Magari al suono della zampogna e della pernacchia, per indicare chi ha più di una macchia e già si palesa per una campagna elettorale che pensa e crede sarà una pacchia… Non c’è nulla da meravigliarsi se al governo ci sono tante facce toste, che pur di restare a galla hanno venduto sé stessi con servilìsmo e negazionismo sovranista ( un paradosso) ai diktat di Trump e Musk che sono davvero un bell’esempio di moralità e di democrazia. Siamo al ‘me ne frego’’ sia se si giura sulla Carta costituzionale americana che su quella italiana… Naturale che in periferia vada peggio. Prendiamo Matera dove la coerenza e l’incoerenza sono la prassi. Scomparsi i partiti vanno avanti le persone, che fanno e disfano come gli pare nel solco del potere per il potere e portatori di interessi personali o economici. Le inchieste della Magistratura, che è un potere dello Stato, ti hanno inquisito ministri, sottosegretari di Governo tirano dritto e non si dimettono. Alla faccia della questione morale! Cambi di casacca? Normale. Alleanze ibride? Girotondi e casquè ? Antonio Serravezza non fa nomi e cognomi ma il riferimento a quanto sta accadendo tra primarie alternative, con appoggi postumi da tempo perso di sponda potentina, regie magistrali di ‘’azione’’ e ‘’contr’azione’’ la dicono tutta della deriva in corso. La domanda sorge spontanea:ma la gente delusa della passata consiliatura tornerà a votare in maniera convincente e responsabile? Vota Antonio? Magari dopo aver rivisto il noto film di Totò. E poi siamo nella ex capitale del divano. Una poltrona si può sempre cambiare, con ampia possibilità di scelta…
LE RIFLESSIONI DI SERRAVEZZA
Lo slogan che gira in città non è cambiato per niente anzi sembra rafforzarsi ogni giorno che passa “Toglietemi tutto, tranne la poltrona”.
Una volta quando la politica aveva coscienza morale si sentiva spesso la frase, durante i dibattiti tra oppositori, “Ma non si vergogna? Oggi non si sente più, anzi si mescolano tra di loro. Oggi non ci si chiede ” perchè mai dovrei vergognarmi?” La vergogna si prova come forma di sentimento insieme alla propria coscienza. Si parla spesso di cultura, libri e di grandi temi umanistiche, però si è perso il senso dell’umiliazione in politica e di conseguenza la vergogna. La risposta è che possiamo dire senza paura di essere smentiti che si è venduta la coscienza morale e non ci si vergogna più.
I cambi di casacca, i giuramenti farlocchi, la precaria rettitudine morale dei nuovi protagonisti che alla fine sono come la frase del Cyrano:” politici rampanti…ruffiani e mezze calze”. Certe volte dire ciò che si pensa c’è il rischio di essere dissacranti di ciò che si fa e mentre altri operano, la critica non è concessa perchè stare a guardare e criticare è più comodo. La critica, stupidi che non siete altro, è soprattutto un concetto democratico. Detto ciò, sia dal vivo che dentro a qualche social, vengono in mente le parole di Ennio Flaiano quando affermò che oggi più che mai ” deve esserci qualcuno che continua a spostare la soglia del ridicolo, altrimenti non si spiegherebbe” Diciamocelo con grande preoccupazione, siamo in piena ondata di un analfabetismo funzionale, misto ad arroganza con cenni di forti carenze rudimentali, ma soprattutto di quello che riguarda un sentimento nobile qual è la vergogna. Non ci si vergogna più.
A Matera purtroppo non tira una buona aria politicamente, tra chi è consumato da rancori, veleni e qualche vecchio rimasuglio ed un modus politico contemporaneo, insomma ” il ballo del ‘ndo cojo cojo”. E’ forse troppo tardi? Quando l’umiltà. la coscienza morale e la consapevolezza del ridicolo fanno spazio all’arroganza, occorre intervenire per mitigare gli effetti. Ci sta una frase letta non so dove “ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto”. Matera abbiamo un problema. la politica locale non si vergogna più!
