Riceviamo un prosieguo della riflessione sul democrazia e voto del professore Francesco Paolo Francione che si aggiunge alla prima parte che abbiamo pubblicato qualche giorno fa (https://giornalemio.it/politica/lelettore-come-il-cliente-ha-sempre-ragione/) con l’attenzione questa volta rivolta all’ambito regionale. Nel frattempo si sono concretizzati gli esiti elettorali del Regno Unito con la sconfitta dei conservatori e il ritorno di un Labour abbastanza sterilizzato a sinistra e sostanzialmente impregnato di blearismo, e in queste ore la sconfitta della estrema destra in Francia, qui, invece, con l’affermazione di una sinistra vera a cui sarà sicuramente impedito di governare. Ma tant’è. Ecco a seguire il nuovo contributo di cui prima:
Democrazia e voto ( seconda parte)
Anche il comportamento degli elettori lucani merita qualche specifica riflessione, in continuità con quelle sviluppate a livello nazionale e internazionale nell’articolo del 5 u.s.
Alle elezioni del 1919, in Basilicata, la lista di Francesco Paolo Nitti ( Riformismo) guadagnò il 72 % dei voti e otto deputati. Ma due anni dopo, nelle elezioni del ’21, seppure in un clima drammatico fatto di intimidazioni e violenze squadristiche, ottenne solo 4 deputati, mentre nazionalisti e fascisti ne guadagnarono cinque.
Ettore Ciccotti socialista , non eletto nella lista di Nitti nel ’19, passò a quella dei nazionalisti nel ’21 , ma anche questa volta non fu eletto. ( cfr. A. Pontrandolfi, La Terra, p. 179)
La defezione di E. Ciccotti fu una decisione irresponsabile perché provocò un grave disorientamento fra gli elettori riformisti e fra le migliaia di contadini, associati in decine di leghe , che l’attività dei riformisti era riuscita a costituire specialmente nel potentino.
Una parabola politica quella del Ciccotti abbastanza raccapricciante perché volle candidarsi nella lista con D’Alessio e con quelli che da sempre egli aveva attaccato come gli avversari della democrazia in Basilicata. Arrivò fino al punto di giustificare la violenza squadrista dei fascisti come azione di legittima rappresaglia “ contro la marea bolscevizzante” ( N. Calice, Lotte politiche e sociali in Basilicata 1898-1922, p. 202)
In quello stesso torno di anni, Nicola Bombacci, leader del socialismo italiano, scrive al nostro Michele Bianco: “Il socialismo in Basilicata ha ottimi germogli ma l’ambiente entro cui questi debbono fiorire è infestato di egoismi e di personalismi che richiedono un’opera di epurazione, tale opera la direzione deve compiere” ( ivi, p. 179)
Lo storico potentino, perciò, conclude: < Fu soprattutto la reazione al Nittismo che fece da incubazione al progressivo e confuso estendersi del fascismo su scala regionale dalle zone contermini alla Puglia, verso il potentino e il melfese. >
A distanza di cento anni da quegli eventi, qualche analogia, a mio parere, può essere intravista con le vicende politiche della Basilicata degli ultimi anni, considerate le diatribe interne al PSI locale riportate anche nel sito del giornalemio.it.
Ma è tutta da raccontare la crisi culturale e politica degli elettori progressisti della Basilicata provocata dalle molteplici defezioni di segretari di partito e di personaggi di primo piano che sono passati da una sponda all’altra, finendo per sostenere quelle forze politiche conservatrici cui fino a poco tempo prima si opponevano. E, s’intende, senza nessuna facile assoluzione per gli elettori stessi che hanno seguito come un gregge il loro pastore.
Forse bisognerebbe avere il coraggio di rivedere l’ermetico linguaggio politichese, sofisticato e ampolloso, che esalta improvvise e sottilissime divergenze ideologiche per mettere in ombra dinamiche relazionali e dialettiche politiche che giustificano frequenti rimpasti o crisi di governo e mal sopportano la luce del sole.
Lo schematismo delle osservazioni certamente non rende a pieno la complessità dei fatti politici, di ieri e di oggi, delle vicissitudini personali e di quelle dei partiti: resta, però, la sostanza di un < ambiente infestato di egoismi e di personalismi.>
Nel regno Unito (Uk), qualche giorno fa, si sono svolte le elezioni politiche e, in meno di 24 ore si è insediato il nuovo governo di Keir Starmer, laburista anti brexit, con la sconfitta sonora dei conservatori : vengono cancellati, finalmente, il biondo nevrotico che boicottava la pace e durante la pandemia covid brindava imponendo agli altri l’isolamento, ma anche il serioso primo ministro figlio di emigrati che aveva confermato il programma di deportazione degli immigrati in Ruanda.
Saggezza simile a quella degli inglesi avevano già mostrato gli elettori di Potenza che si sono ravveduti, dopo un quinquennio, e hanno preferito un sindaco della coalizione progressista, se non altro perché il partito di appartenenza del candidato sconfitto è quello che approva un disegno di disgregazione del paese con l’autonomia differenziata e la distruzione della sanità pubblica. ( cfr. G. Viesti, Contro la secessione dei ricchi.)”
Francione Francesco Paolo

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