Ricordate il noto film di Franco Rosi ” Le mani sulla città”, girato nel 1963 per denunciare la corruzione e la speculazione edilizia del tempo ? E un clima simile (altro contesto e altri temi) a quel film di forte impegno civile si è respirato domenica sera, 24 luglio, in piazza Vittorio Veneto, dove alcune centinaia di materani hanno manifestato per denunciare un clima pesante, di perdita di autonomia in politica e in economia tanto da usare segni e segnali forti con un sentimento misto a rabbia, tradimento, campanile verso gli amministratori pubblici : dal Comune alla Regione Basilicata. E così sono stati accesi lumini votivi per un’anima, quella materana, che forze oscure e palesi intendono soffocare per toglierle dinamismo, speranza e opportunità come è accaduto all’indomani del 17 ottobre 2015 con la proclamazione di Matera a capitale europea della cultura per il 2019.
E qui il manifesto con tanto di hashtag #pittellanonèisindacodiMatera punta il dito sul presidente della Regione. Quella istituzione che svolge dentro la Fondazione e di riflesso sul Comune di Matera un ruolo di indirizzo e di condizionamento… dopo che l’Ente di via Aldo Moro è stato relegato di fatto in seconda fila dopo le dimissioni di De Ruggieri da presidente di quella Fondazione, che il sindaco chiama senza mezzi termini ” Basilicata-Matera 2019”. Una scelta autonoma o indotta, a sentire i commenti in piazza, che ha tolto possibilità decisionali alla Città dei Sassi , già scesa in piazza sulla vicenda del Logo ( una decisione va presa), della governance e di altre scelte,senza dimenticare polemiche (spesso fuori luogo) contro il direttore Paolo Verri che ha vari incarichi per la professionalità riconosciuta, ma che gode del pieno apporto del Governo e del Mibact (nel quale è esperto per il turismo sostenibile) e si sà Matera 2019 è Italia 2019. Pittella in tutta questa storia viene visto come una presenza imbarazzante, arrogante, che lavora in silenzio forte di un potere decisionale su sorti e scelte dell’intera regione.
La Fondazione continua a essere sempre sulla graticola E cosi passano inosservati o quasi (aldilà delle interrogazioni di parte) i bandi sull’open design school o sul build up ( con termini in inglese fatti apposta per non destare interesse nella comunità locale) mentre tengono banco le questioni del famoso ordine del giorno, approvato dal consiglio comunale, sindaco e presidente del consiglio comunale compresi, Raffaello De Ruggieri e Angelo Tortorelli, che fanno parte del Cda con i presidenti di Unibas Aurelia Sole, dello stesso Marcello Pittella e della provincia Francesco De Giacomo. Finora situazione congelata. Se ne sa poco, ma non è detto che le cose non maturino in agosto… Se poi aggiungiamo la recente diatriba sul colpo di mano, annunciato ma non ancora consumato,a giudicare dai contenuti dell’accordo Rai-Regione, sul trasferimento del Capodanno Rai 2016 a Potenza, supportao e dall’uscita provocatoria e poco felice (usiamo un eufemismo) del consigliere regionale di maggioranza Mario Polese, sulla quale il presidente Pittella non ha proferito parola con nota ufficiale, e allora lo striscione dei cittadini esibito in piazza non fa che alimentare il campanile. Del resto il sindaco di Matera ha fatto conoscere il suo pensiero e detto come stanno le cose in un comunicato che ha risposto su tutto: dal g7 economia al turismo, ai lavori pubblici al Capodanno.
Fatto sta che silenzi e ritardi nelle risposte non convincono una parte consistente della città e della maggioranza, che ha votato Raffaello De Ruggieri per una concreta automomia decisionale. Ma nei fatti la maggioranza o Arca di Noè, come è più conosciuta, annovera componenti che rappresentano il correntone renziano della prima e dell’ultima ora. Ci interessano poco lusinghe e scelte individuali. Ma il rapporto con la Regione va mantenuto e migliorato, con un confronto deve essere chiaro e sopratutto i materani devono sapere cosa accade e perchè, sopratutto quando si parla di programmi come Matera 2019 e di scelte politiche visto che alla Regione c’è un partito di maggioranza relativa, il Pd ( con i renziani alla guida e i dem all’opposizione), che ha aperto ai partiti centristi e con azioni palesi per entrare in giunte ( il caso di Potenza è evidente) che hanno sindaci eletti da coalizione diversi : da Fratelli d’Italia nel capoluogo di regione al movimento delle civiche a Matera. Tutto questo mentre è cominciata la campagna per il referendum sulle riforme istituzionali , successivo a quello sulle trivellazioni petrolifere che ha visto la Basilicata raggiungere il quorum ed esprimersi contro le indicazioni del governo guidato da Matteo Renzi. Il clima con le campane a morto del campanile materano non è dei migliori e segna un calo di popolarità sia nei confronti di De Ruggieri che del presidente Marcello Pittella.
Attacchi strumentali? Le note di esponenti della maggioranza ipotizzano questo aspetto. Ma resta il fatto che senza un confronto leale, fatto di trasparenza, comunicazione puntuale e rispetto di programmi o accordi il sospetto concreto che si commettano illegalità a danno di Matera ci sono tutte. E lo diciamo dopo aver ascoltato i promotori dell’iniziativa (alcuni con una acredine da tifoseria sportiva) e i turisti, che hanno scattato foto a iosa e immaginiamo commentato questa protesta. Molti di loro si sono chiesti cosa si sta facendo per Matera 2019, dopo l’exploit della candidatura. Abbiamo accennato ai programmi in corso e a visitare i siti del Comune e della Fondazione. Non capiscono cosa sia successo e il perchè della mancata riconferma dell’ex sindaco Salvatore Adduce con la elezione di Raffaello De Ruggieri con pezzi di centro, destra, sinistra e liste civiche. Restano perplessi sulla vicenda del Logo ( che male c’è a cambiarlo, anzi, dice qualcuno)e sanno poco o nulla sulle opere pubbliche di rilievo o dei simboli (come accaduto per l’Expo) per Matera 2019.
Perplessi anche sulla rinuncia al vertice del G7, sull’offerta e sui numeri del turismo, ma concordi nell’invitare tutti a rimboccarsi le maniche. Parole sante abbiamo perso, o meglio la politica dell’opportunismo ci ha fatto perdere tanto tempo, ed è ora che avanzino le cultura della professionalità e di impresa.Ma ci sono le condizioni per farlo? visto il calo”oggettivo’ di entusiasmo seguito alla proclamazione di Matera capitale della cultura 2019 in piazza San Giovanni, per la quale il presidente Marcello Pittella aveva gioito e si era commosso con e per tutta la gente di Basilicata, che si era battuta con Matera per quel traguardo. La veglia funebre in piazza e la sfiducia palese verso gli amministratori locali non promettono nulla di buono.
Quell’invito sul manifesto funebre con tanto di petizione a riprendersi ” Matera 2019…per far sì che la meta raggiunta non finisca a Potenza” deve trasformarsi in un segnale di impegno e di rilancio, affinché di quel programma -come abbiamo sentito in questi anni – si avvantaggi non solo Matera, la Basilicata, il Mezzogiorno nel segno (lo ripetiamo a quanti non lo sanno ancora e fanno finta di non saperlo) di Italia 2019.

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