La domanda che nasce spontanea è: cosa spinge l’ufficio stampa del PD regionale di Basilicata a veicolare ai media una nota con cui una dirigente provinciale del PD chiede al Presidente della provincia di Matera (sempre del PD) di spiegargli perchè è stato affidato un incarico legale ad un avvocato di Bari invece che di Matera? Nel frattempo che magari soddisfino la curiosità, ecco a seguire questo ennesima rissa dal saloon PD che parte da Nicoletta Gentile la quale, in quanto componente della direzione provinciale del PD materano, chiede di sapere “urbi et orbi” ciò che dicevamo prima “per fugare ogni dubbio circa eventuali “amichettismi” anche per interposta persona.” Insomma, una insinuazione davvero poco gentile nei confronti di un altro dirigente dello stesso partito, per altro figura istituzionale e incidentalmente componente anche della delegazione che dovrebbe gestire i colloqui per le amministrative di Matera. Ma questo sembra essere il galateo interno al PD. Immediata la risposta del suo compagno di partito e presidente Francesco Mancini che richiama la Gentile a ripassare il TUEL, nel mentre avanza il sospetto che “si tratta di un errore o, peggio, di una strumentalizzazione politica, tanto grave quanto maldestra, ad opera di un dirigente di un partito che… farebbe bene…a interrogarsi sulle affermazioni rese e sarebbe opportuno, se non necessario, che gli organismi dirigenti direttamente valutassero la compatibilità fra dette dichiarazioni e la conservazione del ruolo ricoperto da chi le ha fatte.” Finita qui? Macchè! La Gentile insiste, controreplica, e a sua volta si dice “meravigliata” delle parole di Mancini, affermando di conoscere la distinzione tra “indirizzo e gestione“. E a chi, scrive, gli ha fatto rilevare che sarebbe stato opportuno “lavare i panni sporchi in famiglia” risponde che “Non ci sono panni sporchi da lavare, perché sono certa della correttezza amministrativa della Provincia di Matera ed io non ho accusato nessuno.” E allora? Tanto rumore perchè cosa? Rimane appeso anche quest’altro punto di domanda, oltre a quello iniziale. Ecco a seguire nell’ordine: il comunicato iniziale della Gentile, quindi la risposta di Mancini e in conclusione (per il momento) la controreplica sempre di Gentile.
“La Provincia di Matera spieghi i criteri di affidamento degli incarichi professionali”. “È quanto dichiara Nicoletta Gentile, componente della direzione provinciale del PD di Matera, con riferimento alla decisione dell’Ente di affidare con Determina Dirigenziale nr. 14 del 13.01.2025 un incarico legale ad un’avvocatessa del Foro di Bari. Sin da subito preciso che non ho nulla da eccepire sulla professionalità e competenza della medesima, ciò che mi preme invece portare in evidenza è il metodo e le ragioni che hanno indotto la Provincia di Matera a rivolgersi alla professionista esterna al territorio regionale.
Esiste una rotazione per gli affidamenti di incarichi? Se sì, quale metodo rotativo ha portato l’ente provinciale ad affidare l’incarico fuori dall’ambito regionale? Non vi erano nel nostro territorio professionisti qualificati che avrebbero potuto espletare tale incarico?
E’ opportuno dare una spiegazione, dal momento che in questa fase storica in cui gli incarichi e gli affidamenti vengono assegnati, sempre più frequentemente senza alcuna evidenza pubblica, come nei casi “sotto soglia”, per fugare ogni dubbio circa eventuali “amichettismi” anche per interposta persona.
Come dirigente del Partito Democratico ritengo necessario considerare che quando si amministra e si rappresenta una comunità politica, le scelte amministrative andrebbero adottate con rigore poiché le stesse si riflettono anche sulla medesima.”
