giovedì, 23 Gennaio , 2025
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Il PD di Matera: qui decidiamo noi. Taruffi, Lettieri? Non li abbiamo sentiti.

C’era un poco di nervosismo in quella saletta dell’Hotel del Piano in cui è stata convocata la conferenza stampa sul tema “il Partito Democratico e la città di Matera, dall’interruzione anticipata della consiliatura del Comune di Matera alla volontà di guardare avanti senza rimanere ancorati al passato“, come recitava l’invito agli operatori dell’informazione.  Comprensibile, dopo essere rimasti in silenzio per una settimana sotto il fuoco incrociato delle accuse di tradimento lanciate dall’ex sindaco Bennardi (mandato a casa con le dimissioni dinanzi ad un notaio di 17 consiglieri comunali, tra cui quelli determinanti del PD) e dei conseguenti commenti della stampa (evidentemente poco graditi) che avevano rilevato una incongruenza politica (rispetto al quadro regionale e provinciale e alle dichiarazioni dei relativi leader dem) di questo atto di stampo renziano (adottato anni fa contro il sindaco di Roma Ignazio Marino). L’intervista al segretario cittadino dem Luigi Gravela pubblicata a parte da Franco Martina ci esime dal riportare in dettaglio le argomentazioni esposte anche in conferenza stampa (di cui comunque in calce riportiamo il comunicato stampa ufficiale). E ci consente di sottolineare alcuni aspetti salienti meno attinenti al rimpallo di colpe tra attori locali che nutrono un evidente odio reciproco. Ci riferiamo alla necessità -per i cittadini- di collocare le azioni di chi si professa essere un “Partito” su un piano di linearità politica che non può che collocarsi nel quadro di uno scenario provinciale, regionale e nazionale. Ebbene, la conferenza stampa è servita a chiarire che il PD di Matera non va declinato in tale scenario, bensì in una logica puramente localistica, alla stregua di una qualunque lista civica (a cui non a caso nessuno ha chiesto spiegazioni di coerenza politica). Contano essenzialmente i fatti e i misfatti che si sono consumati tra maggioranza ed opposizione tra le mura del municipio e in consiglio comunale, elencati in dettaglio a riprova del fallimento dell’amministrazione Bennardi (circostanza su cui nessuno nutriva dubbi essendo un fatto oggettivo). E’ quanto emerso dalla risposta data da Gravela ad un collega che, dopo aver premesso ci sarebbe stato da aspettarsi per logica politica il commissariamento del circolo, ha chiesto se avessero avuto comunque qualche incontro con il livello regionale e nazionale che aveva indicato come è noto un altro percorso, ha riferito di non essersi sentito ancora con nessuno e che qui, comunque, sono loro a decidere. I consiglieri comunali e il direttivo di circolo hanno marciato uniti. Insomma, Taruffi e Lettieri possono fare e dire ciò che vogliono, per il segretario del PD di Matera ciò vale zero (al punto che il logo cittadino potrebbe anche essere declinato in “Pro Domo Mea“). Gravela trova giustificazione in questa impronta “localistica” delle decisioni assunte nel fatto che “Il Partito Democratico è un partito federale“. Bene. Ma è pur sempre un partito in cui ogni articolazione territoriale non può certo prescindere da ciò che ai vari livelli matura e si decide. Sarebbe l’ABC, ma oramai non è più di moda. Un percorso politico che avrebbe solo ritardato la caduta di una amministrazione comunale che ha praticato nel tempo il proprio suicidio con la continua perdita di pezzi sino a giungere ad essere minoranza e a non poter approvare il bilancio di previsione entro la fine dell’anno. E’ evidente che, alla luce della visione autarchica del PD Materano declinata così nettamente dal segretario, non poteva che risultare vana la ricerca di una qualche logica politica della accelerazione notarile, se non una generica e pressante necessità di mettere fine quanto prima a questa esperienza amministrativa, complice l’annunciata assenza per qualche mese di un consigliere (volato per lavoro oltre oceano proprio la mattina dopo la firma dal notaio) che non consentiva dilazioni a tale decisione. Ricordare queste banalità, come abbiamo potuto riscontrare uscendo dalla sala, può portare qualche soggetto della vecchia politica -oramai da tempo incapace di articolare concetti che abbiano una qualche attinenza con questa parola, sebbene si continuino ad atteggiare con l’arroganza da capobastone mai dismessa- a pericolosi attacchi di orticaria e quindi a sclerare. Ritenendosi autorizzato ad indirizzare nei confronti di chi lì aveva fatto domande evidentemente a lui sgradite, squallide insinuazioni tese a screditarne la credibilità. Impresa impossibile per chi si è giocata definitivamente la sua. Ma tant’è. C’è ora da augurarsi che il livello del dibattito si elevi per corrispondere a ciò che merita questa città e che dallo scenario che si presenta sembrerebbe non possa aspettarsi granchè. Eppure, per quanto sembri impossibile, non bisogna smettere di augurarcelo. Nell’interesse di tutti. E noi siamo tra quelli che ostinatamente continuano a ricordarlo.

