E’ finita così. Ed è andata esattamente come avevamo preventivato. Con tutti coloro con cui ne avevamo parlato nelle due settimane scorse, e sono stati tanti di ambedue gli schieramenti, a margine della manifestazioni di piazza o in discussioni private, alla domanda: come andrà secondo te? Avevamo anticipato questo esito. Nessuna sfera di cristallo, ma solo ragionamenti derivanti da una analisi dei fatti. Certo non lo abbiamo scritto esplicitamente per rispetto ai contendenti, ma nel nostro pezzo https://giornalemio.it/politica/niente-dissing-tra-roberto-e-antonio-ora-ai-materani-lardua-sentenza/ sono contenuti tutti gli elementi alla base del nostro ragionamento che ci portava a questa previsione. Ma anche nelle ragioni che abbiamo esplicitato nei tanti articoli pubblicati su questa scellerata vicenda politica che ha portato a questo risultato scioccante per Matera: la vittoria della destra-destra. E pensare che solo l’anno scorso alle elezioni regionali, questa coalizione ha conseguitò solo il 39,25%. E chi è che conquistò nella Città dei Sassi il 55,69%? Il centro sinistra, quello vero, composto da PD-M5S-Basilicata Casa Comune-AVS-Basilicata Unita. Quindi, cosa sarebbe bastato fare pochi mesi dopo in occasione delle comunali della stessa città, senza avere particolari doti politiche? Rimettere in corsa quella coalizione vincente, trovando un buon candidato a rappresentarla. Roba da ABC della politica. Lo avrebbe capito anche un incompetente. Figuriamoci chi la politica la dovrebbe conoscere a menadito, visto che la pratica abitualmente e grazie ad essa ci vive anche. Questo ovviamente se uno pensa che la politica debba fare gli interessi dei cittadini. Ma nel momento in cui a prevalere sono le carriere personali (legittime -per carità- dal punto di vista degli interessati e se compatibili con il quadro politico dato) e gli accrocchi di potere a tal fine orchestrati tra esperti di salti della quaglia, la frittata era inevitabile. E se a fronte di ciò si aggiunge la codardia dei responsabili politici del maggiore partito, non solo incapaci di sanzionare e stoppare l’operazione (sin da quando in nuce si palesò con la via notarile per far cadere prematuramente l’amministrazione Bennardi), ma addirittura dandogli successivamente una investitura ufficiale, non rimane che rifarsi al classico di Checco Zalone: ma sono del mestiere questi? Palesemente no! Per cui ora, se avessero un minimo di rispetto per Matera e per la comunità politica di appartenenza, che in modo così ignavo hanno pensato di rappresentare, dovrebbero dimettersi in blocco da tutti gli incarichi e chiedere scusa. E mica solo il segretario regionale, che sembra lo abbia fatto in queste ore, ma a scalare tutti coloro che si sono affannati in previsione del ballottaggio a fornire i propri inutili assist (assolvendo gli ospiti pugliesi per palese ignoranza della situazione data). Giusto per fare qualche nome- un mea culpa dovrebbe farlo anche il capogruppo regionale del PD che non a caso è stato tra i primi supporter dell’operazione in quanto accanito teorico del ritorno di fiamma con il gladiatore e i renziani: obiettivo, grande centro con taglio delle ali (quelle dell’odiato M5S) e l’illusione che costoro si sgancino a Potenza da Bardi. Grandi strateghi! Non c’è che dire. E così questo partito ostaggio di personalismi oltre ogni decenza ha inanellato nel giro di poco tempo la assenza del simbolo a Potenza e a Matera (pensando di ripetere la stessa tarantella), nonchè la sconfitta alle regionali avendo avuto la infelice idea di voler imporre un candidato deciso a Roma -banalmente indigeribile- che ha di fatto impantanato la discussione e impedito di cogliere una vittoria che sembrava alla portata del centro sinistra. Insomma, non c’è speranza….o, forse, c’è stato troppo Speranza dietro tutto ciò? E si, perché sembra che -dietro questi tre esiti infausti per il centrosinistra lucano- ci sia l’alone dell’ex ministro, se non, in alcuni casi, autentica regia. Insomma, Elly Schlein in questa regione sta proprio messa in pessime mani. Vedremo se e come si evolverà la pantomima interna a questo partito che non è mai diventato tale. In cui tutto è possibile. Ed ognuno si sente autorizzato a fare ciò che vuole. Uscire, entrare, sospendersi, fare un passo a lato e uno indietro. Roba da avanspettacolo più che somigliare a ciò che dovrebbe esser un partito politico, con una linea politica chiara e netta e regole interne certe, accettate da chi vi aderisce (che non è mica un obbligo) e tenuto a rispettarle. Ad esempio, dopo tutto questo sfascio provocato al partito che lo ha eletto alla regione -e la parallela evidente mancanza di rispetto per gli elettori della provincia che lo avevano votato per quell’incarico solo lo scorso anno e che era pronto a mollare in cambio della fascia di primo cittadino- quali saranno le riflessioni e consequenziali decisioni del protagonista principale di questa debacle: Roberto Cifarelli?
