L’ex presidente del Partito Democratico (e deputato dello stesso) Gianni Cuperlo, parlando alla festa dell’Unità di Firenze, ha esclamato: “Se il Pd dovesse diventare il partito della nazione di ispirazione centrista potrebbe non esser più la casa per tanti di noi“, aggiungendo: “Restare in questo partito non è un destino, è una scelta che devo rinnovare ogni giorno“.
E deve essere davvero molto faticoso farlo per Cuperlo-Bersani & C., nel mentre il padrone di casa, il Segretario-Premier Renzi -anche lui ogni giorno- non manca occasione di metterli all’angolo, deriderli per la loro inconsistenza numerica, accompagnandoli di fatto sempre più con insistenza verso l’uscio del “condominio PD” di cui detiene le chiavi del portone e la totale acquiescenza di quasi tutti i condomini. Ad eccezione di questa “residua” parte che pretende ancora di rappresentare la “sinistra” all’interno di un contenitore in cui c’è oramai di tutto e di più (con verdiniani e alfaniani che scalpitano per entrare) tranne che tracce di quella che abitualmente si intende per “sinistra”.
Forse Cuperlo-Bersani & C. non se ne sono ancora accorti ma, nel mentre loro reggevano il moccolo a Renzi che realizzava le cose che in passato erano state negate a Berlusconi (vedi ad esempio l’abolizione dell’art.18, l’attacco frontale al sindacato, ecc.), in tanti ex loro compagni di viaggio politico da sinistra, hanno già registrato l’impossibilità di “rinnovare ogni giorno” la scelta sofferta di stare in/con questo partito.
Per cui continuano ad agitarsi, sempre meno creduti e credibili, patetici proprio come quei generali che minacciano sfracelli ma che quando lo fanno vengono guardati con compassione perché oramai senza truppe dietro da scatenare contro il “nemico”.
Quell’odiato “nemico” a cui hanno consentito che gli sfilasse da sotto quel partito di cui pure hanno avuto la responsabilità e che appare essere sempre più un “amalgama mal riuscito” come ebbe a definirlo già nel dicembre 2008 Massimo D’Alema. Lo stesso D’Alema che, sempre nella stessa occasione a Firenze, ha tuonato: “Non è un fatto positivo che premier e segretario siano la stessa persona“. In questo modo: “il partito è abbandonato a se stesso” e “sta deperendo”.
Eppure, prima di tutto occorrerebbe essere onesti intellettualmente e ammettere che nemmeno le gestioni precedenti hanno mai spinto affinché il PD diventasse un partito vero.
Chi ha impedito, infatti, a Bersani di spingere con determinazione in questa direzione, quando da segretario nazionale avrebbe potuto farlo e non lo ha fatto?
Chi ha impedito a Roberto Speranza, ora leader nazionale, di farlo in Basilicata quando era segretario regionale? Ricordiamo ancora il considerare il PD lucano come un “cantiere” sempre aperto, tragicamente simile a quelli senza fine dell’autostrada del sole in Calabria, un cantiere ora in pieno disfacimento.
Renzi non ha alcun interesse a farlo, fatevene una ragione! Soprattutto non ha nessuna intenzione di fare del PD qualcosa di sinistra. Perché appare sempre più evidente che la direzione di marcia è quella verso un grande agglomerato di centro (una DC 2.0, ma senza lo spessore della stessa) che tenga dentro (a mo’ di foglia di fico) qualche scheggia che crede (ma non lo è più oggettivamente) di essere ancora di sinistra e che soprattutto punta ad attrarre i pezzi vaganti della destra berlusconiana in disfacimento.
Ogni tanto Renzi lancia qual e là la parola “sinistra” come fumo negli occhi per chi da quel versante ancora si ostina a dargli credito, ma è evidente come ogni giorno demolisca appena può ogni riferimento e contenuto che faccia riferimento a qualcosa di “sinistra”. Persino la gloriosa L’Unità è stata ridotta tristemente a zerbino renziano.
Renzi come un “cavallo di Troia” è entrato nella debole cittadella PD (creatura fatta in fretta furia perché fermissimamente voluta da Prodi) che si riteneva ancora di “sinistra” (sebbene con l’accompagnamento del “centro”, con trattino) e la sta ripulendo definitivamente da chi potrebbe osteggiare il suo disegno “normalizzatore” della società italiana.
Ora Bersani, Cuperlo & C. possono anche tafanazziamente continuare a considerare questo contenitore-PD come se fosse il “LabourParty” inglese e sperare un giorno lontano (ma molto lontano) che qualche simil Corbyn all’italiana riesca nell’impresa di riprendersi il partito.
Ma che sia una “mission impossible” è evidente.
Sia perché il PD è geneticamente cambiato rispetto al suo progetto originario, già abbastanza confuso di suo e mai definito nella sua identità e nei suoi valori affinché non potesse essere piegato al volere del capo di turno.
Sia perché tutto è tranne che un partito. Ma sempre più la sommatoria di filiere locali dietro a leader (o presunti tali) frammentati e litigiosi perché sempre alla ricerca di un tornaconto concreto che ne giustifichi l’esistenza, perché senza la gestione di un pezzettino di potere (anche locale) perderebbe quel consenso che è l’unica arma rimasta da brandire contro gli altri.
Insomma, quello che un tempo erano dei dirigenti e persino leader sono scivolati verso lo status di politici a “partita iva” (non nel senso reddituale del termine, anche se a livello periferico siamo lì lì) ma che sono costretti a battersi quotidianamente e in brutale concorrenza per portare a casa un utile per la propria piccola attività autonoma.
E’ evidente che un tale scivolamento strutturale (prima che culturale) ha necessariamente portato con se la marginalizzazione e residualità di concetti e valori del tipo: senso di comunità, interesse collettivo e pubblico. Zero, ovviamente, idee e politica nell’accezione alta del termine in quanto ragione comune di coesistenza nello stesso partito.
Ora il danno è stato fatto.
A Cuperlo (e a ciò che si ostina a definire sinistradem) che minaccia di andare via un giorno si ed un altro pure, Renzi ci sembra di sentirlo rispondere : “troppo tardi cantasti!”
Proprio come il mietitore disse al grillo che cominciò a cantare nella sua bocca nel mentre si accingeva a masticarlo insieme alla pastasciutta appena infilzata con la forchetta, nel buio dell’aia dopo una dura giornata di lavoro.
Sinistra Dem, anche tu come quel povero grillo…”troppo tardi cantasti”!
E la vicenda di queste ore intorno alla riforma costituzionale al Senato è probabile si appresti ad essere il colpo di maglio finale. Salvo ennesima ritirata con la coda tra le gambe… che equivarrebbe allo stesso risultato.

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Salvate l’ultimo tafazzista…non stiamo mica qui a pettinare le bambole!
Giusto per aggiornare che non c’è Speranza:
http://www.lastampa.it/2015/09/16/italia/politica/speranza-il-pd-vira-a-destra-basta-imbarcare-i-riciclati-Z6UCHsaylYS7jG6mFSkfHN/pagina.html