venerdì, 7 Febbraio , 2025
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APPEPPINO E I SILENZI DI SAGRESTIA

Pino Siggillino regista del nuovo corso del governo da “grosse coalition” di via Aldo Moro? La foto che ha fatto il giro del web e della città, con commenti a metà tra il compiacimento e il sospetto di tradimento, lo immortala  con espressione ”riflessiva” secondo alcuni  e ”sorniona e compiaciuta” secondo altri sul sagrato della Chiesa  di San Giuseppe,  in via Riscatto, poco dietro al sindaco Raffaele De Ruggieri e il presidente della Provincia Francesco De Giacomo, in occasione del trasferimento del simulacro dalla Protettrice Maria Santissima della Bruna, dalla chiesa di san Giuseppe a quella di San Francesco d’Assisi.

Nella foto ci sono tanti elementi di riflessione e in una città provinciale, dove si conoscono quasi tutti, è facile dare il ”La” a tante interpretazioni nel silenzio e nella solennità dei luoghi. Si sono scambiati qualche battuta, impegni ? Magari una valutazione sui componenti della giunta tecnica -tuttora top secret- fino al consiglio comunale convocato per martedì 30 giugno nell’auditorium del Conservatorio?

I ”no comment” si sprecano a parte la conferma di essere devoti alla Protettrice, ricordando che ”Matera è Civitas Mariae’‘ dal 1954 e che l’aspetto devozionale dei ”Figli di Maria” non li riguarda . E allora il trait d’union potrebbe essere l’aspetto culturale e l’attivazione di un progetto di partecipazione che dalla Civita scende a piazza Pascoli, all’incrocio tra via Alessandro Volta-Chiesa del Purgatorio e via Ridola- per la costituzione di una scuola di formazione politica per il ”bene della città”.

Un luogo della città dove la temperatura, come segnala un apparecchio a muro,  sale dopo ogni discussione animata con ”acute analisi della società” come ripete una nota canzone di Edoardo Bennato. Qui dovrebbe nascere il ”Partito della Città”, una sorta di laboratorio della politica di strada con tanto di simulazioni e progettualità per  far crescere una nuova classe dirigente, facendo  comunque tesoro delle esperienze dell’usato garantito che dopo 40 anni  di visibilità e protagonismo politico ancora non molla (ufficialmente perchè manca il ricambio generazionale) e delle nuove istanze – frase fatta anche questa- che vengono dalla società civile.

”La città -dice Pino Siggillino – vuole dire la sua, vuole confrontarsi criticare e avere un ruolo di proposta esprimendosi con  estrema franchezza ,come facciamo nel laboratorio socio politico che si riunisce puntualmente in via Ridola. Alla fine una decisione viene fuori, dopo una acuta analisi che non risparmia niente e nessuno anche chi ha fatto scelte diverse, temporaneamente, e poi coglierà il momento e salirà in groppa al  cavallo giusto per tornare in sella. Questo potrà anche non piacere agli opportunisti di tutte le stagioni, pronti ad annusare la direzione del vento, ma noi tiriamo dritto e parliamo con tutti anche con il nuovo governo cittadino”.

Tra i progetti che attendono l’approvazione programmatica del parlamentino volante di via Ridola vi è l’attuazione dei comitati di quartiere, rimasti opportunamente sulla carta, il ricorso a petizioni e a referendum su scelte importanti per il futuro della città e una specie di raduno spirituale e politico per le tante anime in pena che hanno perso ruolo e identità dopo la recente scoppola elettorale.

”Ci vogliono anche questi momenti -commenta Pino Sigillino- nel ruolo di sagrestano della chiesa di San Giuseppe alle Monacelle. Un tempo le riflessioni o le analisi portavano a giudizi forse sommari e le responsabilità avevano nome e cognome e si passava all’incasso con le dimissioni  per una questione di credibilità. Oggi si è più inclini alle assoluzioni e a non fare il mea culpa e questo non sta bene. E che stiamo a scherzare ?

Siggillino con il suo martellante slogan ”APPeppino”, ma che ha fatto un passo indietro nella recente campagna elettorale per le amministrative, non nasconde la sua delusione per come sono andate le cose alle comunali 2015 e come sarebbero potute andare con una gestione democratica e condivisa, evitando toni, protagonismi ed errori che alla fine non hanno pagato…

E qui viene fuori tutta  la scorza del  militante irriducibile della tradizione falcemartellista della prima ora, fedele al ”non si discute” dopo scelte e linee ponderate che avevano un significato concreto ma  che oggi si sono eclissate in partiti ”nè carne nè pesce” e nelle teorie della società liquida buona anche per far scaldare il paiolo della politica nostrana con il proliferare del ”boyscoutismo” nazionale  del ”tutti intorno al fuoco per chi ci vuole stare” .

Sono, siamo qui – conclude Pino – pronto a scendere in campo,  nonostante il disorientamento  dei tanti strappi e  distinguo di un Pd quasi senza speranza che naviga  a vista come la zattera di Robinson Crusoe, in cerca di un porto sicuro. Ma la Kamcatka è lontana…meglio il ritiro spirituale e politico”.

Un asceterio, un santuario? …All’aperto, accanto alla chiesa del Purgatorio…tra assoluzioni, penitenze,nostalgia per le ‘’purghe’’ staliniane e ironiche condanne al pubblico ludibrio.

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