Sorry, “Tesoro mi si è allargata la maggioranza” sembra aver detto con il suo sorriso sornione da film-maker unico della storytelling politica lucana recente il presidente Pittella a Piero Lacorazza. E con finta Pace da un lato e una Mollica in mano dall’altra ha così neutralizzato la odiata minuscola pattuglia di minoranza dem che si ostina ad opporsi al suo totale controllo sul territorio lucano nella veste di fedele proconsole unico e massimo di Renzi. Due a due, palla a centro. Parlate pure ora quanto volete.
Piero non l’ha presa proprio bene, sebbene doveva aspettarsela, e prova ora a cavalcare (dopo il referendum NoTriv) il ruolo di vittima dell’oltranzismo renziano che però ti spinge sempre più verso un angolo obbligato: quello di una scelta definitiva prima o poi da assumere rispetto a questi fratelli-coltelli di partito.
E non l’ha presa bene nemmeno il capogruppo (ex anche lui?) Roberto Cifarelli (di cui riportiamo a seguire l’intervento che ha fatto in consiglio regionale) che si accorge d’improvviso che quel partito in cui milita semplicemente “non c’è”.
Ma non c’è da un pezzo e per responsabilità e scelta di tutti coloro che, come lui stesso, animano questo spazio al chewingum che è il PD. Questa strana creatura voluta a tutti i costi all’epoca da Prodi e che non è mai diventato un partito vero.
Non lo è mai stato nel senso che intende quell’articolo della Costituzione riesumato da Cifarelli nel suo intervento. Non lo è mai stato nel senso che tanti italiani hanno avuto la fortuna di conoscere e vivere, quello dei partiti veri, con militanti veri e dirigenti (dalle sezioni al centro romano) veri e autonomi rispetto agli eletti che erano una emanazione e non come ora i soli “deus ex machina“.
Oggi andrebbe sgombrato il campo da un equivoco e dire con chiarezza che i partiti non ci sono più! E che quelli che spacciano per tali questi contenitori utili solo in campagna elettorale e nei congressi prendono in giro gli italiani.
Partire da questa verità può servire a capire che è proprio da questa tragica assenza e dal concentrarsi della politica intorno a singole figure che occupano postazioni nelle istituzioni che nascono tutti i guai che stanno sotto i nostri occhi.
Mica bisogna avere un particolare acume per comprendere che una politica fatta da singoli soggetti in perenne lotta con altri, senza un’orizzonte e una visione culturale e programmatica comune a pezzi di società organizzati in partiti, non può dare nessun buon frutto alla collettività.
Certo che la decisione di allargare la maggioranza politica assunta in consiglio regionale in un paese normale, con una politica normale, sarebbe di esclusiva competenza dell’istanza politica che è il partito.
Ma è inutile evocare un morto, specie se si è contribuito un po’ tutti alla sua agonia.
Ora sia a Roma che a Potenza funziona alla francese : “L’état, c’est moi” dice Renzi in Italia e Pittella in Basilicata! Fatevene una ragione e abbozzate, cari Piero e Roberto, altrimenti… occorre che traiate quelle conclusioni a cui sembra non vorreste giungere mai…….! Ma mai dire mai!
VI SPIEGO PERCHE’ NON HO CONDIVISO L’ALLARGAMENTO DELLA MAGGIORANZA
Intervento di CIFARELLI Roberto del 10/05/2016
Grazie, signor Presidente. Il collega Pietrantuono ha anticipato e formalizzato la proposta della maggioranza per la scelta del prossimo Presidente del Consiglio Regionale.
E’ una scelta che tocca obiettivamente ai consiglieri regionali, a nessun altro, che tra le proprie prerogative hanno quella anche di eleggere il Presidente del Consiglio e l’Ufficio di Presidenza; cosa diversa, ovviamente, riguarda il potenziale allargamento di una maggioranza, che dal mio punto di vista non è prerogativa esclusiva del Consiglio Regionale ma è prerogativa delle forze politiche che compongono, che qui sono rappresentate, ma che sono anche all’esterno di questo Consiglio Regionale.
Questo lo dico perché sono abbastanza dispiaciuto di come si sta evolvendo la vicenda politica regionale. Sono dispiaciuto e sono anche in disaccordo; lo esplicito, è già nota per le indiscrezioni di stampa la posizione di una parte del Partito Democratico rispetto alla scelta che si sta per compiere.
