Comizi in piazza Vittorio Veneto, nelle piazze San Giovanni e San Francesco D’Assisi, in tour nei quartieri con l’immancabile passaggio di ‘’vele’’ su quattro ruote e tanto “porta a porta” nei comitati, in casa e per strada per i candidati sindaci Salvatore Adduce (Pd), Raffaello De Ruggieri (Matera 2020 La città che sale), Angelo Tortorelli (Osiamo per Matera), Francesco Vespe (L’altra Matera), Antonio Materdomini (Matera M5s) e Antonio Cappiello (Noi con Salvini), nonchè per i 723 candidati consiglieri raggruppati in 24 liste.
E’ la vittoria della strategia del “porta a porta”, del farsi vedere o rivedere, nel cercare di conquistare consensi tra impegni, chiarimenti, promesse, illustrazione di programmi e per convincere il fronte degli indecisi o dei delusi che non intenderebbero andare a votare “perché delusi dalla politica” o ‘’perché sono tutti uguali’’ oppure ‘’perché alla fine non cambia nulla e si fa finta di fare opposizione’’. Certo, il clima di confronto non è dei migliori e lo sanno anche i candidati alle prese con una campagna elettorale difficile dalle ‘’tante porte sbarrate’’ per vari motivi.
Ma chi è sceso in campo per una riconferma o perché tentato dall’impegno politico o per, alcuni, ‘’per esserci comunque’’ tiene duro e batte la città in lungo e in largo per contattare direttamente i potenziali elettori. Caffè e santini si sprecano e così le telefonate. E’ la rivincita del reale, dello ‘’0.0’’ contro il virtuale ‘’2.0’’ del mondo dei socialforum che non dà contezza dei risultati e cioè di impegni a votare o di consensi. Si susseguono aperture di pagine facebook, con foto, video, programmi, twittaTe e sequenze di foto su instagram con scontati ‘’mi piace’, utili per farsi conoscere dai follower, ma ci sono anche le stilettate del ‘’pasdaran’’ di turno o di professione a difesa di posizioni costituite che intervengono, comunque, avventurandosi in polemiche che lasciano scie e commenti tra quanti ne farebbero volentieri a meno.
Lo sfogatoio virtuale scema così nel breve chiacchiericcio di piazza…tanto i materani sanno come votare, nonostante gli inviti velati, espliciti o indiretti a non cambiare voto e a confermare le preferenze sull’onda del vecchio motivo musicale ‘’…stessa spiaggia e stesso mare’’. Ombrellone e sdraio e bibita pagati.
Ma i candidati sindaci, frecciate di circostanza a parte, consuete in campagna elettorale, tirano dritto e sono impegnati ad ascoltare e a dialogare con l’elettorato tirando fuori progetti, impegni e cose da fare. Qualcuno, come Franco Vespe, ha portato insieme ai candidati, un superbo e addestrato cane pastore tedesco all’insegna del “Fidatevi di lui, che lui si fida di me’’ che campeggia sul santino del candidato consigliere Massimo Salvatore Montalto. La cosa avrà un seguito domani mattina nella pineta di via Lucana con i bambini.
Bene, ma occorre in futuro rimediare ai limiti delle cose non fatte. E nel futuro consiglio comunale si dovrà pensare a una applicazione corretta della Carta comunale del Benessere animale, che dimentica di indicare cosa fare per far rispettare le norme contro le deiezioni selvagge. Informazioni e sanzioni latitano e la città, a cominciare dal centro storico e dai giardini pubblici, non sono un bel vedere e praticare per bimbi, famiglie e turisti. Giriamo la richiesta al futuro assessore all’ambiente e al decoro urbano, che dovrà fare gli interessi delle persone oltre che degli animali e di una città turistica che deve avere accettabili livelli di decoro. Ci sarà modo per parlarne.
A proposito di assessori attendiamo che il Movimento 5 stelle faccia conoscere la lista della nuova giunta, scelta con un concorso pubblico di curriculum.
I temi trattati dai candidati sindaci, intanto, si susseguono senza sosta e spaziano dalla vicenda del nuovo teatro, al turismo, all’ambiente, all’igiene urbana, ai giovani che sono il futuro della città e di Matera 2019. Tanto da fare e tante le richieste di lavoro e di opportunità per averne uno, ma senza ricorrere ai percorsi clientelari, che non premiano eccellenze e dignità o peggio alle promesse che dopo le elezioni si risolve tutto.
Di jobs act neanche a parlarne. Per ora è un’araba fenice che rincorre le condizioni giuste della ripresa e di una economia, quella del BelPaese, che non riparte. Nel limbo delle buone intenzioni la questione del Reddito di cittadinanza. Senza soldi non si va da nessuna parte, anche perché la sentenza della Corte Costituzionale sulla mancata rivalutazione delle pensioni, seguita alla Legge Fornero, ha complicato le cose nei sottili equilibri del bilancio di governo.
E poi la scuola con la promessa fortemente ridimensionata di assunzioni del personale precario. Anche questo, ma in negativo, potrebbe condizionare ma negativamente il voto alle Amministrative. alimentando astensionismo e il voto disgiunto. Niente previsioni, ma ballottaggio e maggioranze eterogenee al momento non sono scongiurati.
Ancora due settimane di campagna elettorale porta a porta e il voto del 31 maggio scioglierà ogni dubbio.
