giovedì, 3 Ottobre , 2024
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Mettere in sicurezza il Paese o costruire il ponte di Messina?

E ancora: perseguire sindaci, dirigenti e politici , ma senza generalizzare, che negli anni – facilitati dalla politica dei condoni per fare cassa- hanno favorito costruzioni dove non si poteva e doveva fare? Come ha chiesto il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin , che si è affrettato a chiarire dichiarando di essere stato frainteso, dopo la smentita venuta dal segretario della Lega Matteo Salvini che guida il ministero alle Infrastrutture e mobilità ? Interrogativi d’obbligo tra ”correzioni di tiro” ed esigenza di ridimensionare il reato di abuso in atti di ufficio, che il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni, intende portare avanti per consentire ai sindaci di essere operativi, liberandosi – sintetizziamo- dai lacci e lacciuoli della burocrazia. Toccherà al presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, fornire risposte. A cominciare, comer scrive nella nota che segue l’avvocato Leonardo Pinto, con lo scegliere tra la priorità di mettere in sicurezza il territorio- dopo le morti e le devastazioni di Ischia- o il miliardario ponte sullo stretto di Messina. Ai posteri …Speriamo a stretto giro. Maltempo e natura non guardano in faccia a nessuno, purtroppo.


EVITARE LE ROVINE IDROGEOLOGICHE O COSTRUIRE IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA? CHE DICE GIORGIA MELONI?
Il buon senso è l’insuperabile “legge umana”, non scritta, che evita errori imperdonabili, di cui la politica è ormai completamente priva. Infatti, le riforme che riesce a fare, inutili e dannose per i comuni cittadini, sono utili solo a chi le impone facendo pessimo uso del consenso elettorale.
Gli enti territoriali, soprattutto per insipienza, non riescono a manutenere neanche le cunette stradali; peggio accade per gli alvei dei fiumi e dei torrenti completamente abbandonati, nonostante i periodici straripamenti che producono danni maggiori delle spese occorrenti per la loro manutenzione.
La frana di Ischia è un disastro annunciato; Casamicciola risulta citata ben 7 volte nella relazione sui centri più a rischio di frane e crolli.
L’attuale governo di centrodestra, ignorando che il 94% dei comuni d’Italia è a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera, PENSA A GRANDI OPERE TRA CUI IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, MENTRE IL TERRITORIO DELL’ITALIA, DA NORD A SUD, “CADE A PEZZI”.
Neppure ci si accorge che un piano di contrasto ai rischi idrogeologici sarebbe foriero di tanto lavoro per tutte le categorie e generatore di sollievo per l’economia locale e nazionale.
Perché si pensa a grandi opere come il ponte sullo stretto di Messina, voluto da Berlusconi, e non alla difesa del territorio nazionale?
Diceva Andreotti a pensare male si fa peccato, però a volte si azzecca. La risposta a tale domanda è semplice: la grande opera è gestita da pochi intimi con conseguenti grandi utilità sempre per pochi intimi; un piano nazionale per contenere il dissesto idrogeologico, invece, risulterebbe utile a tutto il Paese e all’intera economia nazionale.
Domanda finale: allo stato delle cose, va costruito il ponte sullo stretto di Messina o difeso il territorio nazionale da frane e alluvioni?
Che dice Giorgia Meloni?

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2 Commenti

  1. I politici nazionali, come gli amministratori locali, non sono in carica per caso, ma perché li votano i cittadini. Per cui la domanda giusta da fare sarebbe un’ altra: CHE DICONO GLI OTTO MILIONI DI ITALIANI PROPRIETARI DI CASE ABUSIVE?

  2. Le 20 Regioni con le soppressioni delle sedi del “(Regio)Genio Civile” -uno in ogni Provincia- hanno dissipato una memoria storica del territorio che non è più recuperabile. Senza dimenticare che anche nel settore urbanistico, o gestione del territorio, ogni Regione ha emanato Leggi e Regolamenti propri, insomma una vera e propria Babele! A proposito ma abbiamo capito o no che il SSN non esiste più da decenni?

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