“Ieri 17 consiglieri nel chiuso di uno studio notarile hanno compiuto un gesto vile, di violenza democratica e di grave irresponsabilità“. Ha esordito così, questa mattina Domenico Bennardi, oramai ex Sindaco di Matera, nell’introdurre la conferenza stampa convocata nel day after delle dimissioni effettuate davanti a un notaio da parte dei consiglieri di opposizione, ricordando loro che questi atti dovrebbero “avvenire in consiglio comunale“. E’ ovviamente il PD sul banco degli imputati, accusato di accodarsi ancora una volta al centro destra, dopo averci governato insieme nel 2019 ed aver sottoscritto la loro mozione di sfiducia. Certo ammette “abbiamo sicuramente commesso errori ed ingenuità a causa dell’inesperienza“, ma “la segreteria cittadina del PD, in modo deludente, ha chiuso la porta a qualsiasi tipo di prospettiva“… “io mi sono dimesso per favorire una nuova stagione che però si è chiusa subito senza concederci quei 20 giorni per ragionarci sopra.” E dopo aver elencato una serie di opere concluse, piuttosto che quelle avviate o in corso si partenza che ha detto “subiranno un arresto“, ha accusato i dimissionari di lasciare per mesi “la città nel limbo di una gestione commissariale che potrà fare solo ordinaria amministrazione“. Sottolineando che “ci sono città commissariate per infiltrazioni mafiose, mentre Matera lo sarà per il “non sense” di un partito che fino a ieri ci chiedeva sostegno e poi si è rivelato inaffidabile“.
Arnaldo Lomuti, coordinatore regionale del M5S, ha infatti chiesto aiuto alla stampa presente per comprendere il senso, la ragione di questo atto del PD definito, senza mezzi termini: “una vigliaccata“. Messa in campo da “un partito diviso in fazioni e capi bastone“, le cui conseguenze “non le possiamo pagare noi“. “Con questo atto -ha affermato Lomuti- il PD dichiara di non volere il M5S in un progetto forte e coeso per mandare a casa il centrodestra. Un progetto a cui il M5S ha aderito con convinzione (elezioni regionali, Comune di Potenza, candidato PD per AQL, sino alla elezione del presidente dell provincia di Matera, nonostante l’appoggio alla mozione di sfiducia contro Bennardi. Il PD ci è venuto a chiedere il sostegno a Mancini, senza il quale non sarebbe stato eletto. Saremmo qua oggi se il voto per Mancini fosse stato domani? Ricordo bene le parole del segretario regionale circa l’apertura di una nuova fase.” Ed invece è stato compiuto questo gesto “nel mentre stavamo attuando quanto concordato con il PD (dimissioni ed apertura dialogo).” Concludendo “Servono persone serie ed affidabili per interloquire, non gente che ieri cantava Bella ciao e oggi festeggia con la destra cantando Faccetta nera“. Ed ora? Bennardi si ricandiderà? A domanda ha risposto di essere a disposizione e che se ci saranno le condizioni sarà in campo.

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