E’ da oggi on line su Change.org la petizione lanciata dalla Cgil di Basilicata con cui si chiede “tutte le forze politiche presenti nel Consiglio regionale della Basilicata di abrogare la legge regionale Basilicata 23/2024 (Ndr. Ora corretta dal BUR in n.22/2024), ripristinando la normativa precedente.” Trattasi della norma approvata il 2 agosto scorso e con cui “il Consiglio regionale della Basilicata ha incrementato di quasi il 30% l’importo erogato annualmente ai gruppi consiliari per le spese di personale portandolo a 75.000 euro per ogni Consigliere componente il Gruppo, con un aumento certo della spesa annua di quasi mezzo milione di euro.” La petizione è possibile firmarla cliccando QUI.
L’iniziativa segue di qualche giorno l’appello del segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, rivolto “a tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, affinché ritirino in modo bipartisan la legge regionale n.23 del 12 agosto 2024 con cui il parlamentino lucano ha aumentato le spese dei Gruppi consiliari di oltre 450 mila euro annui.” In quanto affermava Mega “Si tratta di dettare le giuste priorità all’agenda politica del governo di questa regione che, come ben sappiamo, vive grandissime criticità“. E che esemplificava in “a giugno si contavano già 5 milioni di ore di cassa integrazione per il 2024″ e “il tasso di povertà tra i lavoratori, come attestato dalla Caritas, dovuto soprattutto ai contratti precari, mentre il crescente spopolamento e l’aumento dell’età media dei lucani nei prossimi anni determinerà in modo negativo la partecipazione al mercato del lavoro, specie dei giovani.” Per non parlare della “crisi dei maggiori settori produttivi, l’automotive con Stellantis, l’estrazione petrolifera con i ritardi nei progetti per la transizione energetica, la sanità con tutte le criticità che riguardano i lunghissimi tempi di attesa e l’elevato tasso di migrazione sanitaria, l’agricoltura in ginocchio a causa della siccità e dei mancati adeguamenti infrastrutturali, lo spettacolo indecoroso sull’accoglienza dei lavoratori migranti impiegati nella raccolta del pomodoro con i fondi Pon a disposizione ma i centri d’accoglienza chiusi, è impensabile che tra le priorità della politica ci sia un aumento dei costi del personale.” A fronte di tutto questo per Mega il passo giusto sarebbe quello che “il Consiglio regionale tutto debba ravvedersi, ritirando subito la legge.” In assenza di ciò, considerato alquanto improbabile visto il rumoroso silenzio che continua a rimbombare, “tutta la Cgil sosterrà con forza” l’unica strada percorribile “quella del referendum”, uno strumento pur previsto nello Statuto regionale ma non ancora operativo. Pertanto , prometteva Mega “In attesa della procedibilità di questo strumento di democrazia diretta, lanceremo una petizione on line a sostegno dell’abrogazione di questa vergognosa norma”. Ed ecco che da oggi è stata avviata quest’ultima operazione che, se dovesse raccogliere un numero adeguato di sottoscrittori, costituirà un indubbio potente strumento di pressione nei confronti delle tre scimmiette che sembrano essersi replicate nella maggioranza consiliare di Via Verrastro: fingono di non vedere, fingono di non sentire, non parlano.
La meritoria iniziativa della Cgil di Basilicata necessita però di due aggiornamenti: la prima è che –come abbiamo già scritto in completa solitudine– in quel famigerato consiglio del 2 agosto scorso furono due le leggi approvate che aumentavano le spese per i consiglieri regionali e non una sola. Questa di 455 mila euro indicata nella petizione e un’altra di 135 mila euro per un totale di 590 mila euro; la seconda è che il BUR dopo la pubblicazione delle due leggi ha operato una rettifica alla loro numerazione per cui quella indicata nella petizione ora è la n.22/2024 e non più la n.23, mentre l’altra (che aumenta la spesa di altri 135 mila euro) non è più la n.22/2024 ma la n.21.
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