Certo la procedura è lunga e impegnativa, con una serie di tappe da percorrere fino alla fine. E del resto era arcinoto. Ma costanza e chiarezza, coinvolgimento della gente possono portare anzi riportare Matera in Terra d’Otranto. Prima la Città dei Sassi e poi, chissà, anche una provincia che di quella storia ha fatto parte, a cominciare dalla Magna Grecia. Ma un passo alla volta…La Corte di Cassazione,intanto, e a due mesi dal voto per le Comunali (alle urne si va il 25 e 26 di maggio) rispondendo all’istanza avanzata dagli ex parlamentari di Matera, i senatori Corrado Danzi e Tito Di Maggio , ritenendo legittima la richiesta di referendum per invitare i cittadini a pronunciarsi per un eventuale trasferimento della Città dei Sassi nella Regione Puglia, ha inviato all’Associazione ‘’ Matera Terra d’Otranto’’ tutte le procedure da seguire per redigere la domanda referendaria e ha individuato un delegato che seguirà l’iter amministrativo. Lo ha reso noto l’ex parlamentare Tito Di Maggio, che nel marzo dello scorso anno aveva presentato insieme al collega Danzi la proposta e con altri concittadini per la neonata associazione ” Matera Terra d’Otranto”.
Una denominazione non casuale, legata alla appartenenza fino al 1663 per motivi territoriali, amministrativi e culturali di Matera e parte del suo comprensorio alla Puglia. Rapporto che non è stato mai (anzi si è rafforzato) vista la vicinanza a quella regione, e con rapporti continui sul piano economico, dei servizi e dell’utilizzo di infrastrutture viarie e trasportistiche. Di Maggio e Danzi, in sede di presentazione del progetto avevano detto che “Il nostro è un progetto che ha come scopo quello di stimolare il protagonismo della città con azioni dirompenti che riteniamo necessarie per consentire a Matera di ricevere le attenzioni che merita e che possono consentirle di accelerare e amplificare i suoi processi di sviluppo”. I due senatori hanno in più occasioni motivato la richiesta di referendum con le opportunità che la Puglia offre sul piano del dinamismo economico e dell’offerta dei servizi e di superare i limiti di subalternità e di autonomia decisionale in una Regione, la Basilicata, con due province dal peso amministrativo penalizzante ( 100 Comuni in provincia di Potenza, 31 in quella di Matera) che hanno favorito negli anni un accentramento di funzioni e servizi nel capoluogo di regione, impoverendo i territori , alimentando l’emigrazione e penalizzando le potenzialità di Matera. Di Maggio e Danzi, ne avevamo parlato in altro servizi, avevano presentato nell’autunno scorso una istanza di referendum al Comune di Matera, gestito attualmente dal commissario prefettizio, e successivamente l’istanza alla Cassazione che segue la materia referendaria . Il percorso prosegue…e se ne continuerà a parlare.