Nell’attesa, riportiamo, il COMUNICATO STAMPA con le dimissioni di Giovanni Lettieri, il più inutile segretario regionale che il PD si potesse dare (nulla di personale, ovviamente, solo una constatazione).
“Care democratiche cari democratici,
con la tristezza nel cuore, comunico le mie dimissioni da segretario regionale del Partito Democratico della Basilicata. Per il bene del PD, che ho sempre anteposto ad ogni vicenda personale, dopo aver esplorato ogni strada possibile per perseguire l’unità e l’improcrastinabile rilancio del partito, registro un clima di sostanziale inagilbilità politica che ci ha portati prima a non esporre il simbolo a Matera e poi a consegnare la città alle destre populiste di Fratelli d’Italia, di Bardi della Meloni e di Salvini.
Precedentemente in Regione, personalismi e vecchi rancori, hanno trascinato il partito in un pantano che non ci ha consentito di esprimerne le grandi potenzialità. Ritengo funzionale al rilancio dell’attività del partito, una assunzione di responsabilità per quanto accaduto e non posso quindi più rinviare un mio passo indietro. Azione necessaria, a questo punto, per mettere nelle condizioni la classe dirigente nazionale e regionale di favorire un nuovo inizio delle relazioni interne e che possa determinare uno sblocco della attuale situazione, con l’auspicio di riuscire a superare pulsioni individualiste e far ripartire il PD come squadra e come comunità. Bisogna continuare l’azione di ristrutturazione dei territori iniziata con la nomina dei Commissari nei Circoli e con la celebrazione in atto di diversi congressi, fermi da anni in molti comuni della Basilicata. Celebrare il Congresso nella città di Potenza e rilanciare nei territori la promozione dell’attività politica con i temi cari al PD: dalla sanità al lavoro; dalla transizione ecologica, digitale ed energetica al potenziamento delle infrastrutture; dai giovani all’università; dalla pianificazione dell’utilizzo delle risorse provenienti dal petrolio all’ambiente; dal rilancio dell’industria, dell’agricoltura, del turismo e della cultura. La Basilicata ha bisogno di un PD che superi le lacerazioni interne attraverso un processo di radicale rinnovamento che dovrà essere generosamente favorito da chi, da oltre trent’anni, calca le scene della politica lucana con grandi successi e dolorose sconfitte. Bisogna costruire nuove relazioni con i partiti di centrosinistra ricomponendo e consolidando l’alleanza nel solco dell’indirizzo della Segreteria nazionale ed aprire ai riformisti, ma senza operazioni trasformiste finalizzate ad interessi particolari. Bisogna farlo con accordi di ampio respiro che mettano al centro i lucani. È necessario costruire un modello di sviluppo e una nuova visione per la Basilicata, un modello partecipato e percepito. Un modello vincente. Bisogna farlo da protagonisti. Ed il PD può farlo solo se unito. La Basilicata ha bisogno di una alternativa ad un governo di centrodestra che in questi anni ha prodotto un sostanziale arretramento della qualità della vita dei cittadini. È nostro compito fornire una alternativa credibile. Sono convinto che i gruppi dirigenti sapranno individuare le scelte migliori per la nostra comunità democratica. A tutte le democratiche e i democratici di Basilicata, ai membri della mia Segreteria, ai Segretari di circolo, ai sindaci, agli amministratori, ai dirigenti di partito, alla Segretaria nazionale, a tutti quelli che in questi mesi hanno lavorato con me, sostenendomi, sopportandomi, incoraggiandomi, va la mia infinita gratitudine per avermi concesso il privilegio di guidarli e di guidare il PD di Basilicata. L’ho fatto con passione ed ostinazione nel solo interesse dalla comunità democratica di cui continuerò ad essere, da semplice iscritto, il primo sostenitore e promotore.” Giovanni Lettieri
Matera, non teme l’anatra zoppa. Al ballottaggio Nicoletti 51,31%, Cifarelli 48,69%.

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