Anche se ancora sarebbe consigliabile la prudenza, i dati finali mano a mano che arrivano completano il quadro di una vittoria di Alessandra Todde, candidata del M5S e del PD, nelle elezioni regionali della Sardegna. Una vittoria di misura, alla fine saranno 3/4 mila voti di differenza rispetto al candidato imposto dai meloniani agli alleati di centrodestra Paolo Truzzu, ma che stravolge tutti i pronostici e diventa una bella buccia di banana soprattutto sotto i piedi di quella che sembrava essere una inarrestabile vincente corsa della presidente del consiglio. Ops, incredibile, ma anche Giorgia può perdere! E riesce a perdere anche segnando un primato: è la prima volta dal 2015 che il centrodestra perde una elezione regionale in cui esso amministrava. Sicuramente hanno giocato in negativo la voglia di mettere le proprie bandierine al posto di quelle degli alleati (nella fattispecie la Lega) che non l’hanno presa molto bene e la scelta di un candidato che non aveva propio dato una bella prova di capacità nella sua veste di sindaco di Cagliari (che l’ha infatti bocciato sonoramente). Ma quello che viene dalla Sardegna pare essere anche un primo segnale di cambiamento di quel vento che ha spinto Meloni in alto alle ultime politiche, per la delusione di non aver visto onorate le tante facili promesse dispensate a pieni polmoni nella campagna elettorale. Con tutte quelle inversioni ad U che l’hanno fatta ricevere il premio di leader camaleontica dal prestigioso Politico UE. Non proprio un complimento. (https://giornalemio.it/politica/politico-europe-premia-il-camaleonte-meloni-non-e-piu-quella-che-minacciava-di-essere/). Un consenso destinato a scemare ancor di più con quest’aria di repressione che si respira rispetto al libero manifestare e alla preannunciata riforma in senso autoritario del premierato. La cosa che meraviglia è che la sconfitta di questa destra venga a fronte di una opposizione sostanzialmente inconsistente e frastagliata. Sia a livello nazionale che in sede regionale. Anche in Sardegna c’è la prova: se Soru avesse fatto fronte comune con il centrosinistra, altro che testa a testa. Cosa che ci deve far sempre ricordare che, a dispetto di quello che Meloni ama ripetere, la maggioranza degli italiani alle ultime politiche non hanno votato per i partiti che ora governano. Essi esprimono una minoranza degli elettori. E’ quella “porcata” (così definita dallo stesso autore leghista) della legge elettorale in vigore a truccare la vera volontà degli italiani. Altro che “gli italiani ci hanno incaricato di fare questo o di fare quello….“. Cosa succederà nelle altre regioni, in primis la Basilicata? Il capitombolo sardo potrebbe ripetersi tragicamente per il centrodestra, considerata la tiritera in cui si sono avvitati nella indicazione del proprio candidato: tra il Generale che resiste e gli alleati che vorrebbero sostituirlo. Se non fosse che tra PD e M5S c’è di mezzo il terzo incomodo di quell”Angelo caduto dal cielo“, troppo presto e in malo modo, a complicare un accordo come quello sardo e le chance di un possibile simil esito in terra lucana. Chi vivrà, vedrà….
Basilicata: Non c’è peggior sardo di chi non vuol sentire…..

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