“Quella tua maglietta fina….E quell’aria da bambino….”: nulla da fare, questo dissing tra i due candidati -in questo sprint finale della campagna elettorale, magari sulle note di una Baglioni d’antan, ma adeguate al tanto amore profuso a piene mani e polmoni per Matera- non ci sarà! Nel frattempo, in quest’ultima settimana si è alzata e di molto la temperatura. Non solo quella climatica, ma anche quella politica tra i due contendenti alla fascia di primo cittadino. Con Roberto Cifarelli -che dovrebbe essere il più tranquillo dei due- dall’alto di quel 52,48% conseguito dalle sue 9 liste (+ il supporto aggiuntosi di Luca Prisco) e quello personale del 43,52%- e che è invece apparso il più propenso ad alzare i toni, sino a lanciare pubblicamente quel guanto per una pubblica sfida in piazza ad Antonio Nicoletti. Una sfida che è stata rilanciata sui social da tutti i suoi supporter, presentandola come palese prova di superiorità, a fronte di un avversario che dimostrava indisponibilità a questa richiesta, ma che pure non si è mai sottratto ai confronti televisivi che si sono svolti su varie emittenti (ed ancora ieri sera anche in visus presso l’ordine degli ingegneri). Una superiorità ribadita ossessivamente per altro dal claim del competente: “Io lo so fare“, ripetuto anch’esso dai suoi: “Lui lo sa fare“, il Sindaco ovviamente. Con il sottinteso: “Tu no“. Non sappiamo se i suggeritori di questa campagna assertiva -che in dialetto qualcuno ha tradotta in “tu te la canti e tu te la suoni” e, i più cattivi, in quella classica del Marchese del Grillo “io so io e tu non sei un...”- abbiano valutato le potenziali ricadute non proprio di simpatia. Ma sicuramente non era questa l’intenzione. Questo secondo round della campagna elettorale del candidato Cifarelli, è stata caratterizzata anche da una inversione di marcia rispetto alla identità politica prima demonizzata. Nel primo tempo si è tolto la maglietta del PD per indossare quella del Matera first. Nel secondo, contrordine: si è rimessa quella del PD. E son fioccate le benedizioni in sequela: del segretario regionale, di Roberto Speranza, dell’on Amendola, ieri di Emiliano in presenza a Matera, e di tanti sindaci della provincia (manca al momento solo quella della Schlein). Tutti a ripetere che quello a Cifarelli è il voto al centrosinistra. Se non di sinistra. Tutti di corsa a mettere il cappello su quella che è oramai una vittoria annunciata. Sicura. E per convincere gli incerti, si aggiunge che se vince Cifarelli, è una vittoria contro Bardi. Insomma, si è alzata una enorme cortina fumogena quasi a voler coprire quel corposo “pezzo di maggioranza di Vito Bardi che abita nel condominio-coalizione di Cifarelli” e che corrisponde ad: Azione (Pittella), Forza Italia (i Casino, che si sono sospesi ma non ne sono mai usciti) e Italia Viva (Polese e Braia). Ma che ci sono, e sono lì, dentro il voto a Cifarelli, in bella mostra e in nome di una scelta precisa. E allora, a fronte di questa evidenza, perchè questa inversione ad U, sulla esibizione della propria identità? Si spera di recuperare quel voto a sinistra che ha severamente bocciato questa operazione? E cosa ne sarà ora dei consensi di elettori di centro destra che lo hanno votato al primo turno? Lo rivoteranno ancora con quella sgargiante maglietta del PD addosso? E il saldo tra il voto eventualmente recuperato e quello probabilmente perso, sarà positivo o negativo? Immaginiamo che per giungere a questa scelta, qualcuno abbia fatto i conti per bene e la abbia ritenuto plausibile. Vincente. Forse ritenendo insuperabile oramai l’argomento principe che ci si affanna a spiegare ai materani circa la la “inutilità” del voto a Nicoletti, avendo Cifarelli già la maggioranza in Consiglio comunale. Quindi, ci si sarà detto: perchè non chiudere il cerchio di questo capolavoro di campagna elettorale con una rivergination? Bene, tutto farebbe pensare -dunque- che quella di Roberto Cifarelli si appresti ad essere una marcia trionfale verso il 5° piano del palazzo di città a cui mancherebbe solo chiudere formalmente la pratica, domenica e lunedì prossimi, con la conferma da parte dei materani del suo vantaggio sul competitor. Per intanto questa sera si chiuderà ufficialmente la campagna elettorale: prima con -alle 17,00- una “Festa” al boschetto, per poi trasferirsi -alle 19,00- in piazza Vittorio Veneto per il comizio finale.
