sabato, 24 Maggio , 2025
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Debacle del centro sinistra…ma Bardi è ora nelle mani dei trasformisti

Generale, la guerra è finita/Il nemico è scappato, è vinto, battuto….” Ed in effetti, a spoglio completato, quello del centro sinistra lucano appare essere come una vera e propria debacle. Una sconfitta di proporzioni bibliche. Mentre, per il generale Vito Bardi si è, invece, palesata come una vittoria dai contorni, sicuramente inaspettati. Infatti, pur a fronte di una significativa riduzione di votanti, Bardi passa dai 124.716 voti del 2019 ai 153.088 di ieri e dal 42,2% con cui fu eletto nel 2019 al 56,63% odierno. Insomma, un bene, bravo, bis ….a furor di popolo. Micidiale, invece, il confronto del risultato nel fronte avverso che nel 2019, quando si presentò in ordine sparso ottenne in totale 170.848 voti (97.866 centrosinistra, 60.070 M5S e 12.912 Basilicata Possibile) e  il 57,8% (nell’ordine 33,11% Csx, 30,32 M5S, BP 4,37). Mentre ora tutti insieme ottengono 113.979 voti e il 42,16%. Insomma, all’epoca erano maggioranza ma, furbi, regalarono la vittoria a Bardi che ora, a cinque anni di distanza, quella loro percentuale l’ha acquisita lui. Un capolavoro. Una riduzione secca di 56.869 voti pari al 15,64%, in larga parte dovuti al crollo del M5S (da 60.070 voti a 20.026) e Alleanza Verdi-PSI-BP che hanno ora conseguito 15.144 voti e il 5,79%, mentre nel 2019, separatamente solo BP 12.912 voti e il 4,37%, il PSI 10.913 voti e il 3,77%, i Verdi 5.492 voti e l’1,9%), mentre il PD ottiene (con 36.254 voti e il 13,87%) un risultato apparentemente migliore del 2019, quando si divise in più liste, nonostante -ad opera dei tanti suoi dirigenti folgorati dall’angelico- abbia sicuramente ceduto non pochi voti all’amico Basilicata Casa Comune che esordisce con il lusinghiero risultato di 29.228 voti e l’11,18% (sebbene immaginiamo inferiore alle aspettative ed ambizioni del suo leader). Una colossale sconfitta determinata da tre fattori. In primis il fatto che in questi anni di opposizione quella che era maggioranza di fatto nel 2019 ha vivacchiato in ordine sparso, invece di strutturarsi e farsi percepire come la naturale alternativa in vista di queste elezioni. Quindi la inevitabile improvvisazione che ne è derivata a ridosso dell’appuntamento elettorale, con quell’imbarazzante corollario di incredibili sceneggiate a cui, non solo i lucani, ma l’intera Italia ha assistito. E dulcis in fundo, quella indecente pletora di opportunisti che hanno deciso di salire sul carro di quello che oramai appariva essere il probabile vincitore. Cosa, quest’ultima, che in una regione dai piccoli numeri non poteva non fare la differenza da colpo di grazia, in assenza totale di un voto di opinione assopito dalla rassegnazione più cupa. Insomma il successo di Bardi è figlio di un clamoroso autogol dei suoi avversari più che del suo operato dei cinque anni passati. Una responsabilità indubbiamente imputabile quasi totalmente a carico del PD lucano: prima con la presunzione di chi aveva deciso in ambito romano e a tavolino la bontà della scelta di Angelo Chiorazzo come candidato alla presidenza e poi facendola assumere -contro ogni logica della tattica politica- dalla direzione regionale del PD ancor prima di aver formato una coalizione. Roba da apprendisti stregoni, più che da politici navigati. Qualcuno avrà il coraggio di assumersene le responsabilità e di fare un passo indietro? O quanto meno di un pubblico mea culpa? Vedremo. Ma tanto il danno è fatto e i cocci…sono dei lucani.

Una verità confermata dai numeri emersi nel campo dei vincitori, dove è plastico il dato che la differenza l’ha fatta quella imbarcata di naufraghi approdati tra le loro liste all’ultimo minuto e che hanno portato in dote il pacchetto di voti vincente. Infatti, tra i partiti storici del centro destra c’è stato un rimescolamento di carte tutto sommato previsto, ma con una somma finale che li avrebbe portati se da soli….alla sconfitta. Con i Fratelli d’Italia che dai 17.112 voti e il 5,91% del 2019, balzano a 45.458 voti e un 17,39% attuale, la stessa Forza Italia che cresce dai 26.427 voti e il 9,14% del 2019 ai 34.018 voti e il 13,01% di oggi, con la Lega a cedere quei voti: dai 55.393 e 19,15% del 2019 ai 20.430 e 7,81% odierni. Insomma, un riposizionamento interno che passa dal 34,20% del 2016 al 38,21 del 2024: un peso che sostanzialmente è rimasto uguale. Dunque non sono stati loro a far vincere Bardi. E non ce l’avrebbero fatta nemmeno con il dato raccolto dallo storico cespuglio dell’UdC che ha conseguito il 2,54%. Bensì quella pletora di voltagabbana che si sono intruppati nelle altre liste (Azione, Orgoglio lucano e La vera Basilicata) giunte in soccorso del generale che in totale hanno pesato largamente in quel 17% tondo conseguito. Una pletora che ora ha portato gioia, ma che in futuro potrebbe portare dolori. Vedremo, anche qui. Un aiutino che non è servito infatti ad aumentare (il massimo sarebbe stato 14) il numero di seggi assegnati alla maggioranza che sono rimasti 12+ il presidente. Per cui quei partiti storici di centro destra hanno ora dovuto cedere ben tre poltrone agli ex nemici, consegnando nelle loro mani la tenuta della maggioranza. Auguri. Infine, risulta non essere stata percepita dagli elettori la presenza in solitaria di VOLT che ha fatto la classica fine del vaso di coccio tra i due vasi di ferro da cui è stato praticamente annullato: 3.269 voti al suo candidato presidente Eustachio Follia e meno ancora alla lista (2.947). A Matera, dove è il suo insediamento più forte e la città del candidato presidente, Volt ha conseguito come lista 1.273 voti e Follia 1.385 (alle comunali del 2020 la lista di Volt ottenne 1.872 voti).

Nuovo consiglio regionale. Ha vinto il Partito astensionista.

 

Vito Bubbico
Vito Bubbico
Iscritto all'albo dei giornalisti della Basilicata.
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