giovedì, 24 Aprile , 2025
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L’ultima cena di Isabella …E Federico narra in cucina della Basilicata

Quando si ha passione e amore per la Basilicata, a cominciare dal suo comprensorio del Pollino, non si può che fare del bene a una regione che deve fare i conti con un progressivo spopolamento e con un taglio dei servizi che limita le potenzialità di crescita. Federico Valicenti è un combattente nato, con il sorriso e la voglia di conoscere, che lo ha portato a scoprire la storia inedita di piccoli centri, curiosando in cucina e seguendo i passi di persone e personaggi del passato, come riportato nel libro ” L’ultima cena di Isabella Morra”, presentato a Matera, nei rioni Sassi, in una serata tra cultura e gastronomia presso il ristorante Lucany.

“E’ un libro che ho scritto per raccontare il nostro territorio , con l’arrivo e il perchè ? sono arrivati di popoli come gli Albanesi e di altri – dice Federico Valicenti-Utilizzo la poetessa Isabella Morra per parlare di quel periodo storico . C’è una ultima cena che parla di lei e che ho immaginato , facendo cucinare un piatto a ogni fratello . Piatti particolari, sono dei secondi a base di carne, speziati con verdure, e sono piatti del Cinquecento che sono come un viatico che anticipa quel che sarà il giorno dopo… con l’uccisione della poetessa. Lei stessa si meraviglia di tanto amore offerto con il cibo dai fratelli, che le toglieranno la vita . Isabella acconsente a questa cena sperando che i fratelli fossero diversi da quanto pensasse. Ma la realtà sarebbe stata un’altra , perchè si sentivano traditi nell’onore dal rapporto clandestino avviato con il nobile Sandoval del Castro. La massacrarono con i coltelli nel suo letto. Un ”femminicidio” dell’epoca preceduto , la sera prima, dalla uccisione di quella che ritenevano la ”staffetta” che portava i messaggi tra i due innamorati. Per loro era una spia… Dopo un anno non loro, ma alcuni parenti, venne ucciso Diego Sandoval De Castro al Patio, in quel di San Giorgio Lucano.

Nel libro faccio incontrare Isabella e Diego alla ” Madonna del Pantano” in quel centro della Val Sarmento. Parlo dei personaggi ma anche dei luoghi, perchè anche il castello di Sandoval del Castro va raccontato ed è bene che lo conosca. Parlo anche della nobildonna Antonia Caracciolo che organizza un grande evento… E’ l’occasione per parlare di Isabella non solo come poetessa ma anche come narratrice del territorio, alla scoperta delle aree interne” . Insomma c’è materiale per un lavoro teatrale o per una fiction, chissà. Lo auguriamo. E poi c’è da fare e tanto per la letteratura gastronomica della Basilicata, come osserva il cibosofo Federico Valicenti . ” Quello che intendo per cibosofia non è un fatto accademico ma è proprio il racconto dei territori attraverso il civo – dice Valicenti . E prendendo ad esempio personaggi, persone, mi portano a conoscere figure come Antonio Camuria, un cuoco del Cinquecento , originario di Lagonegro ( Potenza) che scrisse un manoscritto di cucina, datato 1524, al l’Università romana di Colonia. E dentro questo libro ci sono 20 ricette lucane. Cucinò dalla nobildona Antonia Caracciolo (moglie di Diego Sandoval del Castro) in una festa a pretesto per far recitare le poesie a Isabella Morra. Camuria era un discepolo di Bartolomeo Scarpi detto il Platina , che era il cuoco del Papa”.

Davvero una bella narrazione che meriterebbe il premio Basilicata, visto che parla delle cultura del territorio, di una vicenda passionale e di un grande cuoco del Cinquecento
Ed è il caso di parlare di cucina ,nel ristorante il Lucany, gestito da un imprenditore lucano e dove si ”respira’ ovunque negli arredi e in tavola i sapori della nostra terra. ” E qui- precisa Valicenti- abbiamo preparato un piatto di quell’epoca , che fu fatto in onore di Carlo V a Taranto che si chiama ”il tarantello” che nessuno conosce nella Città dei Due Mari. E un salame di tonno di Palamita , un tonnetto, avvolto da foglio di alloro (dedicato alla dea Dafne, che venne tramutata in alloro) che veniva stagionato negli ipogei della Taranto vecchia . Poi fatto a fette e servito con cipolla rossa (immagino di Acquaviva delle Fonti) , datteri, uva sultanina e condita con cotto di fichi o vincotto.Era un piatto unico. Si usavano spezie, l’olio di oliva pochissimo, al suo posto la sugna. Il ”tarantello” era una delle 81 ricette del manoscritto di Antonio Camuria ( che faccio incontrare con Isabella Morra, cosa che naturalmente non avvenne mai) che era un cuoco popolare. Non c’era la cucina aristocratica . La sua è una cucina popolare. Ci sono le ”interiora” di animale, le ”pastitelle” (anche queste preparate nella serata al Lucany) che sono delle polpette di carne di maiale servite sulla rosa canina. E la prima salsa di rosa canina fu preparata nel 1260 per cucinare la pasta, le lasagne, durante il regno dell’imperatore Federico II di Svevia . Sembra una cosa assurda. Ma un cuoco milanese ha preparato una cena,al costo di 250 euro, a base di salsa canina, che ha fatto registrare il tutto esaurito”. Un ritorno alle radici. Potremmo farlo anche Basilicata, rispettando originalità e senza forzature.

”La cucina lucana ha bisogno che si riprenda quello che era -dice Federico Valicenti. Non dobbiamo fermarci alla cucina del dopoguerra, della fame, dei soffritti. Ma a quella vera, dei paesi. Ecco fare una ricerca sui famosi ”miti” i pranzi dei matrimoni , che iniziavano con un brodo perchè risentivamo della tradizione francese diffusa a Napoli ”capitale” del Sud con i ”consommè” , ” le soupe” e la ”zuppa alla santè” con polpettine di carne, verdure, formaggio,consumata il 26 dicembre, Santo Stefano, o il 6 gennaio per l’Epifania . La si faceva anche qui… come il galletto ripieno , che conteneva oltre alle interiora anche lo zucchero e poi i cardoncelli con uova e cacio. I ristoranti dovrebbero aprirsi al passato. I nostri 131 Comuni ha un patrimonio di diversità da portare in tavola…” Parole sante, parole di Federico che lavora per far conoscere, con tanta cibosofia, il nostro patrimonio gastronomico e territoriale. Bastano volontà e un sorriso per sedersi a tavola e invitare i turisti a fare altrettanto…
IL RISTORANTE DEGLI EVENTI CULTURALI

I LUOGHI DEL LIBRO

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