14 luglio 2018 a Matera più di un simbolo, anzi una conferma del consenso che il M5S potrà avere nel voto amministrativo per le regionali del prossimo autunno, che porteranno al rinnovo del consiglio regionale di Basilicata e alla elezioni del presidente.La presenza del ministro all’economia e alle politiche sociali Luigi Di Maio a Matera, per rendersi conto di quello che sarà il sistema ”5G” per la telecomunicazioni avanzata, e il bagno di folla con il comizio in piazza San Giovanni, hanno confermato che continua ed è in crescita l’onda lunga del voto alle politiche del 4 marzo scorso. Lo abbiamo verificato sul campo con la forte presenza di cittadini, che hanno reso impraticabili gli accessi da via san Biagio in direzione piazza Vittorio Veneto e a nord con via Tommaso Stigliani. Nè più nemmeno come quel 17 ottobre 2014 che segnò la proclamazione di Matera a capitale europea della cultura per il 2019 e con tanto di suono di campane a festa e applausi. Ma questa volta non c’era il mediapartner istituzionale a zoomare sul palco l’establishment della politica istituzionale, coinvolto nelle tante inchieste (dal petrolio, a scontrinopoli, ai trasporti fino alla recente inchiesta ”suggello” sui concorsi pilotati delle aziende sanitarie locali) ma i parlamentari, i consiglieri regionali, comunali, i sindaci del Movimento cinque stelle di Basilicata. E alcuni di loro, come dimostrato dalle tante dirette social e nel reale, prima e dopo il comizio, hanno confermato che ci sono e ci saranno. Un segnale preciso ai consiglieri comunali e regionali, agli amministratori del Pd in particolare – partito collante di tanti esperimenti spuri e contraddittori visti nei comuni di Potenza e Matera o alla Regione e in altri enti- che il consolidamento del potere ”comunque” senza consenso non porta da nessuna parte. E di volti smarriti e perplessi ne abbiamo visti eccome, tra telefonate e commenti di risposta con emoticons tristi o lapidari ”so’ cazzi nostri…” a quanti chiedevano quanta gente ci fosse in piazza e chi ci fosse. Bella roba, davvero…vecchi metodi. Chi ha dignità tenga la schiena dritta. Riempire le piazze di questi tempi, ma lo abbiamo visto anche nelle precedenti campagne elettorali, è impresa ardua sopratutto quando si sono persi credibili e il rapporto stretto tra promesse, clientele e scelte deleterie contro Matera (le vicende di Matera 2019 lo confermano) con la perdita di autonomia decisionale e l’azione deleteria di tanti maneggioni e opportunisti) e la stessa Basilicata hanno fatto saltare i conti da manuale Cencelli. Chi aveva 1000 o 4000 voti, abituato a contare e a contarsi sempre, deve farsene una ragione …e dividere per 5 e per 10, come si fa per sconti e saldi. I materani in piazza, e non solo per curiosità, che hanno applaudito o mosso il capo per sottolineare i tanti passaggi del decreto dignità (leggetelo) e quanto il governo gialloverde (checchè se ne dica) con La Lega sulla questione migranti,con una convinta prova di forza con l’Unione Europea, o sul CETA , quell’accordo di iniquo scambio su concorrenza e prodotti alimentari con il Canada, confermano finalmente che il nostro Paese comincia a dire di ‘No” e a non fare la figura dell’accattone che raccoglie solo le briciole. La gente apprezza chiarezza, volontà e impegno, ma senza illudere nessuno. Quel ” Noi ci saremo”, ”Non vi tradiremo” ma cambiamo insieme con e per la Basilicata, quando si tratterà di andare a votare, sono il segnale che il 14 luglio anche per il popolo lucano, spesso tradito e raggirato, è giunto il momento di guardarsi dentro e intorno per una svolta, nonostante i rigurgiti (aspettateveli pure) dello strisciante ”familismo immor
ale” che ha ammorbato l’aria di una regione fiera. Ma pronti ad alzare la testa come accaduto in passato : dal brigantaggio alla rivolta di Scanzano sul nucleare del 2003 a quelle recenti su acqua, petrolio a quelle di tutti i giorni su lavoro, disoccupazione, emigrazione. Problemi vecchi e con gli stessi ”vecchi” irresponsabili che non hanno la dignità e la volontà di tornare ma per sempre alla terra, come Cincinnato. L’Italia ha bisogno di cambiare, in meglio naturalmente, non risparmiando ad alcuno (M5S e Lega compresi) errori di valutazioni o di scelte. Indietro non si torna…la Basilicata sta scomparendo, per le sciagurate e deleterie gestioni altrui tra colpi bassi, irresponsabilità e pressioni di poteri forti che sono anche a livello nazionale, come ha ampiamente denunciato Luigi Di Maio. Rivedete il comizio di piazza San Giovanni e riflettete…in attesa della visita solo rinviata del ministro della Sanità, Giulia Grillo, e di altri esponenti del governo gialloverde. Campagna elettorale partita…E non ripetete “piazze piene urne vuote”. Valeva nella Prima Repubblica.

Evviva, adesso avremo anche il treno, sempre che il ministro Toninelli la smetta di intressarsi dei parti e pensi alle stazioni, quelle ferroviarie e non marittime.