Provaci ancora Alexis, provaci ancora, sembrano dirgli, sempre più distratti, gli elettori greci! Sempre di meno, però!
Il 35,47% del 56,55% sono meno, infatti, di quel 36,3% conquistato a gennaio scorso su un numero maggiore di votanti, quando promise di mandare in pensione l’austerità e la troika. Ma sostanzialmente la stessa percentuale che ora lo sostiene per fare esattamente l’opposto! Realizzare il programma dell’odiato nemico!
L’astensione da record dalle urne è dovuta certamente alla enorme disillusione rispetto agli obiettivi iniziali di Tsipras, ribaditi per altro nel vittorioso referendum anti memorandum e infrantisi nel giro di una notte di mezz’estate. Oltre che dalla oggettiva constatazione che il “programma di governo” era già stato scritto ed imposto alla Grecia dai “creditori” e già accettato esplicitamente, prima del voto, da ambedue i principali contendenti.
Un voto vissuto, quindi, come ininfluente sulle politiche del futuro governo! Un voto non sui contenuti ma essenzialmente sulla scelta della leadership.
E qui ha avuto la meglio l’enfant prodige della politica greca che ha vinto questa ulteriore scommessa (dopo quella del referendum) lanciata il 20 agosto scorso quando si dimise e chiese un “mandato forte” al “popolo sovrano”.
Il rewind ci ripropone una sequenza che ha dell’incredibile della vicenda politica vissuta a tambur battente da questo quarantenne ingegnere civile di Atene che da 9 mesi sbanca le urne greche!
Dopo essere riuscito nell’ardua impresa di riunire la sinistra radicale, a gennaio vince le elezioni e fa il governo con un partito di destra. Dichiara guerra all’austerity e vince un referendum contro i sacrifici e l’odiata troika, ma poi fa dietrofront ed accetta tutte le più dure condizioni dei “creditori”. Una umiliazione che mette a nudo l’approssimazione del progetto politico di fondo, carente soprattutto nella valutazione delle forze in campo.
Syriza sebbene lacerata alla sua sinistra e un po’ pasticciona è però riuscita a rimanere alla guida del Paese. Che la festa duri poco! Perché c’è poco da festeggiare!
Infatti, entro ottobre ci sono da approvare la riforma delle pensioni e quella fiscale…e a seguire tutti gli altri compiti assegnati in modo certosino e che tutt’assieme costituiranno una massiccia overdose di austerity per il popolo greco!
Misure che dovranno essere approvate nella loro durezza e che difficilmente sarà possibile mitigare così come, invece, promesso da Tsipras in campagna elettorale.
“Speriamo che me la cavo”….è il motto che Tsipras potrebbe adottare per questa nuova fase.
Perché, come ha saggiamente detto una giovane militante ventenne intervistata da La Repubblica : “Gli elettori ci hanno dato fiducia perdonando i nostri errori. Ora dobbiamo rispettare gli impegni: combattere corruzione, evasori e far pagare la crisi a chi fin’ora non ha sborsato un centesimo”. Beata gioventù…verrebbe da dire!
Ma l’idea di volerci provare nello stretto e faticoso slalom tra i rigidi paletti fissati è meglio di una impotente rassegnazione.
Sicuramente Tsipras e i suoi incrociano le dita e guardano con speranza alle prossime elezioni in Spagna, Portogallo e Irlanda.
Se lì avanzassero le forze che si battono, come Syriza, contro questa politica europea allora si rafforzerebbe un campo in grado di fare massa critica e si potrebbe sperare di ammorbidire la cura lacrime e sangue che si appresta a somministrare (sotto dettatura) al suo popolo. Si potrebbe affrontare anche con più speranza la discussione sulla ristrutturazione del debito.
L’aspetto positivo della vittoria di Syriza, in effetti, risiede tutta qui, in questa speranza che non smette così di alimentarsi, quella di potere un giorno cambiare radicalmente politica e volto a questa Europa.
Non a caso Alexis Tsipras ha subito parlato di una vittoria di governo e di lotta….! Comincia per lui una nuova scommessa, sicuramente la più difficile!
Ma non è una scommessa solo sua….perchè, anche se qualcuno non se ne fosse accorto, siamo lo stesso coinvolti! Tutti!

Iscritto all’albo dei giornalisti della Basilicata.
e’ l’ultimo Sirtaky…come cantava Pino Mango,In Basilicata siamo alle tarantelle e alle quadriglie con cambi di casacca. Prima squadra ”en..,place” e si preparino gli altri, anche a piedi nudi…