Niente equivoci , con una appartenenza ideale ben definita, ma impegno e volontà a lavorare insieme alle forze di una Sinistra alternativa- da costruire- con le associazioni e con chi non si rassegna a un mondo di sfruttamento e disuguaglianze. Antonio Nacci , responsabile provinciale del Pci, è per l’avvio di una stagione di confronto e di collaborazione per un progetto che ha bisogno di volontà e di scelte precise, per dare una risposta e una opportunità di alternativa a quanti continuano a ripetere che a Matera, in Basilicata nel Paese ‘’c’è bisogno di Sinistra’’. E il metodo del confronto, delle idee e dei programmi è quello che ci vuole per farlo. E il ‘’compagno ‘’ Nacci fa riferimento anche all’attualità per evitare che si continuano a fare errori che, di certo, non favoriscono la partecipazione e allontanano la gente dalla politica ma che continuano a chiedere risposte. Così la richiesta di consultazione referendaria, portata avanti dagli ex parlamentari Danzi e Di Maggio con altri 50 cittadini, per portare Matera in Puglia, il fallimento del ruolo delle Regioni come era state immaginate dalla Dc, la spada di Damocle dell’Autonomia differenziata sono temi che vanno affrontati con decisione, denunciando responsabilità e irresponsabilità .E su questi la barriera rossa del Pci continua a garrire per il vento del cambiamento.
Comunicato Stampa
Nel giro di un paio di settimane la Comunità Materana ha vissuto due momenti “teatrali” diametralmente opposti, siamo passati dalla “commedia all’italiana” con la richiesta di referendum popolare sulla proposta “fantasiosa” di passare come Comune sotto la regione Puglia; alla “tragedia”, per qualcuno, delle dimissioni del sindaco seguite dalle successive dimissioni (con tanto di atto notarile) dei consiglieri di opposizione.
Sulla questione Referendum, che qualcuno ha definito una boutade, invitiamo quanti fossero interessati ma soprattutto i due “senatori” proponenti ad approfondire la genesi dell’istituzione delle Regioni nella Costituzione Italiana andando a leggere i documenti e le discussioni che si ebbero nella Seconda Sottocommissione dell’Assemblea Costituente.
Non possiamo però non evidenziare che si è verificato purtroppo quanto paventato all’epoca dal PCI circa i rischi di un eccessivo potere legislativo in capo alle Regioni, infatti la posizione del PCI fu sempre quella di un regionalismo di tipo tecnico-amministrativo diversamente da quanto voluto e perorato dalla DC che era invece favorevole ad un ampliamento degli ambiti decisionali della Regione.
La storia ci ha dato ragione, visto che oggi siamo difronte anche ad una legge sull’ “autonomia differenziata” che spacca l’Italia mettendo le regioni una in concorrenza con l’altra, come se non bastasse già quanto avviene oggi anche in conseguenza della modifica del Titolo V°, con la certezza che aumenteranno le disuguaglianze se con il referendum abrogativo non si porra fine ad una legge frutto dello scambio elettoralistico tra Meloni e Salvini.
La questione della chiusura anticipata della consigliatura apre invece ad una discussione molto più complessa, non solo per i suoi riflessi immediati sul presente della città, ma soprattutto perché pone tutta la cittadinanza ad interrogarsi sul futuro di questa città; diffidando di chi dice di amarla ma che in realtà lavora solo per consolidare la propria posizione socio economica in una guerra tra gruppi di potere sulla pelle dell’intera comunità.
In occasione del varo della quarta giunta Bennardi evidenziammo come gli interessi personali di una ristretta cerchia di uomini e donne avesse prevalso rispetto alle aspettative di una intera comunità, un comportamento quanto di più lontano da una politica seria e responsabile, i fatti ci hanno dato ragione.
Dobbiamo al contempo evidenziare come tutta la consigliatura non abbia certo brillato per visione e lungimiranza, con atteggiamenti in consiglio comunale più orientati al puro ego personale che non a seri contenuti di proposta.
I problemi della città purtroppo sono tutti li, non serve fare l’elenco, su una questione cruciale però i cittadini dovranno interrogarsi ma soprattutto decidere su quale futuro e quali opportunità vogliamo lasciare ai Nostri Ragazzi perché diversamente il declino di questa città sarà inesorabile.
Come Partito Comunista Italiano siamo impegnati ad organizzare una alternativa politica, per questo siamo disponibili a confrontarci e a discutere con quelle forze della sinistra alternativa, con le associazioni e con chi non si rassegna a un mondo di sfruttamento e disuguaglianze.
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Antonio NACCI
Responsabile Provinciale