A seguire il comunicato ufficiale del PD diffuso dopo la conferenza stampa:  LA COERENZA DEL PD E L’ARROGANZA DI BENNARDI”

All’indomani dello scioglimento del Consiglio Comunale della città di Matera è necessario mettere alcuni punti fermi sulle cause vere della caduta dell’amministrazione guidata dai 5 stelle.

 Bisogna innanzitutto ricordare che nel 2020 il Movimento 5 stelle ottenne con solo il 10,9% dei voti ben 11 consiglieri comunali solo grazie al sistema elettorale maggioritario che consente in ogni caso di ottenere una larga maggioranza consiliare, 22 seggi su 32 il sindaco. Quindi un solo gruppo consiliare, i 5 stelle, avevano la metà dei consiglieri dell’intera maggioranza. A memoria d’uomo non si ricorda una situazione così favorevole. Ciononostante, la navigazione dell’amministrazione è stata sin dal primo momento molto difficoltosa tant’è vero che l’allora Sindaco Bennardi ha dovuto mettere mano a ben 5 rimpasti di giunta. Di contro il PD ottenne solo 3 seggi e ciononostante ha svolto con impegno e generosità una funzione positiva con i suoi consiglieri comunali e sotto la guida della rinnovata segreteria cittadina. Abbiamo denunciato le inefficienze e gli sprechi a cominciare dalla nomina del capo di gabinetto che nel giro di pochi mesi fu costretto a tornare in Puglia. Per non parlare delle pratiche poco edificanti di familismo e “amichettismo” a cui l’amministrazione non si è sottratta. Con assoluta coerenza il PD ha svolto la funzione di opposizione che gli elettori gli avevano affidato senza fare sconti ma sempre con l’attenzione rivolta agli interessi della comunità. Non abbiamo mai deviato da questo indirizzo. Al contrario Bennardi e la sua maggioranza hanno interpretato il mandato popolare ricevuto come un lasciapassare per qualsivoglia iniziativa spesso contraddicendo sé stessi e senza mai intessere un confronto serio con il consiglio comunale e con le espressioni vive della società materana. Prova ne sono le numerose proteste che in questi quattro anni si sono avute da parte del variegato mondo dell’associazionismo di tutti i settori, da quelli produttivi a quelli culturali e a quelli del welfare.

Nessun accordo il PD ha mai voluto fare con Bennardi e con la sua maggioranza.

