La riforma del Senato, proposta dal governo guidato da Matteo Renzi, non convince e il movimento Città Plurale che ritiene come partecipazione e democrazia siano in pericolo. Nel frattempo a Roma sono in corso prove di intesa per approvare la riforma sul Senato delle Regioni, che delegherebbe al massimo ente territoriali la designazione dei senatori. Ma si parla anche di un listino (flessibile o chiuso?) per i candidati da portare a Roma e votati dagli elettori. Vedremo.
La Basilicata dovrà fare i conti con la riduzione del numero dei parlamentari e questo aspetta aprirà una nuova fase di confronto e di alleanze tra partiti, correnti e figure di primo piano della politica locale.
E’ lo scenario delle prossime settimane… Nel frattempo l’associazione materana Città plurale, con una nota a firma del presidente Marino Trizio, che pubblichiamo di seguito, invita a firmare un appello, a opporsi e preferirebbe ridare la parola agli elettori.
“Una martellante campagna rilanciata dalla grande maggioranza degli strumenti d’informazione vuole convincerci che per sbloccare l’Italia c’è bisogno delle “riforme” costituzionali e istituzionali proposte dal governo Renzi. In realtà lo stravolgimento della Costituzione e il nuovo sistema elettorale non tendono a sbloccare l’Italia, ma convergono verso un unico fine, quello di “bloccare” la democrazia, mettere le ganasce agli istituti repubblicani che garantiscono l’equilibrio dei poteri e consentono ai cittadini di determinare la politica nazionale. E per questa via restaurare una forma di governo oligarchico, svincolato dal rispetto dei beni pubblici che la Costituzione ha attribuito al popolo italiano.
La “controriforma” costituzionale istituisce un Senato non rappresentativo della sovranità popolare perché non eletto dai cittadini e realizza, in abbinamento con la riforma elettorale, un modello inedito di “premierato assoluto” che concentra il potere nelle mani del capo del Governo e del suo partito. Il Senato diventa un organo senza autonomia, mentre la Camera dei Deputati, a causa del premio di maggioranza, è guidata da un solo partito che, pur se espressione di una minoranza di elettori, imporrebbe le sue scelte al Parlamento, concentrando nelle sue mani il potere esecutivo e quello legislativo.
In questa situazione può, inoltre, condizionare la nomina del Presidente della Repubblica, dei componenti della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura, organismi di garanzia fondamentali per la vita della democrazia. La centralità del Parlamento, posta dai padri Costituenti a difesa delle libertà dei cittadini, viene rovesciata a vantaggio del “Partito Unico”, ponendo il potere nelle mani, del Capo del Governo (che di fatto designa la maggioranza dei candidati alla Camera).
È necessario fermare questo processo per difendere la democrazia, restituendo potere ai cittadini e riconducendo l’esercizio dei poteri nell’ambito della legalità repubblicana, che prevede l’elezione diretta dei parlamentari da parte del corpo elettorale.
Non si può consentire a un Parlamento, la cui elezione è stata giudicata illegittima dalla Corte Costituzionale perché non rispecchia la volontà espressa dagli elettori, di modificare a colpi di una risicata maggioranza le regole che garantiscono i diritti politici di tutti i cittadini.
Per questo è importante che la controriforma costituzionale venga fermata ora nel suo passaggio al Senato che si presenta decisivo; per di più la sua bocciatura renderebbe ingestibile il nuovo sistema di voto, concepito per un sistema monocamerale, aprendo la strada ad una reale modifica anche della legge elettorale.
Chiediamo a tutte le cittadine ed i cittadini che hanno a cuore la Costituzione e la democrazia di far sentire alta la loro voce di dissenso in ogni città, in ogni collegio elettorale, sottoscrivendo la petizione per difendere la democrazia. “
Roma, 3 settembre 2015 – promotori della petizione: Pietro Adami, Cesare Antetomaso, Gaetano Azzariti, Francesco Baicchi, Mauro Beschi, Felice Besostri, Francesco Bilancia, Sandra Bonsanti, Aldo Bozzi, Giuseppe Bozzi, Antonio Caputo, Lorenza Carlassare, Claudio De Fiores, Enzo Di Salvatore, Anna Falcone, Antonello Falomi, Stefano Fassina, Gianni Ferrara, Tommaso Fulfaro, Domenico Gallo, Alfiero Grandi, Raniero La Valle, Giovanni Palombarini, Pancho Pardi, Livio Pepino, Franco Russo, Giovanni Russo Spena, Antonia Sani, Aldo Tortorella, Massimo Villone, Vincenzo Vita.
Città Plurale è socio fondatore della Rete per la Costituzione, associazione che partecipa al Coordinamento Nazionale per la difesa della Costituzione ed ha aderito e firmato la petizione.