Mancini:La politica deve essere un mezzo nobile per servire la collettività. “Nel leggere alcune dichiarazioni di chi dovrebbe essere una “dirigente” di partito, si comprende perché tante persone si allontanino dalla politica. Infatti, l’infelice affermazione di questa “dirigente”, secondo cui la politica deve entrare nel merito di dinamiche puramente gestionali, come l’affidamento di incarichi professionali, alimenta la convinzione che i rappresentanti istituzionali siano solo politicanti dediti al clientelismo e che la politica sia solo strumento per fini personali.
Non credo che la “dirigente” Nicoletta Gentile ignori la separazione tra la funzione di indirizzo politico e l’attività di gestione amministrativa negli Enti Locali, che trova fondamento nell’art. 97 della Costituzione, e che perciò non sappia che nell’affidamento degli incarichi professionali, come nel caso sollevato, attività tipicamente gestionale, né gli amministratori né la politica possano (e soprattutto debbano) interferire. Gli amministratori hanno solo l’obbligo di verificare che gli uffici rispettino la legge, nella fattispecie, il codice degli appalti pubblici, e non altro.
Se, però, la “dirigente” Nicoletta Gentile ha una concezione diversa della pubblica amministrazione e conosca norme che legittimamente consentano alla politica di entrare nelle dinamiche degli affidamenti degli incarichi, farebbe bene a rivelarle ai tanti amministratori che si adoperano ogni giorno a rispettare e applicare la Costituzione, il Testo Unico degli Enti Locali e la normativa in materia di appalti di servizi.
Se invece, come credo, si tratta di un errore o, peggio, di una strumentalizzazione politica, tanto grave quanto maldestra, ad opera di un dirigente di un partito che fa della tutela della legalità la sua bandiera, farebbe bene lei personalmente, in primo luogo, a interrogarsi sulle affermazioni rese e sarebbe opportuno, se non necessario, che gli organismi dirigenti direttamente valutassero la compatibilità fra dette dichiarazioni e la conservazione del ruolo ricoperto da chi le ha fatte.
Ne va della dignità e credibilità del partito stesso.
La politica dovrebbe essere un mezzo nobile per servire la collettività, non un mezzo per piegare a interessi di parte la funzione esercitata, minando ulteriormente la fiducia nel partito che si dirige e mettendo a rischio il prestigio e il buon funzionamento delle istituzioni.”
Nicoletta Gentile: “Mi hanno molto meravigliata le parole usate dal Presidente della Provincia di Matera per replicare ad una mia richiesta di chiarimento sulle modalità utilizzate dall’Ente per l’affidamento degli incarichi. Conosco bene la distinzione tra “poteri” all’interno di una pubblica amministrazione, tra indirizzo e gestione. E mi spiace che il Presidente nella sua stizzita replica non sia riuscito a spiegare con quale criterio i suoi uffici abbiano affidato legittimamente un incarico ad una stimata professionista appartenente ad un foro di fuori regione. La trasparenza, e l’etica pubblica, dovrebbero guidare le azioni di chi ci amministra come è stato sottolineato, seppure con parole diverse, dal P.G. D’Alterio in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. In queste ore mi sono giunti molti messaggi da parte di dirigenti del Partito Democratico, di invito a “lavare i panni sporchi in famiglia”. Non ci sono panni sporchi da lavare, perché sono certa della correttezza amministrativa della Provincia di Matera ed io non ho accusato nessuno. Penso, però, che una amministrazione guidata dal centrosinistra, tra l’altro di secondo livello, cioè non eletta direttamente dal popolo, debba essere realmente una casa di vetro e pertanto non vedo dove sia la difficoltà a spiegare quale atto di indirizzo sia stato impartito nei confronti dei propri uffici affinché ogni cittadino sia sicuro che i vetri siano tersi. Penso che il proprio ruolo all’interno di un partito politico, a maggior ragione se democratico, vada esplicato senza reticenze e senza compiacenze, perché è proprio l’idea di appartenere ad un clan che allontana i cittadini dalla politica e dal voto. Chiaramente non ho la pretesa di convincere tutte e tutti delle mie idee e sono pronta ad assumermene tutte le conseguenze.”

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