Dopo la fine ingloriosa dell’esperienza di governo di Bennardi e dei 5 stelle la città si aspettava dal sindaco una dichiarazione seria e onesta sulle cause vere che lo hanno portato alle dimissioni e poi alla caduta anticipata. Perché non spiega cosa è accaduto nella sua maggioranza che contava ben 23 consiglieri e si è presto ridotta tanto che quasi tutte le sedute terminavano con la mancanza del numero legale? Perché non spiega i motivi che lo hanno portato a subordinare le scelte amministrative alla costruzione di certe carriere politiche? Perché non spiega i motivi veri che lo hanno costretto a continui ricambi nella giunta comunale per assecondare le richieste dei singoli consiglieri? Perché in definitiva si è rinchiuso nel cerchio sempre più ristretto di assessori e collaboratori rispetto alla promozione di un dialogo aperto e costruttivo con la città venendo meno ai suoi doveri costituzionali?

Un dialogo che gli avrebbe aperto gli occhi di fronte alla necessità di decisioni forti finalizzate ad agevolare lo sviluppo del turismo in città, per affrontare con determinazione le questioni riguardanti la mobilità urbana, il rilancio del Piano di Gestione UNESCO dei Sassi e del patrimonio dei quartieri storici della città, l’attenzione alle aree periferiche, il miglioramento delle infrastrutture, la difesa dell’ospedale cittadino e dei suoi servizi, il prosieguo dell’attività finalizzata alla realizzazione del piano strategico e quello strutturale per meglio definire il futuro di Matera e della sua comunità, per sfruttare le enormi potenzialità offerte dalla casa delle tecnologie. Più volte abbiamo sollecitato un confronto severo con la Regione per utilizzare il grande patrimonio costituito dalla grande e invidiata esperienza di Capitale Europea della cultura. Sotto la presidenza di Bennardi la Fondazione Matera 2019 avrebbe dovuto riprendere il volo e invece è stata ulteriormente mortificata. E invece proprio sulla cultura abbiamo assistito ad una vera e propria “cancel culture” di Matera 2019, solo perché né Bennardi né Bardi hanno mai compreso il valore del grande tesoro avuto in eredità grazie al lavoro fatto negli anni precedenti. Un valore per Matera e per tutta la Basilicata.

È davvero incredibile assistere all’ennesimo balletto di un personaggio che invece di ammettere con onestà le responsabilità sue e della sua maggioranza e persino i condizionamenti esterni ha continuato a prendere in giro la comunità scaricando le colpe su chi era ed è rimasto invece coerentemente all’opposizione. Ancora una volta l’unico bersaglio dei 5 stelle è il PD. Eppure, è lo stesso Bennardi che ricorda che il PD ha votato convintamente e in modo trasparente una mozione di sfiducia. Come poteva pensare che il PD cambiasse posizione?

Bennardi poi non ha voluto rinunciare all’ultima pantomima: rassegnare le sue dimissioni con l’obiettivo dichiarato di prendere tempo alla ricerca dell’ennesimo pastrocchio. Un consigliere da assoldare? Un voto da annettere alla dissolta maggioranza come aveva già fatto un paio di anni prima imbarcando un consigliere della Lega Salvini?

La scarsa affidabilità di Bennardi è testimoniata dall’ultimo atto da lui consumato: da sindaco dimissionario ha deciso di presiedere la sua ultima seduta di giunta per assegnare alle FAL un tesoretto da 19,1 milioni di euro, ignorando il confronto così tradendo, ancora una volta, i principi di condivisione e partecipazione nelle scelte da sempre rivendicate dai 5 Stelle.

Ringraziamo i consiglieri comunali e tutti coloro che in questi quattro anni hanno lavorato per il bene comune e per il PD. Auguriamo buon lavoro al Commissario straordinario e ai sub commissari assicurando loro la nostra leale collaborazione.

Si apre ora un percorso di apertura e condivisione con le forze politiche e civiche che si riconoscono in un progetto che rimetta la città di Matera in connessione con il territorio e con l’intera Basilicata. È ora di guardare avanti senza rimanere prigionieri del passato.”

Matera, 30 ottobre 2024

Gravela ( PD): Bennardi ha perso maggioranza. Noi coerenti e all’opposizione

Vito Bubbico
Vito Bubbico
Iscritto all'albo dei giornalisti della Basilicata.
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