Io ho grande rispetto per i partiti politici, faccio parte di un partito politico, il Partito Democratico. Ho contribuito a far nascere il mio partito, il nostro partito – mi rivolgo ai colleghi del gruppo del Partito Democratico -, nel 2007, quando Walter Veltroni decise insieme a tanti altri di fondere le esperienze politiche del 900, in ultimo i democratici di sinistra con la Margherita, ma le radici sono molto molto più profonde di quei due partiti che composero, appunto, il Partito Democratico, e i partiti sono quelli che sono citati all’interno della Costituzione all’articolo 49, che dice che tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
Questo è il punto vero, i partiti servono per concorrere democraticamente alla vita, a determinare la politica nazionale, e la politica locale ovviamente, quella regionale. Allora io mi domando se questo articolo della Costituzione ha ancora un senso per tutti quanti voi.
Io capisco che i partiti politici non godono in questo momento una grandissima fiducia nei cittadini del nostro Paese, della Repubblica, però io credo molto nella Costituzione italiana, credo molto nella possibilità dei partiti, che si possano rigenerare, possano trovare nuova spinta, possano rinvigorire il proprio ruolo, la propria funzione. Soprattutto in casi come questi io credo che i partiti politici abbiamo una funzione.
Nulla di personale, ovviamente, nei confronti di Franco Mollica, il collega indicato dalla maggioranza per poter sedere al posto di Piero Lacorazza. Riconosco in Franco Mollica e in Aurelio Pace, che è l’altro amico che da questo momento in poi, se comprendo bene, farà parte della maggioranza istituzionale qui in Consiglio Regionale per la Regione Basilicata,…
Nulla di personale, conosco le loro doti, le loro qualità, la loro passione politica, non c’è ovviamente un tema che ha a che fare con la persona. Il tema è squisitamente politico, non altro.
Io penso che vadano rispettati i partiti, vada rispettato il mandato degli elettori.
Noi ci siamo presentati a novembre del 2013 con una coalizione e con un programma; questa coalizione e questo programma hanno avuto il suffragio degli elettori lucani, con il 60 per cento all’incirca dei votanti. Abbiamo un programma. In questi due anni e mezzo abbiamo dimostrato che nonostante tutte le difficoltà che la Regione ha dovuto affrontare per vicende pregresse e qualcuna per questioni che sono venute avanti in questi due anni e mezzo, questa coalizione, questa maggioranza ha dimostrato una tenuta perfetta in Consiglio Regionale e fuori dal Consiglio Regionale, fermo restando la dialettica politica, che è il sale della politica tra l’altro, la possibilità anche di poter divergere sulle opinioni all’interno della maggioranza e nei confronti dei colleghi della minoranza e delle altre forze politiche.
Questo è il sale della democrazia, il fatto che non abbiamo tutti lo stesso cervello e non la pensiamo tutti allo stesso modo, ma siamo in un campo politico, che è quello del centrosinistra, che è quello che è stato votato dagli elettori, e si può comprendere una evoluzione del quadro politico in presenza di fattori straordinari.
Il richiamo che faceva Pietrantuono alla vicenda nazionale, al Governo nazionale, qui non è replicabile in questo momento. Qui non siamo in una situazione di emergenza nazionale, non siamo nella impossibilità di avere una maggioranza in Consiglio Regionale, come quella, appunto, che ci ha consegnato il voto del novembre 2013; qui siamo in una situazione straordinaria perché le emergenze della Regione Basilicata sono tante e hanno bisogno di coesione politica, ma ordinaria dal punto di vista politico, perché abbiamo i numeri, 13 consiglieri su 21, per poter continuare a governare ed amministrare la Regione senza necessità di aiuti esterni, di supporti esterni.
In questi due anni e mezzo, l’abbiamo ripetuto, il presidente Pittella ha avuto tutto il nostro sostegno, né questo sostegno verrà meno nei prossimi mesi e nei prossimi due anni e mezzo di legislatura. Noi garantiamo al presidente Pittella il massimo della lealtà così come è stato fino a questo momento, rispettando le prerogative del Presidente così come il Presidente è giusto che rispetti le prerogative del Consiglio e dei consiglieri regionali.
Quindi penso che una decisione così importante, quella di… non quella di eleggere il Presidente del Consiglio ma quella di allargare il perimetro della maggioranza, non possa essere una decisione presa tra poche persone all’interno di una stanza che fanno parte di una singola componente politica e non di un intero partito, men che meno in una riunione di maggioranza che allarga ed estende politicamente il perimetro ad altre forze politiche.
E’ una discussione che andava fatta all’interno dei partiti politici per dare peso e valore a quei partiti previsti dall’articolo 49 della Costituzione.
