“E’ solo un sussurro, è poco, è il minimo: ma è l’inizio d’un percorso dal basso per rompere il silenzio colpevole che ci fa complici d’un governo criminale. A noi, cittadini di Stati alleati con Israele, verrà chiesto conto di Gaza, della sua morte. Prendiamo la parola, prima che sia davvero troppo tardi.” Per questo, un gruppo di persone (Paola Caridi, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Evelina Santangelo e Tomaso Montanari) ha preso l’iniziativa, subito largamente condivisa, di dedicare il giorno dell’Europa, domani 9 maggio, a quello che abbiamo chiamato l’Ultimo giorno di Gaza. “Un’immagine estrema: che gli eventi delle ultime ore rischiano di fare diventare letteralmente vera. Non una singola manifestazione con un palco, una regia, degli oratori: ma una rete aperta a tutte e tutti, sia a chi vuole organizzare qualcosa nello spazio reale (e l’elenco si infittisce ogni momento), sia a chi vuole dire qualsiasi cosa sui propri account social. Tutto unito dall’hashtag #ultimogiornodigaza, o #gazalastday. Nessuna Europa è possibile senza riconoscere che l’abominevole distruzione di questa grande città storica del Mediterraneo è perpetrata da uno Stato, Israele, che dell’Europa è uno stretto alleato.
Non vale dunque dire che siamo impotenti verso un nemico esterno: potremmo invece fare di tutto. Potremmo, e dovremmo.
E se i governi d’Europa, a partire dal nostro, tacciono – rendendosi così sempre più complici di una atrocità che ogni giorno appare sempre più un genocidio, una soluzione finale per il popolo palestinese –, noi cittadini e cittadine d’Europa dobbiamo prendere la parola in prima persona.”

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