domenica, 10 Dicembre , 2023
HomePoliticaDalla piazza di Roma, prende forma il PD di Elly

Dalla piazza di Roma, prende forma il PD di Elly

A chi da tempo chiedeva ed aspettava che la nuova segretaria del PD accelerasse verso una maggiore definizione di ciò che questo partito intendeva diventare con la sua vittoria, forse questa sera può dirsi abbastanza soddisfatto. Infatti, nell’intervento conclusivo che Elly Schlein ha pronunciato poco fa a Roma in Piazza del Popolo dinanzi alle migliaia di dem accorsi da ogni parte d’Italia al suo appello, ha detto parole che hanno dipinto una immagine di questo partito più chiara e netta. Quella immagine progressista e di sinistra che -se davvero affermata con coerenza sui temi e sui territori- potrà essere la sola opportunità per questo partito (mai nato veramente) di recuperare credibilità e quindi ambire a guardare là dove la Schlein ha giustamente rivolto lo sguardo: “Non ci interessa competere con le altre forse di opposizione, dobbiamo porre attenzione a quelle persone che qui non ci sono  e che hanno perso la fiducia nella politica.” Ovvero a quell’enorme serbatoio di voti costituito da quella quota di cittadini (diventata oramai quasi la metà del corpo elettorale) che non và più a votare,  perchè delusa da una offerta politica sempre più appiattita in un indistinto magma. Con tutti che alla fine fanno le stesse cose una volta al governo e nessuno più capace di indicare un orizzonte che metta in discussione lo status quo, un sistema che vede il dominio di centri decisionali più potenti di chi viene chiamato a rappresentare la volontà popolare. Certo è un lavoro enorme quello che ci sarebbe da fare (culturale, politico, organizzativo), ma bisognerà pur iniziare prima o poi. E “Questa Piazza è una promessa” ha scandito Schlein, verso una “alternativa” in primis al governo di centro destra del Paese. Apprezzabili in particolare le parole nette su diversi temi. Così dopo aver condannato “L’accordo Italia-Albania sull’immigrazione perchè viola la Costituzione” ha stigmatizzato gli errori commessi dal PD in passato per non aver modificato la Bossi-Fini e per gli accordi stipulati con i paesi del nord Africa (a Minniti saranno fischiate le orecchie). Sulla mattanza in corso a Gaza e persino sulla guerra in Ucraina per cui si pone la richiesta all’Europa di avere un ruolo maggiore affinchè si raggiunga la pace e un accordo. Il quadro di ciò che vuole essere questo PD è stato fornito anche dal puzzle di chi ha preceduto dal palco l’intervento finale della segretaria. A parte il sindaco di Roma con il suo arboriano “Bisogna vincere e vinceremo” ed il solido intervento del presidente dem Stefano Bonaccini a sancire una unità che tutti si augurano non sia solo di facciata, si sono succeduti numerosi interventi di pezzi disocietà (medici, studenti, associazioni, famiglie arcobaleno, scrittori, la neo sindaca di Foggia…) con altrettante problematiche che attendono di essere rappresentate. Tra essi anche l’immigrato, originario della Costa d’Avorio, Mamadou Kouassi Pli Adama (ma tutti lo chiamano solo Mamadou) uno dei migranti che hanno ispirato il film di Matteo Garrone “Io capitano” candidato al prossimo premio Oscar.

Per un futuro più giusto, l’alternativa c’è” affermava lo slogan di questa manifestazione che ha visto, dopo ben cinque anni, il Partito democratico tornare in piazza del Popolo a Roma. Con la segretaria dem che ha assicurato che “Siamo qua per costruire una speranza al Paese, e questa piazza è la nostra risposta. Da qui parte una fase nuova, non ci lasciamo qui, dovremo continuare a lavorare insieme, giorno per giorno, e non lo facciamo da soli. L’alternativa c’è, se la facciamo vivere insieme, continueremo a cercare convergenze con le altre forze di opposizione.” Anche per dire basta a questo governo che «non ha prodotto nessun risultato positivo, un anno di bandierine, dopo promesse iperboliche sul caro vita non hanno fatto nulla. Della manovra ci ha colpito al capacità di riuscire a punire tutte le generazioni.”. E poi ancora: “Sapevamo che la destra avrebbe lavorato per dividere il paese e la comunità, per controllare meglio le persone. Reprimere il dissenso e ridicolizzare gli avversari, un metodo usato per spostare l’attenzione dai problemi reali.”  Per quanto riguarda la riforma costituzionale, l’ha definita «un’arma di distrazione di massa» e che  «con questa riforma sarebbe una persona a decidere del voto del Parlamento, cambia tutto, si smantella la repubblica parlamentare. E’ una deriva plebiscitaria. Giorgia Meloni non vuole governare ma comandare, la destra ha sempre sognato di smantellare la Repubblica parlamentare per l’uomo solo al comando, ma la storia di questo Paese ha dato e non è andata bene.” Una manifestazione ben riuscita, dunque, sotto ogni profilo. Il difficile sarà dargli il conseguenziale seguito sui territori, con gruppi dirigenti non sempre all’altezza del compito disegnato così chiaramente dalla leader.

 

Vito Bubbico
Vito Bubbico
Iscritto all'albo dei giornalisti della Basilicata.
RELATED ARTICLES

Rispondi

I più letti