Nessuna sostanziale novità, invece, si è registrata sul fronte della campagna elettorale di Antonio Nicoletti che anche in questo secondo tempo di partita ha continua ad esibire un invidiabile aplomb, non sappiamo quanto reale o appositamente costruito, ma che lo ha aiutato a trasmettere una immagine di sostanziale tranquillità e moderazione. Che ha di fatto costituito la propria cifra distintiva rispetto all’avversario, scadendo nel sarcasmo solo occasionalmente, come in quel video in cui ha provato a ridicolizzare e quindi rifiutare la sfida cavalleresca di Cifarelli da tenersi in piazza. Ha poi continuato a partecipare a tutti i dibattiti, è andato nei rioni come ogni candidato ed ha continuato ossessivamente a parlare solo di problemi e proposte, evitando di prestarsi a polemiche. Insomma, ha continuato a mantenere quel profilo di “bravo ragazzo” e di tecnico competente prestato alla politica, che evidentemente pensa possa essere vincente nel confronto con l’immagine irruente e condita di maggiore vis polemica del suo sperimentato avversario. Opponendo una sorta di verginità politico amministrativa a quella stantia di chi naviga da 30 anni nelle stanze del potere. E a cui è stato, non a caso, contestato: ma cosa hai fatto per Matera in tanti anni? Una immagine e un profilo che evidentemente è stato ritenuto utile a far digerire -ad una fascia di elettorato che mai voterebbe Cifarelli- anche il suo essere comunque a capo di uno schieramento nettamente di destra e a concedergli il proprio voto in questo step finale. Sperando di recuperare ulteriori consensi a lui molto utili, sapendo di partire da quel 36,98% del primo tempo e, quindi, in palese svantaggio, con il pronostico contro. E per altro con quel fastidioso svolazzare sulla testa dell’ombra di quell’anatra zoppa che potrebbe alla fine convincere molti suoi sostenitori del primo turno alla inutilità di recarsi al seggio per rinnovargli il voto. Perchè è proprio su questo che si gioca questo secondo tempo di partita. Nicoletti può sperare di vincere solo se riuscirà a riportare al seggio e a ripetere il voto precedente a proprio favore del maggior numero di elettori, oltre a conquistarne di nuovi. E sperare che questo non riesca al suo avversario. Lui e i suoi supporter sembrano crederci. Fa parte del gioco che per altro non ha lesinato precedenti storici in questo senso. Comunque, anche per lui le danze si chiuderanno questa sera con un comizio in Piazza Vittorio veneto, alle 21,00. Siamo quindi giunti all’ultimo atto, quello decisivo. Con la parola e la scelta che sarà ora tutta e definitivamente nelle mani degli elettori materani che domenica e lunedì, oltre a scegliere il proprio sindaco, sono chiamati a votare anche per i 5 referendum (sul tema ci sarà a fare da cuscinetto tra i due candidati sindaci -alle 20,00- il comizio della Cgil). A loro l’ardua sentenza: ai 13.925 (+853 di Prisco) che hanno votato Cifarelli sindaco al primo turno, agli 11.832 che hanno già scelto invece Nicoletti e ai 4.856 elettori che hanno prima sostenuto Santochirico e Bennardi e che ora decideranno il da farsi. Con la prima grande incognita: in quanti andranno a votare?

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