“E’ strana la campagna elettorale di queste europee. E’ priva di un vero confronto tra le parti in causa. Se non ci fosse la nostra lista Pace Terra Dignità che mette in primo piano e seriamente il tema Pace e i temi del Sud, sarebbe tutto già scritto. Un gioco consociativo tra destra e finta sinistra per dividersi i seggi per le europee. La situazione è ancora più grave ed evidente in Basilicata, dove il dibattito elettorale è pressoché narcotizzato e si discute del nulla”. E’ quanto stigmatizza Piernicola Pedicini, segretario nazionale del Met e candidato alle europee con Michele Santoro, in una nota sul dibattito elettorale in regione che così prosegue: “In Basilicata c’è un tema di rilievo nazionale che sta devastando vaste aree della regione e incide profondamente su centinaia di migliaia di lucani, di cui è vietato parlare. Mi riferisco alle estrazioni petrolifere in Val d’Agri e nell’area Sauro-Camastra. In questa campagna elettorale l’argomento è tabù e nessuno si occupa delle ricadute negative del più grande giacimento su terraferma d’Europa che rappresenta il 6% del fabbisogno petrolifero annuo italiano. Non si discute del rinnovo delle concessioni che sono in contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Ue, non si affrontano i danni all’ambiente e alla salute della popolazione. Non si parla dei processi in corso Petrolgate 2 e 3 per disastro ambientale per le 400 tonnellate di greggio disperse nell’ambiente nel 2017, fuoriuscite dalle cisterne del Cova di Villa d’Agri perchè prive del doppio serbatoio. Il processo dovrà anche fare luce sullo “strano” suicidio di Gianluca Griffa, il giovane ingegnere piemontese di Eni morto nel 2013 in circostanze mai chiarite. Il giovane aveva scoperto le irregolarità dell’impianto, ne aveva scritto sul suo memoriale e dopo averle raccontate ai suoi superiori era stato messo in ferie forzate. Poi il suicidio.”
“Inoltre, cosa ancora più grave, – argomenta Pedicini – non si parla più della Valutazione di impatto sanitario delle estrazioni petrolifere elaborata dal Cnr di Pisa con alcuni medici della Val d’Agri, dove veniva certificato che nell’area del Centro Olio di Viggiano ci si ammala di più e si muore di più di patologie cardiache e respiratorie rispetto al resto della regione. Lo studio è durato dieci anni ed è stato pubblicato su riviste scientifiche internazionali. Poi, è stato dimenticato in un cassetto. Ora si attende che parta una nuova verifica sull’impatto ambientale e sanitario delle trivelle, coordinato dalla Regione e finanziato dalle compagnie petrolifere con 25 milioni di euro in cinque anni. Però tutto viene rimandato e diluito in anni e anni senza che si arrivi a degli interventi e mentre si continua a trivellare grazie alle autorizzazioni della Regione e dello Stato. Eppoi, c’è la questione della diga del Pertusillo, un bellissimo patrimonio naturalistico che ha visto la qualità delle sue acque peggiorare negli anni, circondato com’è dai pozzi petroliferi. Insomma, il tema prioritario della Basilicata viene ignorato da tutte le forze politiche e solo noi continuiamo da anni ad evidenziare come sia importante bloccare le estrazioni e preservare la salute pubblica e il patrimonio paesaggistico, acquifero, agricolo e turistico della regione.” “Probabilmente, – conclude Pedicini – in Basilicata ha vinto due volte le elezioni regionali Bardi, ex generale della Guardia di Finanza, proprio perchè doveva rinnovare le concessioni senza creare problemi alle multinazionali del petrolio. Cosa che è puntualmente avvenuta nel 2021 con il rinnovo per altri 10 anni in Val d’Agri, e il 5 aprile scorso con il rinnovo quinquennale della concessione Tempa Rossa. Pertanto, è chiaro che con tutte le royalties petrolifere che arrivano ogni anno (150-200 milioni di euro) nessun politico lucano critica le estrazioni, nessuno dice quanti posti di lavoro sono stati persi nei settori dell’agricoltura e del turismo e nessuno si occupa della salute dei cittadini e dell’inquinamento”.

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