Ne ha aveva dato notizia ieri la stessa testata oggetto della potenziale iniziativa legale che la Giunta Regionale ha messo in campo con l’approvazione, il 3 novembre scorso, della deliberazione n.689 (Delibera GR 689 del 3-11-2023 – Versus La Nuova) avente ad oggetto “Contenzioso Avvocatura regionale n. 245/2023. Conferimento procura speciale per proporre querela, ex artt. 336 e 337 c.p.p.“. La Giunta Bardi (compreso Dina Sileo, anch’essa “offesa” a prescindere dal piccolo dettaglio che all’epoca non era ancora assessora) si sarebbe ritenuta lesa da un commento contenuto in un articolo a firma di Nino Grasso, pubblicato su La Nuova del Sud dell’11 agosto scorso e avrebbe, quindi, affidato (pur avendo qualificate competenze nell’ufficio legale regionale) un incarico ad un legale veneto la verifica dei termini di una querela nei confronti del giornalista e della testata. Una palese forma di intimidazione nei confronti del legittimo diritto di critica svolto dalla stampa. Una intolleranza che mal si concilia con i principi cardine di una democrazia in cui il giornalista è chiamato a fare “il cane da guardia del potere” e non il suo cane da diporto.
Sulla questione interviene oggi anche il Consigliere regionale del PD Roberto Cifarelli, con una nota in cui, oltre a rilevare che “La vicenda ha il sapore dell’intimidazione alla libertà di stampa e di espressione della critica“, sottolinea che se proprio si sentissero davvero “offesi”, Bardi e i suoi lo sarebbero a livello personale, per cui farebbero bene ad utilizzare soldi propri in queste querele temerarie invece che farlo con quelli pubblici. Nel comunicato di Cifarelli, infatti, si legge: “Se non fosse vero, tutti parlerebbero di uno scherzo. Invece no, non è uno scherzo, ma una nuova puntata del reality politico in salsa lucana ad opera del Presidente Bardi, della sua Giunta e del centrodestra che continua a (s)governare, pur se oramai da oltre un anno non ha più una maggioranza in Consiglio. Ed invece di impegnarsi a rispettare ed attuare le deliberazioni del Consiglio regionale si preoccupano – solo – delle critiche e di chi osa criticarli. Il Consiglio regionale, ad aprile scorso, ha ricordato la ricorrenza dei 100 anni dalla nascita della figura del poeta Sindaco di Tricarico Rocco Scotellaro ed approvava all’unanimità, su mia proposta, un ordine del giorno con il quale si impegnava il Presidente della Giunta e lo stesso Consiglio a favorire il coordinamento delle azioni ed attività tra il Comitato nazionale ed il Comitato scientifico regionale per portare a sintesi virtuosa le azioni e le attività dei due comitati. A tal proposito il mio auspicio era che la Regione Basilicata aderisse al Comitato nazionale con il fine di dare forma e sostanza alla grande caratura di Scotellaro. Era infatti un non senso che per celebrare i 100 anni dalla nascita di Scotellaro vi fossero due comitati, uno locale e l’altro nazionale, tra l’altro quello locale istituito dall’APT, e che non vi fosse un coordinamento ed un dialogo tra loro. Cose che accadono solo in Basilicata! La questione ha animato un dibattito anche giornalistico che oggi apprendiamo potrebbe essere motivo di querela da parte della Giunta regionale.
Con profondo sgomento infatti apprendo che con delibera di Giunta regionale del 13 novembre scorso è stato dato mandato ad un avvocato del foro di Treviso di valutare se esistono le condizioni per una querela ad un giornale locale per difendere la “reputazione” dell’organo di governo.
La vicenda ha il sapore dell’intimidazione alla libertà di stampa e di espressione della critica.
La vera parte offesa è l’autorevolezza del Consiglio regionale, massima assise elettiva lucana, le cui risoluzioni fanno puntualmente la fine della carta straccia quando ad attuarle dovrebbe essere la Giunta ed il Consiglio regionale.
Se il Presidente Bardi e la sua Giunta, compresa la inconsapevole Sileo, ritengono di essere stati lesi nella loro reputazione, non si nascondano dietro la “tutela” dell’ente che rappresentano (che non mi sembra proprio sia stata messa in discussione dall’articolo in questione), e qualora ritengono di essere stati lesi nella loro onorabilità, procedano a querelare gli autori a spese proprie e non con soldi pubblici. Da parte mia, qualora tale delibera non dovesse essere ritirata provvederò a segnalarla alla Corte dei Conti che mi auguro vigili tempestivamente.”
E’ la stessa Donatella Merra, all’epoca componente della Giunta regionale, che oggi -in una nota inviata a “La Nuova del Sud“, a definire la delibera ” fuori luogo” ed “eccessivo procedere con una querela contro il legittimo diritto di critica della stampa“. Non risparmiando una stoccata a chi l’ha sostituita, Dina Sileo, rilevando che “appare effettivamente bizzarro che l’atto sia passato col voto favorevole di chi mi ha sostituito
in quel consesso, non essendo direttamente coinvolto nella vicenda per evidenti fattori
temporali. Certamente, una astensione sarebbe stata più autorevole, elegante e coerente con la situazione. ” Una buona occasione per togliersi anche qualche sassolino dalle scarpe.

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