e punge come sa fare. E mette in evidenza le contraddizioni di sagrestia, gli umori del bene comune che nella città dei Sassi è finito in un regolamento (per ora accAntonato) che evidenzia il fiato corto dell’assenza di confronto, ma dell’accettare per fede o, se vi piace il dialetto, la butta in cucina con un ”o mangiate questa finestra o vi buttate dalla finestra”. E Vespe commenta con un lapidario: ”Ah, così è? E che ve lo dico a fare? Il Vangelo dice altro…” Non ci avventuriamo in dottrina e patristica, ma servono trasparenza, concretezza e un po’ di fede di appartenenza. San Tommaso, del resto insegna, e chiede chiarezza. Come Franco Vespe che all’identità cattolica ci tiene. E allora dall’urna di quel che sarà si attendono ”mea culpa” in ritardo e un ”in alto i nostri cuori”, rivolti alla tanta gente che soffre in Basilicata e che attende dal ”Purgatorio” di via Anzio l’intonazione dell’Alleluia! anzicchè il Requiescat in pacem… Vespe pronto a servire messa elettorale,

LE RIFLESSIONI DI FRANCO VESPE

Sconcertante il dibattito politico di avvicinamento alle prossime elezioni regionali di primavera. 5 anni fa ci siamo lasciati con la politica che ha fornito uno degli spettacoli più indegni a cui potessimo assistere. I raggruppamenti politici più importanti candidarono persone certamente per bene, ma che balbettavano di politica. Vinse il “Generale”, candidato dai servizi segreti, messo lì solo per porre in sicurezza le estrazioni petrolifere in Val d’agri. Il brav’uomo di Trerotola, candidato per caso alle regionali, fu invece il frutto di sterili meline fra i capi bastone del Centro Sinistra, l’uno contro l’altro armati. Le prospettive per le prossime non sono affatto troppo diverse ahimè! L’impressione che emerge forte è quella che questi partiti, accozzaglia di conventicole tenute insieme da equilibri fra indecenti e mal riposte ambizioni personali dei soliti noti,abbiano perso totalmente il contatto con la realtà. I nomi dei candidati che circolano sono davvero emblematici di questo scollamento dalla società lucana conseguenza della totale incapacità, per limiti finanche cognitivi, di tratteggiare progetti e percorsi utili ad assicurare un futuro alla nostra regione. Si arrampicano ormai a modelli di rappresentanza politica arcaica, se non proprio primitiva.

Come altrimenti valutare il lancio della candidatura di Carneade-Chiorazzo? Chi è costui? Uomo che si è costruito nella neo-protestantica Comunione e Fatturazione (variante genetica neoplasica della vera originale CL, al quale va il mio massimo rispetto!) che calvinisticamente declina il successo nel “business” come segno della predestinazione divina. Legato alla cooperativa Auxilium, fornitore di servizi socio sanitari alle varie regioni, tra i quali la nostra Basilicata. Soggetto e nome che si presta quindi a creare un gigantesco conflitto di interesse nel caso dovesse centrare il suo obiettivo. Candidatura lanciata, non si sa se in modo unanime, da “Basilicata casa Comune”.

Certamente avvenuta con l’imposizione sulla spalla di un pastorale episcopale lucano. Non a caso Auxilium fu organizzatore e sponsor delle giornate dell’Avvenire che si sono celebrate lo scorso estate qui a Matera e Potenza, Ci donò quell’indecente dibattito sull’autonomia differenziata a cui fu chiamato a relazionare, senza alcun contraddittorio politico, il presidente della Regione Lombardia Fontana. Nell’intervista che rilasciò, “Carneade” manifestò tutto il suo entusiasmo per l’intervento di Fontana. Sembrò essere francamente un potenziale, balbettante candidato buono per la destra. Per questo puntualmente opzionato dal PD lucano! Una candidatura che risponde ad una disperata logica elettorale di un PD alla canna del gas che si vergogna ormai da anni della sua stessa classe dirigente e ricorre alla società civile per reclutare“sedicenti” nuovi dirigenti politico amministrativi.In questo caso lo sceglie dalle fila del sedicente mondo cattolico la cui compattezza è da molti lustri che si è penosamente sbriciolata. Poi la difesa episcopale ad oltranza di coloro che hanno coperto il dramma Elliottiano dell’ ”Assassinio in Cattedrale” in salsa nostrana,sta gettando su questo “mondo” anche del grave discredito. Tant’è che la stessa ipotesi “Carneade” sembra stia tramontando. Ma non divaghiamo! Lo sceglie cattolico e “business man”.

Prima almeno arruolava filosofi e guerrieri, ora solo scafati “uomini di affari” da trascorsi non proprio trasparenti. Ormai i partiti hanno smesso da tempo di definire strategie, prospettive, proiezioni virtuose per costruire il futuro del nostro territorio. Hanno rinunciato a formare una classe dirigente credibile. Cercano solo personaggi capaci di raccattare voti da quei pochi “clientes” rimasti,visto lo spopolamento dei nostri paesi a cui stiamo assistendo. E’ un’emorragia pesante delle sue migliori risorse giovanili. La scarsa affluenza alle urne, rende poi i “clientes” ancora più indispensabili per garantirsi l’accesso alla gestione della cosa pubblica ed il conseguente “spolpamento saprofita” delle sue risorse. Risponde ovviamente a questa stessa logica il centro destra. Se Atene piange, Sparta non ride! In questi 5 anni di suo governo ha ampiamente dato prova di essere in perfetta continuità con i governi precedenti, con delle aggravanti penose. Anche qui nessun filo strategico intessuto per costruire un futuro spendibile per la nostra regione. Solo qualche sussulto campanilistico, con spruzzatine di “Cetto Laqualunque”,condito con squallide battute sessiste. E che dire del M5S ? Ha un grande “merito”: quello di aver portato i disagiati edi fragili al potere! I risultati laddove governano, si vedono tutti.Sanno maldestramente leccare le ferite, non certo guarirle!

Si ma allora cosa fare in vista delle prossime regionali?

In altri tempi più entusiasti e con più energie, in cui “lo spirto guerrier dentro ruggiva” sarei partito in quarta a proporre soluzioni e strategie. Quelle cose che si dicevano anni fa, nella terra dei “Basilischi”, dove ci si illude che il tempo non passi mai, ancora rimangono valide! Per chi volesse approfondire, esse ancora stanno volteggiando nell’etere della rete. Un ultimo flebile sussurro però vorrei ancora “esalarlo”! Credo che la politica possa ancora salvare la nostra regione. La potrà salvare solo se romperà le catene di quella solidarietà feudo-verticale che crea asservimento,“invidia” e povertà per farci transitare finalmente nell’età dei “Comuni” dove la solidarietà orizzontale fra pari ci renderà liberi, “solidali” e ricchi. Il corollario concreto di questo imperativo categorico è che la politica deve rendere la nostra terra affascinante creando sul territorio virtuose “convenienze”. Chi propone ZES va in questa direzione, giusto per fare un esempio. Ma per arrivare a questo deve rinunciare a voler esercitare un suo potere discrezionale da affidare ai suoi assessori “Sceicchi”. Dovrà in termini più espliciti e concreti abbandonare una volta per tutte la stagione dei finanziamenti a pioggia. E’ quello per inciso che sta accadendo con il PNRR. Insomma non deve più pretendere di decidere chi vince e chi perde nella società. Si ma che lo dico a fare…

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