Qui non c’è asilo…ma botte! Botte da orbi, anzi da Orbàn! E’ alla frontiera ungherese, infatti, va in scena la faccia truce dell’europa! Dopo i muri, il filo spinato, gli sgambetti dei cine reporter ecco arrivare anche le manganellate, gli idranti, gli spray urticanti……le teste insanguinate e le donne e bambini malmentati!
Dopo le belle scene di calorosa accoglienza e solidarietà dei tanti cittadini tedeschi, austriaci e di altre nazioni ecco affacciarsi l’altra faccia della luna europea, quella “nera”, oscura ed oscurantista che cede alla paura e all’egoismo peggiore.
Due facce della stessa medaglia di una Europa in perenne bilico tra avanzamento ed arretramento. La stessa Merkel dopo uno slancio di apertura ora torna sui suoi passi e “momentaneamente” chiude le porte. Sorpresa anch’essa dalle dimensioni di una vicenda evidentemente sottovalutata. Per contro la Croazia apre le sue di frontiere al flusso deviato dalla chiusura Ungherese, disposto persino a sfidare il pericolo dei campi ancora disseminati di mine dell’ultimo conflitto regionale.
Questa migrazione così vasta ed inarrestabile è giunta quando il vaso della instabilità di paesi e regioni intere (dell’Africa e del medio oriente) sottoposte ad uno stillicidio di guerre continue (spesso alimentate e foraggiate dagli stati occidentali, da cui arrivano sicuramente le armi) è diventato colmo.
Milioni di persone stipati in campi profughi sempre più grandi che stavano sotto gli occhi di tutti : di governi e di intelligence! Possibile che non se ne fossero accorti, che non fosse prevedibile?
Incredibile ma vero a giudicare dall’approssimazione e dallo sconcerto che dimostrano nel loro agire i leader dei paesi europei. Ognuno per conto suo, incapaci di trovare una strada comune da percorrere.
Ma sarà necessario farlo. Bisogna convincersene. E farlo subito.
E non basta rigirare la frittata nelle mani di Italia e Grecia invitati ad attivare con insistenza i cosiddetti “Hotspot” (ma che fantasia nei nomi: non è un termine che serve ad indicare un’area in cui è possibile la connessione WiFi? Al massimo un “punto caldo”… di varia natura?) che poi è quello che già facciamo da anni (accoglienza, riconoscimento e smistamento di chi arriva sulle nostre coste).
E nemmeno sospendere il trattato di Shengen come se fosse un optional rispetto al cammino della integrazione sin qui fatto servirà.
Occorrerà mettere mano ad una politica comune che abbia respiro e sguardo lungo, perché questo sarà la questione delle questioni con cui ci misureremo per un lungo periodo.
Il fallimento della riunione di lunedì dei ministri degli esteri a Bruxelles in merito all’accordo sulla distribuzione di 120 mila profughi (una cifra oramai travolta dalla realtà di numeri sempre maggiori) è gravissimo perchè, come ha detto il vice cancelliere tedesco Gabriel : “l’Europa si è coperta di vergogna”!
Ma è grave perché la dice lunga sulla incapacità della leadership europea non solo a prevenire i fenomeni, ma anche ad adottare soluzioni rapide ed in linea con l’evoluzione della realtà.
Cosa gravissima ed autolesionistica rilevata persino dai termometri del mondo finanziario come lo è la “Standard & Poor’s” che ha rilevato come “le maggiori incertezze” sul debito pubblico UE riguardano non l’impatto economico di questa crisi umanitaria (da cui nel medio-lungo periodo ci si aspetta un impatto positivo) ma “la capacità dell’Europa di trovare soluzioni cooperative a questa sfida”.
Insomma un motivo in più affinché nelle prossime riunioni straordinarie già in programma dei ministri e dei capi di stato e di governo ci si applichi un po’ di più e con risultati proficui .
Perché il tempo stringe e la Unione Europea affonda sempre più!
E non c’è Frontex che la possa salvare da se stessa e dalla sua ignavia!

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