E nel titolo ci sta tutta la storia di una regione, la Basilicata ( questo è il suo nome come riportato nello Statuto regionale e nella Costituzione) che continua a pagare le conseguenze di una volontà di farla nascere con forzature politiche, amministrative , culturali, territoriali (100 Comuni nel Potentino e 31 nel Materano) che alla fine hanno creato quell’effetto zattera di disgregazione territoriale, desertificazione di servizi, incremento dell’emigrazione e alimentato il campanile…non solo da Matera, ma anche da Policoro, Melfi, Lagonegro e via elencando. E così l’accentramento di funzioni e gestione delle risorse in quel di Potenza (il disastro della Sanità è tra queste come confermato nelle audizioni nelle commissioni regionali) e il trasferimento della cabina di regia a Roma ( dal petrolio a cariche e incarichi) hanno consolidato un percorso senza ritorno. Contano i numeri e la Basilicata è nei fatti nelle competenze delle aree metropolitane di Napoli e Bari, in attesa della macroregione da Regno delle Due Sicilie, dove erano l’antica Lucania (ripassare i libri di storia) e la Terra d’Otranto. Raccogliamo l’invito dell’avvocato Leonardo Pinto che, conta tanta passione, e non è il solo, ritorna sulla necessità di riprendere un dialogo e una collaborazione per l’unità regionale. Ma bisogna essere in due, a cominciare da Potenza, ma finora i fatti vanno avanti all’insegna della logica dei numeri e di quel colpevole ‘’silenzio, assenso, compromesso’’ che hanno caratterizzato l’azione di quanti pur rappresentando la Città dei Sassi e lo stesso Metapontino hanno preferito tirar dritto per la propria strada….
*PARTIAMO DA MATERA PER RILANCIARE LA REGIONE LUCANA*
*Il bollettino politico regionale continua a scandire negatività* : tradimenti politici che hanno determinato la necessaria, quanto opportuna, fine dell’agonizzante amministrazione del Sindaco Bennardi di Matera; rimborsopoli regionale con condanna di Viti a due anni e 4 mesi di reclusione, certamente consolato dall’amico accarezzato anche lui da una giustizia non addomesticabile; conti in rosso della sanità pubblica lucana al collasso; prospettive Stellantis preoccupanti, disfunzioni (per usare un eufemismo) ITREC di Rotondella; agricoltura a pezzi; costosi discutibili nuovi servizi FAL; accentramento a Potenza di direzioni dipartimentali; uffici giudiziari con carenza di magistrati di cui la politica, che teme la giustizia, non muove un dito per migliorarne le funzionalità; tentativo di portare Matera in Puglia per scappare dalle “scomodità” lucane.
Insomma un quadro nient’affatto rassicurante che, comunque, non può rappresentare una resa, ma energia per ripartire da Matera per il rilancio della Regione lucana come emerso a conclusione dell’incontro di ieri sera. *Con Matera protagonista non solo a livello regionale.*
Un incoraggiamento a compiere tale necessaria missione, viene dalla vignetta dell’articolo di Controsenso che ha ripreso un dialogo tra me e l’amico e collega Avv.Franco Di Caro, già Sindaco di Matera, sovrastata da un titolo forse polemico, ma assai eloquente. *Titolo che, secondo Emanuele Radogna un mio vecchio collaboratore abbastanza acuto, potrebbe offendere i braccianti, brava gente,*
*che lavora e suda per guadagnarsi da vivere, mentre i politici cui si riferisce l’articolo, non sarebbero in grado di svolgere quel lavoro nobile e porterebbero malaffare e improduttivita’ e metterebbero a rischio la sopravvivenza alimentare.*
Dunque, anziché tentare la fuga in Puglia, vero atto di impotenza politica, che potrebbe ritenersi anche anche una forma di codardia, *partiamo da Matera per rilanciare la Lucania.*
