Comunque la si voglia giustificare da parte delle minoranze, la decisione di sottoscrivere (Viviana Verri del M5S) la proposta di legge a prima firma di Marcello Pittella e poi quella di astenersi sulla stessa (invece di votare contro) sia nelle commissioni che in aula è stato, nella migliore delle ipotesi, un atto di grande ingenuità politica. Un autogol che avrebbero fatto bene ad evitare e che contribuisce altresì -comunque la si cerchi di motivare- ad aumentare la diffidenza tra elettorato ed eletti, tra cittadini e politica. Ad aprire le danze su questa intempestiva proposta di legge è stata la stampa nazionale con “Il Fatto Quotidiano” che ha titolato il 18 agosto: “Basilicata, i consiglieri vogliono l’auto-regalo: proposta bipartisan per aumentare di 455mila euro l’anno le spese per lo staff“, ancora non contenente l’aggiornamento dell’approvazione lampo avvenuta in Consiglio regionale. Quindi è stata la volta della stampa locale, nell’imbarazzante silenzio dei protagonisti sia di maggioranza che di opposizione. Solo ieri i primi distinguo e una presa ufficiale di posizione dei consiglieri di minoranza sottoscritta da “tutti” anche da chi, come Angelo Chiorazzo, risultava assente al momento del voto (e per questo rifatto inopinatamente “santo” dal suo supporter Nino Grasso che di lui scrive essere: “l’unico esponente di centrosinistra al quale non può essere rinfacciato il cosiddetto «auto-regalo» che i giornalisti del “Fatto” hanno esposto al pubblico ludibrio nazionale”). Ma anche lui (che non gli sembra vero poter contestare “inesattezze” all’odiato giornale di Marco Travaglio reo -a suo dire- di aver affossato la candidatura del suo beniamino) commette la leggerezza di fidarsi troppo dei politici (vecchi o nuovi che siano). Ed ecco spuntare questo documento a spiazzare la sua narrazione e conseguente santificazione dell’angelico. Anche lui qui a condividere e ad avallare fatto e antefatto. Cose che capitano.
Ecco il testo del documento a firma di Viviana Verri, Alessia Araneo, Roberto Cifarelli, Piero Lacorazza, Piero Marrese, Angelo Chiorazzo e Gianmichele Vizziello:
“La stampa odierna (ieri per chi legge) ha, giustamente, attenzionato il provvedimento recentemente approvato dalla maggioranza in consiglio regionale che ha abolito l’obbligo di rendicontare 1.950 euro (obbligo di rendicontazione avviato con PDL primo firmatario Lacorazza X Legislatura) e aumentato l’importo delle somme a disposizione per le spese dei collaboratori dei gruppi consiliari.
Va rimarcato che la minoranza si è astenuta dal votare il provvedimento, poiché il contenimento dei costi della politica resta una priorità così anche il sostegno e il supporto all’attività dei gruppi e dei consiglieri che hanno limitate risorse umane – soprattutto se giustamente retribuite – rispetto alla più consistete macchina amministrativa e politica di cui dispone il Governo della Regione. Quest’ultimo aspetto è stato alla base dell’iniziale condivisione della proposta di legge da parte della consigliera Verri, componente dell’ufficio di presidenza, avendone ravvisato uno strumento utile a potenziare l’attività dei gruppi consiliari, se ben utilizzato (va precisato che si tratta di somme che vengono attribuite ai gruppi solo ed esclusivamente in funzione dell’assunzione di personale, in assenza della quale rimangono nella disponibilità dell’ente e non del singolo consigliere).
Diverso è il tema che attiene al venire meno della rendicontazione di parte dei rimborsi, per i quali noi intendiamo mantenere volontariamente l’impegno ad utilizzare almeno un terzo delle somme per il compenso ai collaboratori personali, non avvalendoci della facoltà di utilizzarli liberamente.
Queste le ragioni che hanno indotto la consigliera Verri a prendere le distanze dal provvedimento già in commissione e la minoranza tutta ad astenersi sia in commissione sia in consiglio quando il provvedimento è giunto, in maniera molto frettolosa, in aula ed è stato approvato, è bene chiarirlo, dalla sola maggioranza.
Ribadiamo la nostra netta contrarietà a qualsiasi scelta, presente o futura, che vada nella direzione di aumentare le spese della politica, diversamente da quanto voluto da Pittella e dalla sua maggioranza come atto inaugurale della legislatura, e auspichiamo che venga attuata la disposizione contenuta nell’articolo 34 dello Statuto provando a mettere meglio nelle condizioni le opposizioni di esercitare il proprio ruolo. Questo tema c’è. Il rafforzamento delle collaborazioni ai gruppi può essere affrontato con dipendenti regionali o di altre pubbliche amministrazioni? Con quali procedure e quali costi? Sono i temi che abbiamo posto e sui quali vorremmo confrontarci.” Al momento in cui scriviamo non si registrano dichiarazioni da parte della maggioranza che ha approvato con i propri voti il provvedimento, evidentemente ben contenta di aver portato a casa un provvedimento così impopolare, con gli strali della stampa e della pubblica opinione concentrati tutti sulla opposizione. I classici due piccioni presi con una fava….anzi con una bella polpetta avvelenata, somministrata ad una opposizione incredibilmente così disposta ad abboccare. Incredibilmente incapace di comprendere che (al di là della bontà di alcune esigenze pur rappresentate nella nota precedente) non erano questi i tempi giusti in cui trovare la loro eventuale soluzione: così freschi gli echi di una campagna elettorale che ha creato tanta confusione con i tanti salti della quaglia e di una discussione consiliare sull’autonomia differenziata con ampio dispiego del gioco delle tre carte. Circostanze che avrebbero dovuto impedire di prendere solo in considerazione l’ipotesi di una proposta trasversale, per altro costituita da un provvedimento così affrettato e certamente tanto indigesto agli elettori. Ma tant’è. E mentre la croce pesa tutta sulle spalle della Verri e dei colleghi di minoranza che non hanno capito che bisognava votare NO, NO e NO, Bardi & C. se la ridono comodamente seduti sulla riva del fiume.
Viviana Verri: “Un errore di valutazione”, assumo “le mie responsabilità”
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Il Popolo italiano e le Regioni Cantonali di Lombardia, Veneto, Piemonte, Grande Lucania…ecc costituiscono la Confederazione Italiana. Chi vivrà vedrà.
Quando ci liberereremo da questa gentaglia corrotta e corrutrice?