Nessun botto da Tramutola per le prossime elezioni regionali. Da parte dei quattro ex presidenti Boccia-Bubbico- De Filippo e Pittella, tanto sincero afflato nel ricordo delle qualità umane e politiche del compianto Gabriele Di Mauro, tanto prevedibile amarcord e richiami a quelle buone pratiche della politica presenti nelle loro stagioni, poi via via dismesse ed ora svanite nel nulla. Dunque è stato, come prevedibile e doveroso, essenzialmente un omaggio corale alla memoria di Gabriele Di Mauro (scomparso ad 82 anni) quello che si è svolto -ieri sera- in quella Piazza del Popolo in cui (come ha ricordato commosso il figlio Michele) è iniziata la sua lunga quarantennale carriera politica, sempre ben radicata nella sua comunità. (https://giornalemio.it/politica/incontro-boccia-bubbico-de-filippo-pittella-4-ex-presidenti-su-passato-presente-e-futuro) . Dinanzi ad una affollata platea è stata reso omaggio all’illustre “compaesano” da parte dell’ex sindaco Franco Simone e dall’attuale primo cittadino Luigi Marotta. Per i quattro ospiti, rispetto al futuro di questa regione, è stato un comune proferire un “ci vorrebbe…” evocativo di quelle qualità, impersonate anche da Di Mauro, che hanno reso consistenti, durature, partecipate e per nulla effimere quella stagioni politiche. Così, per Antonio Boccia “servirebbe un profilo alla Di Mauro, preso magari dalla società civile e contraddistinto dalle sue peculiarita che erano: la moderazione, l’amicizia e il guardare lontano.” Mentre per Filippo Bubbico ci sarebbe “una grande necessità di ritrovarsi, di provare a condividere obiettivi comuni, pur nella diversità delle opinioni e delle parti politiche”, ma soprattutto “provare a ritrovare un clima di militanza politica e di impegno civile”. Secondo Vito De Filippo, invece, da storie importanti come quella di Di Mauro il centro sinistra dovrebbe ritrovare “quella forza coesiva e innovativa per spingere più avanti la Regione Basilicata“, scegliendo come prossimo candidato alla presidenza un profilo al momento auspicato come “autorevole e vincente“. Più definito, invece, l’identikit del prossimo candidato suggerito da Marcello Pittella: un nuovo gladiatore! Con la immediata precisazione “ma che abbia un nome diverso dal mio“. Per l’ultimo presidente del centro sinistra lucano “negli ultimi anni sono purtroppo prevalse le divisioni, le gelosie e le fibrillazioni” rispetto alla necessità di “immaginare un progetto comune per la Basilicata“. Risultato? E’ sempre Pittella a dirlo “I cittadini sono disorientati. Non sono contenti del governo Bardi, ma non riescono a scorgere una controproposta.” Insomma, come recitava quello slogan? Basilicata, bella scoperta! C’è stata, dunque, nulla di più di una ricognizione della pessima realtà, purtroppo, ben nota ai lucani. Non che non serva discuterne, anzi. Ma evocare un modus operandi di una politica che aveva alle spalle strumenti ancora solidi come i partiti articolati e radicati sul territorio, appare essere un mero ed impotente esercizio retorico. Ora, al di là delle etichette su scatole vuote, ci sono solo i singoli su cui viaggiano le decisioni politiche…non la politica che è un affare collettivo, per l’appunto. Certo, magari si recuparasse la partecipazione attiva dei cittadini (militanza), magari si andasse oltre la pretesa dei singoli che pensano di detenere pacchetti di voti a livello personale. Ma non è questione dell’oggi. Purtroppo. Certo, prima o poi bisognerebbe cominciare, se si volesse davvero cambiare strada, abbandonanda quella che ha portato a questo sfascio. E sarebbe una bella cosa se un segnale in tal senso venisse proprio da coloro che consapevolmente od inconsapevolmente hanno contribuito a questa discesa verso il basso. Ricordando l’adagio di De Andrè: “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti“. Chi più, chi meno.

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