Tre pagine sul numero in edicola del settimanale di politica, cultura, attualità e spettacolo ” Di Più” che riprende un tema in attesa di sviluppi con un servizio a firma di Gianni Ruggio ” Matera: Basilicata Addio, Ora sarà della Puglia”. Ce ne vuole, prima la consultazione popolare in attesa del disco verde… e poi il Parlamento. Ma il tema è sempre attuale e lo stiamo sentendo da candidati sindaci e alcuni movimenti per le prossime amministrative che “Matera farebbe meglio a troncare ogni rapporto con Potenza” visto il rapporto di forze territoriale e gestionale a vantaggio del capoluogo di regione. A ribadire che ”la storia ci dà ragione” è l’ex parlamentare Tito Di Maggio che insieme al collega Corrado Danzi ha attivato il percorso referendario di consultazione popolare per passare in Puglia. E nell’occhiello si riporta che ”è in ballo un clamoroso referendum che chiede la secessione dalla Lucania della città dei ”sassi’ ‘ celebrata in tutto il modo. Doverosa una correzione. La ”Lucania” antico nome , di parte del territorio regionale, e per un preciso periodo storico, non c’entra assolutamente nulla con Matera già appartenente alla Terra d’Otranto come ricorda Tito Di Maggio. La nostra regione, con l’avvento della Repubblica, si chiama ” Basilicata” come riportato nella Costituzione e nello statuto regionale. Quanto agli antichi rioni di tufo, i Sassi, vanno scritti in maiuscolo aldilà del virgolettato. Osservazioni a parte l’intervista riprende le motivazioni della richiesta referendaria, la questione del campanile che è un dato oggettivo. della possibilità che il cambio di regione sia possibile, di come risponderebbero i materani e dell’accoglienza dei pugliesi…che in Basilicata sono ovunque da tempo per il loro dinamismo imprenditoriale.
Infine il parere di tre lucani doc che si sono affermati fuori dalla Basilicata: Francesca Barra, Arisa e Peppone Calabrese. Posizioni diverse, le loro. Ma con un dato oggettivo ignorato, chi ci vive lo sa e lo verifica sul campo tutti i giorni, aldilà delle rilevazioni statistiche. La Basilicata continua a perdere servizi e residenti, soprattutto giovani. Un dato che riguarda il BelPaese e il Mezzogiorno, aggravato in Basilicata da una gestione ”accentratrice” del territori che ha favorito un effetto zattera, verso le aree metropolitane di Bari e Napoli. E su questo aspetto riflessioni d’obbligo, per tutti.
