C’è poco da ridere ma le cose stanno proprio così, nella ex capitale del divano, con Matera come la “Bella addormentata sul posto’’ (ci perdonerà Charles Perrault per aver volutamente travisato la nota favola) ancora febbricitante, più che convalescente come scrive l’ing. Enzo acito nelle riflessioni che seguono. E lo spunto per cercare un luminare, un principe azzurro e un candidato sindaco che la faccia muovere per rimboccarsi le maniche, viene dai 10 punti del ‘’manifesto’’ per una buona politica, presentato nei giorni scorsi dall’ex parlamentare dc Vincenzo Viti e dall’architetto Lorenzo Rota. E a ben vedere,vista la corposità e l’articolazione del documento, si tratta di un programma di cose fatta, da fare o lasciate a metà, per scelte rimaste nel limbo delle buone intenzioni o perché non c’erano volontà e condizioni per farlo. Acito, che invita a non soffermarsi sullo stato anagrafico di proponenti e candidati, tocca un altro punto che investe posizioni e ruolo della Città dei Sassi nel contesto regionale. Anche qui si continua a parlare a vuoto su un percorso tutto in salita, colmabile se si rivedono statuto e posizione amministrativa. La Basilicata è stata pensata, per esigenze di opportunità politico gestionale, con un peso accentratore in quel di Potenza con 100 comuni contro i 31 del Materano. Praticamente, aldilà della logica dei due terzi e di un terzo che spetterebbe alla nostra provincia, non c’è storia e quanti ci rappresentano o battono i pugni (pochi per la verità) o si adeguano restando in silenzio e con tutto quello che ne consegue, come dimostrano Sanità, Istruzione, Infrastrutture e via elencando. Ma è anche vero che la qualità del potere contrattuale lascia a desiderare. Scarsa autonomia decisionale che investe anche a Potenza. Si decidono a Roma anche i sindaci…Altro che il bacio sospirato di un Principe Azzurro che continuiamo a non vedere. Servirebbe un moto di orgoglio, ma le rivolte si sono sopite da tempo nonostante il populismo e il calderone del civismo opportunista di ritorno. E la recente storia politica di Matera ne è la conferma.
Quale cura per Matera convalescente?
Matera è convalescente. E’ diffusa la sensazione che stia perdendo smalto e posizioni nello scenario nazionale e internazionale; sembra caduta in un sonno profondo che rischia di scaraventarla ai tempi precedenti la proclamazione di Capitale Europea della Cultura 2019. Tutti concordano sulla necessità di un rilancio di immagine e di contenuti. Molti dottori si affollano al suo capezzale per proporre la diagnosi, su cui esiste un consenso trasversale; il Manifesto per Matera di Vincenzo Viti e Lorenzo Rota ha espresso, con chiarezza e professionalità, i 10 temi che rappresentano l’analisi delle criticità della città; è la base su cui i candidati sindaci dovrebbero cimentarsi per proporre la terapia, cioè le soluzioni, dimostrando di avere le idee chiare sulla loro reale fattibilità. Ci aspettiamo, dai candidati sindaci, un loro programma che fissi le priorità dei problemi e definisca le soluzioni che, per essere credibili, devono verificare la compatibilità con gli aspetti tecnici, amministrativi e contabili; sembrano sfumature, ma per chi sarà chiamato ad amministrare Matera è il banco di prova sulla credibilità della stessa candidatura. Dare in pasto, alla pancia dell’elettorato, slogan come aumentare gli stipendi ad alcune fasce di dipendenti comunali oppure promettere che nei quartieri tutti i problemi, anche quelli incancreniti da decenni, saranno risolti in tempi brevi, se il proponente diventa sindaco, ricalca la scia del populismo becero e suicida. Nulla di nuovo sotto il sole, direte; la politica è fatta anche di populismo viscerale, di palliativi, di tachipirine al posto di cure da cavallo; ma Matera, oggi, non può permettersi di sottovalutare il malessere crescente che la assale ed il conseguente rischio di default economico e sociale.
Ci aspettiamo che i candidati sindaci chiariscano all’elettorato qual è il loro elenco di priorità rispetto ai temi posti nel Manifesto e soprattutto quali sono le soluzioni, con una reale attenzione alla fattibilità tecnica, amministrativa e finanziaria. Il fermento preelettorale, invece, sembra quasi completamente concentrato sulla diatriba inerente all’età dei candidati: nuove leve che ambiscono a vestire la fascia tricolore e vecchia guardia che si ripropone; è un dibattito fuori luogo, non siamo chiamati ad una gara dei 100 metri. Il tema posto da Paolo Stasi, sul recupero della posizione di Matera nel contesto regionale, integra i 10 punti di Rota e Viti e diventa un’ulteriore criticità da affrontare.
, rispetto agli altri 10 punti, che richiedono conoscenza dei processi tecnici, amministrativi e contabili, quello posto da Stasi attiene alla autorevolezza del prossimo sindaco, indispensabile perché Matera possa essere degnamente rappresentata sui tavoli istituzionali per rimarcare la giusta riconoscibilità del ruolo della Città negli ambiti regionale e nazionale, forse anche comunitario. Per il rilancio dopo il torpore, per uscire dalla convalescenza servirebbe un medico competente, un luminare, non un neolaureato che potrà crescere professionalmente se decide, con umiltà, di affiancarsi al primario per apprendere, in corsia, il segreto della professione. Tra il malato da curare ed il giovane dottore in carriera la Città fa’ il tifo per il malato, senza alcun’ombra di dubbio.
Enzo Acito
già consigliere regionale
