E’ stata sicuramente non voluta la coincidenza, se ne devono essere sicuramente dimenticati ai piani alti dei dem. Ma è stato proprio il 7 novembre scorso che il Pd ha dato il calcio d’inizio a quello che è definito “congresso costituente del nuovo Pd” con una lettera di “chiamata” ai nuovi potenziali iscritti. Una data che coincide con il compleanno della Rivoluzione sovietica (detta d’Ottobre, era il 25 ottobre del 1917 del calendario gregoriano, ma secondo il calendario giuliano in vigore nell’impero russo, era il 7 novembre). A volte le coincidenze non avvengono a caso perchè, se è vero che non viene chiesta l’adesione “a scatola chiusa” al partito, ma a un processo di cui non si conosce “l’esito a priori”, è altrettanto vero che la domanda che aleggia su tutte è se finalmente questo corpaccione saprà definire la sua fisionomia, la sua dimensione politico-culturale. Sarà finalmente un partito chiaramente di sinistra? Così come si è spacciato sino ad ora senza esserlo e creando un equivoco dannoso per la sua stessa esistenza oltre che per un popolo che fino ad un pò ci ha creduto/sperato? Ma per farlo prima di parlare di chi farà il segretario, sport molto praticato anche in queste ore, occorrerebbe per l’appunto parlare del “che cosa essere e fare“. Poche le idee in giro.
Uno sicuramente impegnato ad un livello adeguato a questa impresa è Goffredo Bettini (già padre fondatore del Pd delle origini veltroniane) che ha in diverse occasioni esplicitato le sue idee, condensate anche in un suo libro dal significativo titolo “A sinistra. Da capo.” (Pag.304, Prezzo € 18,00, Editore Paper First) in uscita domani. E saranno sicuramente le presentazioni in programma del libro ad entrare con i piedi nel piatto del dibattito congressuale, con l’obiettivo di definire prima di tutto “una visione del mondo” e dopo, solo dopo, con la prospettiva di far risorgere prima o poi la defunta alleanza giallorossa. Si parte domani, venerdì 11 novembre a Roma, alle 18 dall’Auditorium Parco della Musica, dove con l’autore ed introdotti dalla consigliera comunale Antonella Melito, ci saranno il leader del M5S Giuseppe Conte, Andrea Orlando (che ha scritto la post fazione del libro), Andrea Riccardi (grande timoniere della manifestazione pacifista di Roma), e le direttrici di QN Agnese Pini e de “Il manifesto” Norma Rangeri. Seguirà poi Napoli, il 17 novembre, all’Istituto Italiano di Studi Filosofici – Palazzo Serra di Cassano, con un altro significativo parterre: Dario Franceschini (rieletto al senato proprio nel collegio di Napoli), Massimo D’Alema(oggi in Articolo1)e il sindaco Gaetano Manfredi. Il tutto coordinato dalla giornalista Lucia Annunziata.
Pur uscendo domani, qualche passaggio del libro è stato anticipato sulla stampa, come questo sul che fare, per l’appunto oggi: “Il Pd e la sinistra sono stati spiantati. Non tanto dalle scelte dell’oggi, ma da una nostra claudicante storia passata. Non è l’ora neppure di discutere di alleanze. Stai con questo o stai con quello. Di cose rosse, rosso–verdi, mezze sciolte o liquide, infatuate da un possibile ritorno indietro ideologico e di chiusura. Le alleanze sono parte fondamentale di un progetto politico. Ma non aiutano a vedere dentro se stessi. Nel profondo della crisi che si sta attraversando. È una nuova visione del mondo che dobbiamo comporre. Un rilancio della risposta di fondo al perché vogliamo restare in campo.”
Nello stesso si trova conferma del “Conticidio” premeditato da parte di Renzi (“Nelle conversazioni che in quel periodo intrattenemmo con il fiorentino, incominciò a emergere una sua convinzione di fondo. La maggioranza poteva andare avanti. Ma…occorreva togliere di mezzo il premier. Sarebbero andati tutti bene, tranne l’avvocato del popolo.“) per far posto a Draghi ed anche sulla ineluttabilità dello strappo finale a cui Conte fu indotto con il governo Draghi, dopo che quest’ultimo nella replica al leader del M5S “…non concesse nulla, fu corretto ma freddo e in certi momenti quasi sprezzante. La formulazione che ebbe sul bonus 110%, così caro a Conte, fu quasi derisoria. Dopo quelle conclusioni, lo strappo parve inevitabile.”
Un libro, dunque, di grande attualità con i retroscena raccontati da un protagonista e sicuramente utile da leggere anche per comprendere il possibile sbocco della riflessione di un PD che comunque la si pensi è interesse di tutti e della democrazia in primis che trovi rapidamente una sua dimensione per contribuire alla partecipazione di cittadini alla politica del Paese.
Questo è il video della presentazione a Roma:

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