Solo qualche giorno fa a “Di Martedì” – la trasmissione di Giovanni Floris- al pentastellato Di Battista dal sen sfuggì una confidenza fattagli dal vicesegretario dem Lorenzo Guerini (mai smentita) di una comune intenzione di andare al voto anticipato. Nessuno scoop, tenuto conto della sempre nota voglia di votare quanto prima di Renzi, dopo la scoppola del 4 dicembre scorso e, specie dopo la sua riconferma a capo del suo PDR.
Ora, a confermare di questa mai sopita voglia di tornare a comandare del Macron de noiartri “, Renzi da Rignano sull’Arno” e, quindi della sua fregola di andare a votare quanto prima, è giunta la giornalista che per unanime riconoscimento è la più vicina agli ambienti del giglio magico: Maria Teresa Meli del Corriere della Sera.
Tanto renziana ed esperta dei retroscena che riguardano lui e il suo entourage da essersi guadagnati gli appellativi di: “segretaria del giglio magico“(Dagospia) e “interprete ufficiosa di Renzi” (Gad Lerner).
Ebbene la nostra, sul suo giornale, ha riportato questa frase “Un altro anno così non lo sopportiamo noi e non lo regge nemmeno il Paese, quindi…”, attribuendola proprio all’ex primo ministro.
Una frase eloquente e forse per questo subito negata dall’ufficio stampa dell’interessato. Troppo sputtanante per far finta di nulla….ma sono i fatti a confermarla nella sostanza, oltre che l’assoluta affidabilità in materia della giornalista del Corriere che ha sin qui sempre dimostrata di essere ben ammanettata con gli ambienti del giglio magico, tanto da essere ribattezzata in rete “radio Rignano“.
Sono di queste ore, infatti, le critiche del neo segretario-ribollito del PDR alle attività del governo e dei gruppi parlamentari del suo partito.
Le più calde riguardano la gestione di un emendamento sul telemarketing“ (una legge che apre alle chiamate selvagge ai cittadini da parte dei call center) e la recente approvazione alla Camera della legge sulla legittima difesa.
E allora, sebbene il tweet #paolostaisereno non sia stato ancora postato, troppo grandi sono le coincidenze e le similitudini con quanto accadde agli inizi del 2014 quando partì quel famigerato e bugiardo #enricostaisereno .
Dopo il remake di “A volte ritornano” per la segreteria del PD siamo in prossimità di assistere anche alla replica di quel famigerato tweet?
Anche la tempistica torna: pure allora il nostro Renzi-Pinocchio (dopo quella bugia si è aggiunta al suo curriculum anche la promessa non mantenuta di abbandonare la politica dopo il referendum del 4 dicembre) aveva da poco conquistato il partito con le primarie.
Eppur rimane l’onere di “arrabattare” una legge elettorale qualsiasi prima che s’incazzi di brutto persino unp calmo come il Presidente Mattarella.
Ma anche su questo la Meli (da autentica interprete del pensiero renziano e dei suoi collaboratori) rivela che esso andrà: “deciso per fare la legge elettorale” e appoggerà “la soluzione che ottiene più facilmente una maggioranza”.
Anche perchè -come si dice- bisogna battere il ferro quando è caldo e a leggere i dati Ipsos pubblicati sempre sul Corriere della sera, quei sondaggi che svelerebbero un sorpasso del PDR (30,4%) sul M5S (30,2%), la febbre elettorale di Renzi non può che crescere sempre di più.

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