Noi stiamo sminuendo l’importanza di questo atto, lo dico anche ai miei colleghi del gruppo del Partito Democratico. Stiamo sminuendo, stiamo rendendo un pessimo servizio, dal mio punto di vista, alla politica e alla comunità regionale.
Io penso che ci sia ancora lo spazio, l’ho chiesto nella riunione che abbiamo fatto ieri nel gruppo del Partito Democratico, per poter prendere un po’ di tempo, riflettere ancora su quello che stiamo facendo, senza pregiudizi. Io non dico che questa cosa non si debba fare o non si possa fare, ma la si deve fare seguendo le regole della politica e non attraverso strappi come quello che stiamo consumando in questo Consiglio Regionale questo pomeriggio.
Lo dobbiamo fare nella consapevolezza precisa di tutti quanti quelli che hanno titolo a poter decidere rispetto alla decisione che stiamo assumendo.
Non siamo in emergenza come al governo nazionale, né posso credere alle indiscrezioni di stampa nella riunione del gruppo ieri, non è emersa questa cosa, quindi sono io a toglierla di mezzo, che questa operazione la si fa perché bisognava prendere atto del voto del referendum del 17 aprile e lanciare un segnale a coloro i quali si sono impegnati per il sì in maniera forte a quel Referendum.
Io penso che la Basilicata abbia risposto a quel Referendum con un voto preciso, con un’indicazione molto chiara che deve servire a noi, al governo regionale per poter andare avanti meglio rispetto a quello che abbiamo fatto in questi due anni e mezzo in un settore così delicato, qual è quello dell’ambiente, della tutela della salute, anche dell’attività produttiva e dei posti di lavoro che vanno salvaguardati, per coloro i quali sono impegnati nelle estrazioni petrolifere tanto in Val d’Agri, quanto a Corleto Perticara.
Io non penso che sia questa la ragione, la escludo direttamente. Così come non penso che la ragione possa essere, anche questa l’apprendo dalle indiscrezioni di stampa, non è emersa nella riunione del gruppo del Partito Democratico, che sia una visione che guarda oltre il Referendum costituzionale di ottobre che riguarderà la riforma della Costituzione italiana.
Non penso che si voglia mettere il carro davanti ai buoi.
Io penso che siano due cose distinte e separate.
Una cosa è la regione Basilicata con i suoi problemi, le sue ansie, i suoi tentativi di andare incontro alle esigenze dei cittadini, altra cosa è la vicenda politica nazionale che avrà degli sviluppi, che avrà quando li avrà ed in quel momento ne dovremo prendere atto e saremo conseguenti sempre discutendo all’interno delle sedi politiche deputate che sono i partiti politici.
Io penso che una svolta andasse data alla nostra attività.
L’abbiamo chiesto, non parlo da capogruppo, ma da consigliere regionale che in queste settimana ha animato un dibattito politico sul territorio, pensando che alcuni eventi che si sono succeduti negli ultimi due mesi dalla vicenda giudiziaria che ha riguardato Val d’Agri e Tempa Rossa, alla sollecitazione forte che ci è arrivata dai sindacati il 9 di aprile con la marcia che riprendeva alcune istanze già presentate al Governo regionale al novembre del 2015, all’esito del Referendum e poi alla vicenda che ha riguardato le aziende sanitarie con una lettera, un dossier molto forte di Cantone, dell’Autorità Anticorruzione.
Tutti questi fatti spingevano noi a dire al presidente Pittella “è arrivato il momento di svoltare. Di fare una cosa diversa rispetto a quello che abbiamo fatto fino a questo momento”. Rivendicando risultati positivi che pure abbiamo ottenuto in questi due anni e mezzo, il lavoro egregio fatto dagli Assessori tecnici che qui siedono e ringrazio per il lavoro che hanno svolto fino a questo momento.
Occorreva, ad un certo punto, dare una svolta.
Se la svolta che si intende dare è quella che arriva attraverso il segnale dell’elezione di Mollica a Presidente del Consiglio Regionale, non è quello che noi auspicavamo.
È quella la ragione per cui sono un po’ deluso, un po’ anche triste per l’epilogo che sta avendo questa vicenda e per cui annuncio sin d’ora che il mio voto non potrà essere di sostegno a questa scelta per le ragioni che ho detto, per una questione di metodo, perché non si doveva arrivare così a questo punto e per una questione di merito, perché dal mio punto di vista non ci sono ancora le condizioni per un allargamento della maggioranza.

Iscritto all’albo dei giornalisti della Basilicata.
La Messa ad Requiem sarà celebrata in contemporanea a Potenza nella chiesa della Trinità negli oscuri silenzi della politica lucana e davanti al portone di Botteghe Oscure, Una prece.